lunedì 14 maggio 2012

Football Movie: Febbre a 90

Noi non supereremo mai questa fase.
Tifare una squadra di calcio è un mistero della fede. Esattamente come l'essere adepti al cristianesimo o a Scientology, o l'innamorarsi di una donna ingrata, che fa di tutto per essere ignorata. Qualcosa che non può essere spiegato razionalmente. E' una vibrazione assolutamente non logica, che non ha provenienza e non ha destinazione. E' un dato di fatto con il quale bisogna convivere. 'Febbre a 90' è un film inglese del 1997, tratto dal romanzo di Nick Hornby, che ha curato anche la sceneggiatura. Appartiene sicuramente molto di più a lui che al regista David Evans, unico suo lavoro, del quale si sono persi immediatamente le tracce. Ma appartiene molto anche al grande Colin Firth, che interpreta il protagonista Paul Ashworth, un bravo insegnante single, tifosissimo dell'Arsenal. Uno al quale non interessa guadagnare molto, gli basta il necessario per sopravvivere ogni giorno, comprarsi un paio di dischi al mese e andare a vedere l'Arsenal tutte le domeniche. Un tipo assolutamente comune, regolare, anche piuttosto colto, ma che ha i risultati dell'Arsenal come pensiero principale. Fino a quando non piomba nella sua vita Sarah, collega molto carina ma nemmeno troppo, la quale si innamora di lui. Anche a Paul piace Sarah ma non così tanto da fargli sacrificare il tempo, i soldi, le esplosioni emotive, di rabbia e di gioia, che dedica all'Arsenal. Non credo che sia mai stato realizzato un film come 'Febbre a 90'. Questo non significa che sia un capolavoro ma semplicemente una commedia sentimentale, tutto sommato, molto godibile. Come dicevo, la regia di Evans è abbastanza insignificante. Quello che conta sono i dialoghi di Hornby e la descrizione che viene fatta del tifoso di calcio medio, quello che non va in curva e non ha niente a che fare con gli ultrà ma che è condizionato, quotidianamente, dall'andamento stagionale della sua squadra. Da questo punto di vista, 'Febbre a 90' è un indimenticabile cult. La sua forza è l'ironia, la tenerezza, la straordinaria sincerità che caratterizza ogni singolo passaggio, nel quale chiunque tenga a cuore undici uomini che corrono dietro a un pallone può identificarsi. Difficilmente 'Febbre a 90' sarebbe potuto essere un film italiano. In Italia, malgrado il calcio sia l'argomento di discussione numero uno, non potrebbe mai essere l'oggetto centrale di una cinematografia intellettualistica e autocelebrativa, che ha perennemente paura di non essere presa sul serio. In Italia, i film sul calcio li possono fare soltanto i Vanzina. In Inghilterra, esiste una cultura capace di comprendere che cosa è davvero universale, popolare. E il calcio ha con sè questa forza, di radunare attorno a sè persone di luoghi e ambienti assolutamente differenti. Perchè il calcio riempie i vuoti. Perchè col tempo cambia tutto lo sai e cambiamo anche noi, ma il calcio non cambia mai. A volte, può essere sufficiente un Michael Thomas che segna all'ultimo minuto il gol decisivo dello scudetto piuttosto che un Pippo Inzaghi che esulta sotto la curva all'ultima partita della sua carriera per digerire più dolcemente l'amara pillola della vita.

Emiliano Dal Toso


Nessun commento:

Posta un commento