5 - Siccità - Paolo Virzì (voto 7)
Ambiziosa, altalenante, a tratti genuinamente feroce tragicommedia all'italiana contemporanea, che prova ad adattare e a contestualizzare la coralità del cinema altmaniano e l'affresco disperato dell'umanità di Magnolia, ipotizzando un'Italia desertificata dall'assenza di pioggia e in cui il rischio di disidratazione si aggiunge alle epidemie e alle crisi sanitarie, sociali, economiche e morali. Non è il miglior Virzì, ma neppure il peggiore: tutto funziona soltanto in parte, soprattutto il cast, ma il coraggio è da lodare.
4 - Ninja Baby - Yngvild Sve Flikke (voto 7)
Una delle commedie più divertenti dell'anno, dove una giovane adulta di Oslo scopre di essere incinta troppo tardi per poter abortire e cerca di risalire all'irresponsabile padre, collocandosi a metà strada tra la sensibilità di Juno e la sana sboccataggine di Judd Apatow. Ma nonostante le influenze narrative dei modelli americani, il contesto è molto più progressista e privo di morale conservatrice, a partire dalla naturalezza con cui viene raccontata la libertà degli incontri e delle esperienze sessuali della protagonista.
3 - Moonage Daydream - Brett Morgen (voto 8)
Documentario sontuoso e definitivo su David Bowie, che rinuncia a ricostruirne il percorso biografico e artistico, sacrificando i frammenti della vita privata, ma condensando tutta la potenza sensoriale, musicale e visionaria della sua creazione. Un trip caleidoscopico e imponente nella mente e nella poetica di una delle principali icone pop del Novecento, quella più indecifrabile, aliena e anticonformista, sempre in anticipo sui tempi, sulle mode e sui costumi, che attraversa le fasi e le trasformazioni identitarie del Duca restituendo il fascino caotico delle sue sperimentazioni.
2 - La notte del 12 - Dominik Moll (voto 9)
L'aspetto esteriore è quello canonico del poliziesco: una ragazza viene uccisa, tutti sono potenzialmente colpevoli. Ma tolta l'etichetta del genere, emerge un piccolo capolavoro sul dolore interiore sommerso, sulle difficoltà di superarlo e sulla necessità di inseguire le ossessioni per restituire un significato all'esistenza. Ambientato nella Savoia più anonima e impalpabile e disinnescando la tensione del mystery e la complicità del buddy movie, è una gelida immersione nell'imperturbabilità dell'animo umano e nel tentativo fallito di risolvere la sua spietatezza. Il volto impassibile e la testarda volontà del commissario interpretato da Bastien Bouillon sono di eastwoodiana emozione.
1 - Blonde - Andrew Dominik (voto 10)
Vertiginoso, soffocante e dolente ritratto di una possibile Marilyn Monroe, vittima eterna della sensualità della sua immagine e di un sistema maschilista dominante, impotente di fronte alla violenza dell'industria di renderla prodotto commerciale, marchio di fabbrica e involontariamente mito. Un film iconoclasta sull'abbattimento delle superfici, un manifesto contro il biografismo a tutti i costi, che prosegue il discorso di Dominik sulla decomposizione degli archetipi, dei simboli e dei generi. Un punto di vista radicale, uno sguardo allucinato ma illuminato dal corpo e dalla luce di Ana de Armas, nel ruolo di una creatura extraterrestre alla ricerca impossibile di una via d'uscita.