lunedì 23 ottobre 2017

Top 5: Ottobre 2017

5 - La battaglia dei sessi - Jonathan Dayton, Valerie Faris (voto 7)
Raro esempio di genere tennistico (ma è in arrivo anche Borg McEnroe), intelligente prodotto femminista, puntualmente nelle sale in pieno scandalo Weinstein. Se ne apprezzano il tono equilibrato e mai retorico, il ritratto di un'epoca divisa tra tradizionalismo e moti ribelli e le prove degli attori: Steve Carell è un insopportabile esibizionista come in Foxcatcher, Andrea Riseborough è la conferma di un talento sensibile ed Emma Stone è senz'altro più credibile come Billie Jean che in La La Land.

4 - 120 battiti al minuto - Robin Campillo (voto 7)
Nobile ed energico film su Act Up, gruppo di attivisti per i diritti dei sieropositivi contro l'indifferenza dello Stato nella Francia degli anni Novanta. Realiste e coinvolgenti le scene delle assemblee e dei dibattiti, emozionano la descrizione corale dei protagonisti e le loro accese manifestazioni, più convenzionale la love story con lacrima facile che rischia nel finale di offuscare la potenza del messaggio politico e lo sguardo d'insieme.

3 - L'altra metà della storia - Ritesh Batra (voto 8)
Profonda e crudele riflessione sugli inganni della memoria e sulla rimozione delle proprie colpe, sorretta da una sceneggiatura di eccelsa fattura, che si distingue per la bellezza del racconto e per l'utilizzo di un colpo di scena efficace e incisivo. Un cinema semplice e medio-alto, certamente non innovativo, ma che porta lo spettatore a confrontarsi con i propri sentimenti, sorprendendolo ed evitando di percorrere i binari più ovvi per commuovere.

2 - It - Andy Muschietti (voto 8)
Muschietti rinuncia di adattare pedissequamente un romanzo inadattabile, ma ne conserva lo spirito, preferendo concentrarsi sull'instabilità emotiva dei personaggi. Il vero orrore è interiore, e si costruisce tanto nell'atto voyeuristico di un desiderio inespresso e sconosciuto ("it" è anche il pronome con cui ci si riferisce al sesso), quanto nel timore di vivere in un mondo che costringe a competere. Forse Pennywise non è altro che uno stimolo a prendere consapevolezza dei nostri limiti e a darci coraggio.

1 - Una donna fantastica - Sebastian Lelio (voto 8)
Memorabile ritratto femminile di Daniel/Marina, che rivendica il diritto di piangere la persona che ama affrontando gli imbarazzi e i pregiudizi di una famiglia e di un'intera società. Lelio come il miglior Pedro: innamoratissimo della sua protagonista, la segue mentre si batte con ostinazione per ritagliarsi il proprio spazio di dolore, di passione. Sobrio e delicato dramma transgender, trip emozionale che elabora il lutto con lucidità e determinazione, diretto con eleganza e visionarietà, interpretato straordinariamente da Daniela Vega.