sabato 5 settembre 2015

Venezia 72 - #Day4: The Childhood of a Leader

Doveva essere la giornata di Kristen Stewart e Robert Pattinson al Lido insieme, per due film diversi ma accomunati da un forte tocco di autorialità: il distopico Equals di Drake Doremus in Concorso e l'ambizioso The Childhood of a Leader di Brady Corbet nella sezione Orizzonti. Se Kristen si è presentata in gran forma in conferenza stampa e sul red carpet, rispondendo con brillantezza alle domande dei giornalisti malgrado le numerose critiche al film, di Robert Pattinson nessuna traccia. L'adattamento dell'esordiente Corbet dell'omonimo racconto di Jean-Paul Sartre ha spiazzato la platea: un lavoro di chiara impostazione teatrale, accompagnato da scelte registiche imprevedibili, a volte interessanti e coraggiose, altre ingiustificate. Spesso, ad esempio, la macchina da presa è molto lontana dai protagonisti, alcune sequenze sono lunghissime e interminabili, e le battute sono recitate dagli attori con una lentezza quasi "ronconiana". Ma a parte il giudizio su un film senz'altro coraggioso e non immediatamente decifrabile, che attualmente rimane sospeso, bisogna far notare che l'assenza a Venezia di Pattinson forse è dovuta al fatto che in The Childhood of a Leader l'ex vampiro Edward Cullen non si vede per più di quindici minuti complessivi. Tutto gira intorno al piccolo Charles Marker, interpretato da Tim Sweet, bambino in perenne conflitto con una madre severa e apprensiva, una eccellente Bérénice Bejo. Va anche detto che Pattinson è ora alle prese con diversi set: Good Time dei fratelli Safdie, The Lost City of Z di James Gray e The Trap di Harmony Korine. La terza ipotesi è che invece non sia venuto in Laguna per evitare di incrociare proprio la Stewart. Quello che è certo è che alla fine dei chiacchieratissimi Equals e The Childhood of a Leader nessuno in sala si è alzato in piedi per gridare al capolavoro.
 
Emiliano Dal Toso


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