lunedì 27 agosto 2012

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno (voto 5)

Che mondo ci aspetta se anche un eroe del calibro dell'Uomo Pipistrello appende maschera e divisa al chiodo e si trasforma in un pantofolaio brontolone? Un mondo di pace, sembrerebbe essere la risposta. Meno male allora che un cattivone con una museruola al posto della bocca decide di arrivare a portare un po' di scompiglio nel Mondo. Avrà ancora voglia di venirci a salvare il nostro oscuro beniamino? Da questa serie di interrogativi prende le mosse il capitolo finale della saga di Batman, firmata Christopher Nolan. Un film che si propone come una chiusa eroica e spettacolare ma che in fin dei conti si riduce a un compitino diretto in bello stile senza prendersi il minimo dei rischi. L'eredità del secondo capitolo della saga ("Il cavaliere oscuro") era molto pesante, sia a livello narrativo che a livello simbolico, per questi motivi, forse, il regista inglese ha deciso di ricollegarsi alle vicende del primo episodio ("Batman Begins"), da molti considerato uno dei suoi film meno riusciti. Una scelta opinabile, ma in fin dei conti non da condannare. Cosa dire allora di questo terzo episodio? Mettiamo subito in chiaro che lo stile registico è eccellente a livello tecnico, attento a ogni dettaglio della messa in scena, senza concedere la minima sbavatura. Gli effetti speciali e le scene di combattimento sono esaltate con enfasi ma a risentirne è la trama, piuttosto semplice e povera. Sugli schermi italiani è arrivato un cavaliere oscuro massacrato da un doppiaggio inascoltabile, sia per quanto riguarda Batman, ma soprattutto per il personaggio di Bane, doppiato da un cacofonico Filippo Timi che rovina la performance complessiva dell'originale Tom Hardy. C'è da dire che il bravo attore inglese ha avuto un compito ingrato e complicato, costretto a recitare solo con l'espressione degli occhi e dovendo fare da successore al leggendario Joker di Heath Ledger. Ottima conferma la prova di Sir Michael Caine, sempre una sicurezza, mentre è una piacevole sorpresa vedere Anne Hathaway calata così bene nei panni della gatta morta. Quello che però risulta pesante nel film di Nolan è un'inutile retorica di fondo, una volontà di inserire temi cari alla nostra attualità come la crisi, la morsa opprimente delle banche e la corrente ecologico-ambientalista, che con un film di supereroi c'entrano poco o niente. I personaggi dei fumetti dovrebbero appartenere a un universo tutto loro, avulso dalla realtà, per farci capire magari che ognuno di noi può essre un eroe nella sua realtà quotidiana. La cultura americana invece sembra essere sempre bisognosa di un salvatore dotato di superpoteri e non si rende conto che nella vita reale non si finisce mai con dei sorrisi complici in un soleggiato bar italiano. A spuntarla è quasi sempre il cattivo con la maschera.
Alvise Wollner


2 commenti:

  1. Gentile Emilano,
    quello che Lei scrive riguardo a questa ultima avventura di Batman è sicuramente coerente e non del tutto falso. E' importante però, io credo, fare luce su di un certo atteggiamento diffuso nel Suo articolo. Innanzitutto lo scherarsi contro il "nuovo Batman" ha il sapore di una scelta se non ideologica sicuramente politico-estetica. Infatti come non avversare un film tanto caricato di aspettative e tanto frequentato in sala dal pubblico di mezzo mondo? Se in nuce la Sua critica porta con sè questo atteggiamento, sicuramente anche un pregiudizio di gusto agisce trasversale nel Suo pensiero. Infatti mi pare proprio che Lei non sia un appassionato del genere (se non fantastico diciamo almeno di avventura). Come si fa a dire che i due Batman della seconda metà degli anni Novanta siano (almeno sul piano della comunicazione) superiori a quest'ultimo episodio. Presa da un'altra prospettiva l'operzione di Nolan potrebbe inserirsi in quella tendenza attuale a cui ci ha portato una certa tradizione iperrealista nella quale col tempo si è arrivati a fondare il senso della realtà negli stessi strumenti fondanti il mondo del cinema. A cominciare dal proiettore ed il telo bianco fino ad arrivare all'obbiettivo delle telecamere, alle scene, alla scenografia, agli effetti speciali, alla struttura del film compresa la sua sceneggiatura. Si è visto nel tempo un lento andare oltre la realtà perché ormai il pubblico e la tecnologia non erano soddisfatti. Si è arrivati all'HD, al BLURAY e al 3D. La tecnologia attuale permette di costruire un film con un budget relativamente basso grazie ai computer: attori farlocchi, sceneggiatura che sembra scritta da un software home-edition, locations per lo più artificiali ec. Un certo numero di registi si sono insinuati, volenti o nolenti, in questo mondo. Hanno dovuto respirare questa atmosfera molto nociva per i loro polmoni. Si sono adeguati. I più bravi, e indipendenti, hanno cercato di adattare l'atmosfera ai loro strumenti raffinati ma desueti. Risultato: aborti e figli diversamente abili hanno intaccato un panorama uniforme e caratterizzato da una iperconformità agghiacciante. Per quanto riguarda Nolan, sicuramente quest'ultimo episodio da lui firmato di Batman non giunge agli apici del "film riuscito ed accattivante" ma si inscrive 1.nella tendenza dominante dei film che sul grande schermo vendono e influenzano di più, quelli fantastici di avventura; 2. nella tendenza comune a molti autori di mettersi a confronto (spesso per motivi economici) con un genere di massa come quello in questione e realizzare un lavoro di una certa intensità.
    Squilibrato nel suo sviluppo, non completamente maturo nell'interconnessione psicologica dei personaggi, con lacune non trascurabili circa l'origine di determinati luoghi, usi e peronaggi. Ciononostante, quest'ultimo episodio di Batman è un film gradevole e di un certo impatto, anche positivo, su di un pubblico ormai malaccorto come è quello delle grandi multisale. Ad ogni modo, gentile Emiliano, è lecito esprimere la propria opinione, solo non si deve mai raggiungere un eccessivamente marcato chiaro scuro, soprattutto di fronte ad opere un poco complesse come quella in questione. Non sarà, voglio dire, un film da enciclopedia del cinema d'autore, però intrattiene con piacevolezza ed è una non piccola antenna dei tempi che corrono.
    Grazie dell'attenzione e arrivederci,

    Gualtiero Marchesi

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  2. Caro Gualtiero, innanzitutto ti ringrazio per aver scritto. Immagino che tu ti riferisca alla mia recensione pubblicata sul sito potato pie bad business. Il film non e' certamente orribile ma nel complesso piuttosto deludente. Se l'obiettivo era il puro intrattenimento, allora si tratta di in buon prodotto. Ma conoscendo la caratura del regista, e' inevitabile pensare che Nolan volesse cogliere un certo spirito dei tempi. A tal proposito, l'operazione fallisce ed e' meno rappresentativa dei pur discutibili film di Schumacher. Ciononostante, e' vero, ci su può divertire ma soli per la qualità degli effetti speciali e per qualche personaggio riuscito (catwoman ad esempio). Ti saluto, a presto! Emiliano

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