sabato 5 dicembre 2015

Superclassifica: I Migliori Film del 2015

20 - Quel fantastico peggior anno della mia vita - Alfonso Gomez-Rejon
Un equilibrio quasi miracoloso tra ironia e tragedia, e tante strizzatine d'occhio al cinema indie più amato degli anni Duemila (Wes Anderson, Michel Gondry). Ma è un film che si fa voler bene: si ride molto, a volte di gusto, altre volte con un senso di infinita tristezza destinata a prendere il sopravvento.

19 - Babadook - Jennifer Kent
Horror profondo e viscerale, che si confronta con le paure e le ossessioni dell'infanzia, nascoste nella cameretta e nel buco nero emotivo di ogni bambino. E, in fondo, non sono altro che le stesse di una mamma vedova dalla mente devastata: il mostro convive con la nostra quotidianità, e abita a casa nostra. All'esordio, la regista firma un nuovo must di un genere finalmente in ripresa.

18 - La felicità è un sistema complesso - Gianni Zanasi
Esilarante, anarchico, agrodolce. Storie di individui che stanno consapevolmente per affondare ma capaci di ritrovare il piacere di giocare, di perdere tempo con la bellezza delle piccole cose. E se c'è un filo conduttore quello è il rapporto tra padri e figli: seguendo le orme dei genitori, si va a fondo. Abbiamo il diritto di poter essere sempre alla ricerca del nostro posto nel mondo.

17 - Un mondo fragile - César Augusto Acevedo
Ritratto intimo di una famiglia contadina, asciutto e mai ricattatorio, privo di consolazioni. Un'America latina lontana da tentazioni cartolinesche in un lavoro esteticamente perfetto, che getta una luce dolorosa su un mondo ai margini della sopravvivenza. Il rigore formale è ripagato da passaggi di grande emozione nelle dinamiche tra esseri umani.

16 - Giovani si diventa - Noah Baumbach
Incontro e scontro generazionale: il quarantenne che si serve del processo tecnologico per paura di non essere al passo coi tempi contro il venticinquenne che ribadisce la propria mondanità vintage, modaiola e pseudo-alternativa. Un'impietosa descrizione degli hipster di oggi: abituati a costruire la forma prima del contenuto, schiavi delle pose e del trend estetico del momento.

15 - Inside Out - Pete Docter, Ronaldo Del Carmen
Si rimane meravigliati di fronte all'architettura mentale congegnata dall'abile creatività della Pixar. Si ride, si piange, in un tripudio di emozioni destinato a rappresentare un nuovo punto di svolta tecnica e, soprattutto, intellettuale del cinema d'animazione. E con il sacrificio del bellissimo personaggio di Bing Bong siamo tutti costretti a fare i conti, prima o poi.

14 - Sangue del mio sangue - Marco Bellocchio
Marco Bellocchio al suo meglio: famiglia, religione, borgo antico, uno sguardo tra l'incredulo e l'onirico. Impagabile Roberto Herlitzka, emblema del vampiro dei giorni nostri, ma in decadenza; lucido e graffiante il duetto con Toni Bertorelli in uno studio dentistico, forse la scena dell'anno. Nel frattempo, il Paese si rifiuta di apprendere dalla propria Storia e, imperterrito, sorridendo peggiora.

13 - The Lobster - Yorgos Lanthimos
Disturbante e perversa riflessione sulle mediocrità dell'uomo, contrapposte a una società che non può fare a meno di catalogare e di etichettare. Come in un libro di Michel Houellebecq, Lanthimos bilancia ottimamente registri surreali e tragicomici, riflettendo sulla contemporaneità con ironica disillusione: il merito è anche di un immenso Colin Farrell. 

12 - Leviathan - Andrey Zvyagintsev
La sofferenza della vita terrena è in contrasto con l'indifferenza di una Natura che giganteggia, e che procede in direzione opposta rispetto all'incapacità dell'essere umano di liberarsi dalle catene. Sullo sfondo, l'unica consolazione in grado di riscaldare il gelido vivere è la vodka: la compagna fedele nei momenti di distensione, di rassegnazione, di solitudine.

11 - Ritorno alla vita - Wim Wenders
Wenders è ancora desideroso di sperimentare e riflettere sulle potenzialità inesplorate della Settima Arte. Un utilizzo del 3D apparentemente innocuo, ma fondamentale per penetrare nell'anima persa di un dolente James Franco, scrittore in crisi artistica e personale. Un'opera raffinatissima, dove la fotografia plumbea possiede la stessa importanza dell'intensità delle interpretazioni.

10 - White God - Sinfonia per Hagen - Kornél Mundruczò
Rabbiosa e sovversiva denuncia nei confronti dello sfruttamento delle minoranze, dei soggetti deboli e dei rifiutati. Cani bellissimi e maltrattati che si organizzano per prendere il controllo di Budapest e per ribellarsi al genere umano: non ci sono dubbi per chi parteggiare. Dalla relazione tra cinefilia e cinofilia, è uno dei risultati più potenti ed emozionanti.

9 - Foxcatcher - Bennett Miller
Il corpo non tiene, è destinato a consumarsi, ed ognuno di noi è facilmente corruttibile dal richiamo del denaro e dell'autodistruzione. Uno stile classico al servizio di un terzetto d'attori in stato di grazia (Steve Carell, Channing Tatum, Mark Ruffalo) e funzionale al grigiore d'America: una parabola sul dominio economico e culturale di chi ha sempre inseguito l'apparenza come punto d'arrivo.

8 - Il ponte delle spie - Steven Spielberg
Una dichiarazione d'amore al diritto e un inno alla diplomazia. Spielberg emoziona, come solo lui può, supportato da una sceneggiatura memorabile di Joel ed Ethan Coen e dalle prove dell'avvocato Tom Hanks e della spia russa Mark Rylance. Perfetto, attuale, commovente per il valore e il significato che riassegna all'espressione "uomini tutti d'un pezzo".

7 - Whiplash - Damien Chazelle
Racconto di formazione furente, che riflette sull'impossibilità di non rinunciare agli aspetti più lievi e superficiali della vita, dovendoli sacrificare con l'applicazione e la tensione costante di riuscire a realizzare i propri sogni. Psicosi a due tra maestro e allievo, tra vittima e carnefice, tra padre e figlio, sulle note di un pezzo jazz nervoso e sincopato.

6 - 45 Anni - Andrew Haigh
I segni, i volti, le rughe degli indimenticabili Tom Courtenay e Charlotte Rampling sono il cuore pulsante di un grande film che scava nelle pieghe profonde di chi è in grado di conservare l'eternità di un sentimento, per quanto possa rimanere apparentemente congelato. L'amore non è mai una cosa semplice, forse è soltanto un'invenzione dei poeti.

5 - Youth - La Giovinezza - Paolo Sorrentino
C'è tanto, c'è tutto in quella che è una partitura musicale più che una sceneggiatura: eppure, Sorrentino si rivela meravigliosamente coerente, diretto e brutale, sincero e mai cervellotico. Una serie di personaggi immensi, ribadendo ciascuno il proprio ruolo e inneggiando alla leggerezza e alla canzone semplice.

4 - Blackhat - Michael Mann
Mann continua a interrogarsi sull'Uomo, a osservare i suoi addii. In un mondo virtuale che si riproduce e si copia a propria immagine e somiglianza, lui continua a riprendere una scena d'azione come se fosse una scena d'amore, e una scena d'amore come se fosse una scena d'azione. Lo può fare soltanto chi non conosce la differenza tra la passione per una donna e quella per un eroe.

3 - Sicario - Denis Villeneuve
Va avanti il processo di rivisitazione del poliziesco, in chiave nera, disperata, senza nessuna via d'uscita. Questo è il mondo che ci meritiamo, ed è un mondo di lupi, dove chi si illude di rispettare i protocolli e la legge ne esce sconfitto. Si astengano moralisti e femministe: nella guerra tra il vendicativo Benicio Del Toro e la straordinaria Emily Blunt, fragile agnellino, vince il primo.

2 - Vizio di forma - Paul Thomas Anderson
PTA ci ha fregato anche questa volta. Dopo un primo approccio alla visione un po' nebuloso, il film cresce e non se ne va più, rimane impresso per le sue esplosioni improvvise di genio, di follia, di allucinazione. Si resta inebriati e attoniti, mentre la controcultura si accartoccia malinconicamente su se stessa e la macchina capitalista entra nelle nostre vite con prepotenza, corrompendole per sempre.

1 - La scomparsa di Eleanor Rigby: Lei/Lui - Ned Benson
L'elaborazione di un lutto e la fine di un amore da due punti di vista, quello femminile e quello maschile. Un esperimento cinematografico magico, magistralmente incastrato, doppio ma unico, differente tra sé per umori e temperature emotive. Come in Boyhood, il Tempo è il vero grande protagonista. E specchiandoci in James McAvoy, piangiamo con una magnifica, inarrivabile Jessica Chastain.

ATTORE DELL'ANNO: Colin Farrell (The Lobster, True Detective)

ATTRICE DELL'ANNO: Jessica Chastain (La scomparsa di Eleanor Rigby)

I MIGLIOR FILM DE 'IL BELLO, IL BRUTTO E IL CATTIVO'

2011 Il cigno nero - Darren Aronofsky
2012 Un sapore di ruggine e ossa - Jacques Audiard
2013 The Master - Paul Thomas Anderson
2014 Boyhood - Richard Linklater
2015 La scomparsa di Eleanor Rigby: Lei/Lui - Ned Benson









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