giovedì 24 marzo 2011

Tournée (voto 8)

Da grande appassionato di rock, mi sono sempre chiesto se Marilyn Manson anche nella vita privata gioca a fare Marilyn Manson oppure se, una volta tolto il trucco, è un tipo tutto sommato regolare esattamente come potrei essere io, uno che si è inventato un personaggio estremo e discutibile solo per tirare a campare. Probabilmente, se partecipassi al 'Milionario' accenderei quest'ultima risposta. E, dopo aver visto 'Tournèe', sono convinto che la accenderebbe anche l'attore Mathieu Amalric, conosciuto da noi per il toccante 'Lo scafandro e la farfalla'. La sua quarta opera dietro la macchina da presa (la prima, però, distribuita in Italia) è un bell'affresco dolceamaro di una compagnia di ragazze americane di New Burlesque in trasferta per la Francia ma è, soprattutto, la descrizione tragicomica del loro produttore francese, interpretato dallo stesso Amalric. Sul palcoscenico, le ragazze si spogliano, provocano, trasgrediscono ogni regola del buon costume, sempre però con piglio molto auto-ironico e mai volgare. Dietro il palcoscenico, invece, aspettano, si spostano, litigano senza neanche troppa enfasi, sostanzialmente, si annoiano. Il loro produttore, invece, è il classico bel personaggio perdente, un po' cialtrone e un po' romantico. Amalric non gira un film sul burlesque, preferisce riflettere su diverse solitudini che hanno a che fare tra di loro neanche per interesse economico, piuttosto per necessità di sopravvivenza. La loro tournèe per la Francia è un trascinarsi avanti senza entusiasmo, senza nessun colpo di scena. Il registro stilistico di 'Tournée' va di pari passo, non risparmiandosi più di un tempo morto e sfiorando qua e là il vero e proprio documentario. Ciononostante, 'Tournée' è un'opera assolutamente viva, che si regge in piedi grazie alla verve delle protagoniste e a una bella alternanza di momenti divertenti e profondi. Eccezionale, ad esempio, è il rapporto tra il personaggio di Amalric e i suoi figli, pervaso da un costante senso di inadeguatezza che non annulla però un tenero affetto reciproco. Mi è venuto in mente, a tal proposito, 'Somewhere' di Sofia Coppola, che si concentra appunto su questo tema. Ad Amalric bastano poche scene per toccare in maniera vivida e sincera le corde dello spettatore, laddove invece la Coppola si soffermava su aspetti patinati e superficiali. Ho trovato solo  il finale un pochino consolatorio per poter definire 'Tournée' Bello e Cattivo ma la grande ricerca degli aspetti umani e quotidiani e lo spirito un po' anarchico me lo fanno caldamente consigliare.

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