martedì 25 ottobre 2011

Una Separazione (voto 7)

Il cinema iraniano continua a mostrarsi come un prodotto molto vivace, capace di documentare una realtà piena di contraddizioni e di ingiustizie con grande sensibilità umana e psicologica. Dopo padre e figlia Makhmalbaf (autori di film come 'Viaggio a Kandahar' e 'Lavagne') e, soprattutto, dopo Jafar Panahi (Leone D'Oro a Venezia per 'Il cerchio' e autore del bellissimo 'Il palloncino bianco'), scandalosamente condannato dalle autorità iraniane a sei anni di reclusione a causa di partecipazione ai movimenti di protesta contro il regime, scopriamo un regista come Asghar Farhadi, arrivato alla sua seconda opera dopo 'About Elly'. 'Una separazione' prende decisamente le distanze dal cinema allegorico dei conterranei di Farhadi e si rivela come un film di grandiosa concretezza, sorretto da un interessante intreccio narrativo. Da un certo punto di vista, è giusto considerarlo un lavoro strepitoso e l'Orso D'Oro al Festival di Berlino non può che essere giustificato dal fatto che fare cinema di questo livello all'interno di un contesto come la società iraniana, descrivendola selvaggiamente senza filtri e senza ipocrisie, è un atto coraggioso di libertà e un inno al cinema e all'arte. Se fossi un critico cinematografico e non un semplice appassionato di cinema col suo blog un po' da nerd, mi fermerei qua e consiglierei caldamente 'Una separazione' perchè è cinema importante, cinema che fa conoscere, cinema che insegna. Detto questo, non posso negare che il flusso imponente di dialoghi e di parole che vengono utilizzati da Farhadi e l'espediente narrativo che occupa tutta la parte centrale del film per raccontare le discutibilissime procedure legali della giustizia iraniana si rivelino piuttosto estenuanti e faticose. In alcune recensioni, è stato tirato in mezzo addirittura Alfred Hitchcock. Ma dove? Un conto è comprendere un determinato tipo di cinema e contestualizzarlo, un altro è azzardare paragoni del tutto fuori luogo che rischiano soltanto di deludere le aspettative dello spettatore. Preso per quello che è, 'Una separazione' è un buon film che da una parte descrive una cultura ottusa in maniera vivida e cruda, dall'altra suggerisce che la verità non sta mai soltanto da una parte, che non esistono buoni o cattivi ma soltanto parti che si dilaniano per sopravvivere. A essere veramente straordinaria è l'interpretazione degli attori protagonisti, che hanno ancora più giustamente vinto l'Orso d'Argento. Per concludere, 'Una separazione' può essere un buon esempio per definire la parola "interessante". I Maestri del Cinema, forse, però stanno da qualche altra parte.

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