mercoledì 7 dicembre 2022

Top 20: La Superclassifica del 2022

20 - Hustle - Jeremiah Zagar
E se fosse Adam Sandler l'erede degli interpreti del cinema più classico e rappresentativo dei valori individuali dell'America? Lo sport come strumento di rivincita e riscatto: niente di nuovo, ma questo è il controcampo positivo e resiliente di Diamanti grezzi, dove la ricerca della felicità non passa attraverso la materialità del denaro ma insegue una complicata fondazione di rapporti umani che permettano di riuscire a competere, e resistere, nel mondo di oggi.

19 - Il prodigio - Sebastian Lelio
Influenzato dalle protagoniste combattive del cinema almodovariano e dalle loro battaglie contro il conformismo, il bigottismo e l'ortodossia, Lelio dirige un thriller in costume che ragiona sul potere delle storie e sui raggiri della parola, e sulla fragile condizione umana che si aggrappa a qualcosa in cui credere per poter sopravvivere, affrontando così l'irrazionalità e la tragicità degli eventi. La religione è ancora una volta l'oppio dei popoli, anche se la lotta ha il corpo e l'energia di Florence Pugh.

18 - Un altro mondo - Stéphane Brizé
Il miglior cinema sociale di oggi. Il punto di vista della lotta per un mondo del lavoro meno ingiusto passa dai tavoli dei sindacati ai tentativi e alla determinazione di un dirigente che fa da ponte tra gli sfruttati e la legge di un capo che risponde soltanto al cinismo di Wall Street: trovare una mediazione è un'impresa sempre più ardua e complicata, ma nella coscienza e negli sguardi di Vincent Lindon il senso della dignità è più grande di quello del profitto aziendale.

17 - La stranezza - Roberto Andò
Un raro e sorprendente punto d'incontro tra linguaggio alto e comicità popolare, che permette a Ficarra e Picone di interpretare i ruoli più belli della loro carriera e a Toni Servillo di indossare un'altra maschera della nostra storia e della nostra cultura. Una sintesi del senso di Luigi Pirandello per il teatro: una rivoluzione che rompe gli schemi e la quarta parete, e che si realizza attraverso un processo creativo tormentato e fantasmatico, destinato a un debutto fallimentare e a un successo planetario.

16 - True Mothers - Naomi Kawase
Un dramma adolescenziale che parte come un algido dramma borghese su una coppia che non può avere figli, per poi virare sui binari di un romanzo di formazione struggente, su una figlia e madre mancata, una giovane ribelle in fuga dalle rigidità, dagli scandali, dai dogmi della società e della famiglia d'origine. E sulla ricerca di un rifugio dove condividere il dolore di ciò che è stato negato. Uno sguardo empatico, ricco di suggestioni oniriche, attento agli ambienti e ai misteri della natura.

15 - Don't Worry Darling - Olivia Wilde
Attacco frontale al patriarcato e simbolo del neo-femminismo, ma anche un audace e ambizioso pastiche che cerca di far convivere La donna perfetta, Matrix e The Truman Show. La Wilde non tarocca lo spirito dei tempi che attraversiamo e, trascinata da Florence Pugh (la miglior attrice di oggi), realizza un fanta-thriller dalla confezione irresistibilmente pop e dalla superficie stilosa, che fra qualche anno potremmo considerare uno dei film americani più simbolici (e divertenti) dell'era post-pandemica.

14 - L'ombra di Caravaggio - Michele Placido
Il miglior film su Caravaggio che ci si potesse aspettare da Placido: un romanzo criminale seicentesco viscerale e pasoliniano, tra pose da rockstar e poetica da Vallanzasca, che omaggia visivamente il genio pittorico del Merisi e ne ripercorre gli episodi della vita che lo hanno portato a esaltare disperati e puttane. Un biopic libero, anticonvenzionale e lontano dalla fiction televisiva, a partire dalle prove appassionate di un perfetto Scamarcio e di un cast affollato, eterogeneo ed entusiasmante.

13 - Monica - Andrea Pallaoro
Supportato dall'immaginario di un'America in contrasto tra il progresso e il cuore selvaggio della provincia, Pallaoro imbastisce un ritratto femminile vivido e pulsante, impreziosito dalla fisicità e dalle sfumature della stupenda Trace Lysette, donna transgender che torna a casa dopo vent'anni per perdonare e farsi perdonare. La regia formale e ricercata, il racconto lento e contemplativo, permettono di immergersi nell'emotività di un'anima ribelle che non ha terminato di conoscersi ed esplorarsi.

12 - La fiera delle illusioni - Guillermo del Toro
Il capolavoro del regista messicano, che racconta l'inesorabile decomposizione morale di un mentalista e del suo modo di pensare l'intrattenimento, inteso come sinonimo di inganno crudele ai danni di chi lo guarda e lo vive. Un viaggio agli inferi dell'esistenza, dalla confezione ingannevole: un'opera autocritica targata Disney, che sabota se stessa. E il finale è il più cinico e anti-hollywoodiano degli ultimi anni: la fine a cui va incontro un disperato Bradley Cooper è quella inevitabile dell'uomo-bestia.

11 - Hope - Maria Sodahl
Struggente autobiografia famigliare, che racconta i dieci giorni tra Natale e Capodanno di una moglie e madre, dal giorno in cui le viene diagnosticato un tumore al cervello fino al momento dell'operazione. Un miracolo di tenuta drammatica, un cancer movie che azzera ogni pericolo di retorica, grazie a una scrittura naturale, autentica e controllata, e in cui svolge una funzione fondamentale l'equilibrio dei due interpreti, la straordinaria Andrea Braein Hovig e l'eleganza emotiva di Stellan Skarsgard.

10 - Esterno notte - Marco Bellocchio 
Un'opera sontuosa e documentata, che affronta un momento chiave della politica italiana come il sequestro e l'uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, adottando gli sguardi intimi, dubbiosi e dolenti di chi era legato a lui da un rapporto confidenziale: in tutti i personaggi domina un sentimento di incertezza e di impotenza di fronte all'impossibilità di evitare il compimento del destino. Bellocchio raggiunge un nuovo apice di sensibilità umana e di lettura critica degli eventi storici, realizzando un grande romanzo shakespeariano capace di sintetizzare il precario rapporto tra pubblico e privato.

9 - Nostalgia - Mario Martone
Il noir secondo Martone: il ritorno a casa di un uomo tranquillo, per cui il passato non potrà mai essere una terra straniera. Adottando un linguaggio duro e diretto e descrivendo una Napoli aspra e fantasmatica, il regista riflette sulla nobiltà e sul privilegio del sentimento nostalgico, benedetto da una citazione di Pasolini ma inevitabilmente destinato a intrecciarsi con l'oscura presenza della fine delle cose. Non esiste riconciliazione per chi è stato tradito e abbandonato: anche lo squallore della delinquenza non è altro che una banale conseguenza delle sconfitte della vita.

8 - Bardo, la cronaca falsa di alcune verità - Alejandro G. Inarritu
Un'opera fluviale, esondante e tracotante, ma che rivela un'autenticità inedita nello sguardo del regista messicano, alle prese con una felliniana e anarchica autofiction, che affonda le sue radici nella storia violentata e calpestata del Paese in cui è nato e che ha abbandonato, sviluppando un senso di colpa che misura la ragione sentimentale di una pellicola alla ricerca di un'espiazione spirituale. Eccessivo, ma spesso potente e visionario: il miglior film di un autore controverso, ma a cui devono essere riconosciute l'energia, la vitalità e il furore di un'operazione intima e confidenziale.

7 - Un anno, una notte - Isaki Lacuesta
Radiografia di una psicosi a due sensibile e dolente, incentrata su una coppia sopravvissuta alla tragedia parigina del Bataclan del 13 novembre 2015, uno di quegli eventi che separano il nostro tempo in un prima e un dopo. Non è l'elaborazione di un lutto, ma di uno shock, di un trauma, di una testimonianza diretta, della paura improvvisa di perdere qualcuno e di morire. L'argentino Nahuel Pérez Biscayart e la francese Noémie Merlant sono credibili e umorali, e senza eccessi melodrammatici scuotono l'inconscio conducendo chi guarda all'immedesimazione. 

6 - La notte del 12 - Dominik Moll
Una ragazza viene uccisa, tutti sono potenzialmente colpevoli. Ma il poliziesco è un'etichetta: un percorso sulle difficoltà di superare il dolore interiore sommerso e sulla necessità di inseguire le ossessioni per restituire un senso all'esistenza. Ambientata nella Savoia più anonima e impalpabile e disinnescando la tensione del mystery e la complicità del buddy movie, è una gelida immersione nell'imperturbabilità dell'animo umano e nel tentativo fallito di risolvere la sua spietatezza. Il volto impassibile e la testardaggine del commissario di Bastien Bouillon sono di intensità eastwoodiana.

5 - Parigi, 13 Arr. - Jacques Audiard
Il film più estetizzante di Audiard, ma anche il più febbrile e vitale: nel quartiere parigino di Les Olympiades, nuovo distretto hipster e multiculturale, si intrecciano i desideri sessuali di un terzetto di giovani adulti, socialmente integrati ma insicuri a livello economico ed emozionale. Una fotografia realista di una generazione, autentica e priva di autocommiserazione, che unisce la classicità del bianco e nero con la modernità dei linguaggi, il fattore umano con le relazioni via chat, immergendosi nella schiuma dei giorni e nella consistenza della superficie.

4 - Saint Omer - Alice Diop
Strutturata sulle lunghe deposizioni processuali di una donna senegalese accusata per l'omicidio della figlia abbandonata su una spiaggia, l'opera prima di Alice Diop è una folgorante riflessione sulle modalità espressive del racconto, oltre a interrogarsi sulle incertezze e sulle paure della maternità, e sull'impossibilità giudiziaria di poter comprendere le ragioni personali e antropologiche che portano a un gesto atroce. E adottando il punto di vista esterno di una scrittrice che indaga i tormenti e il passato della donna, mantiene una lucidità e un distacco emotivo che evitano il folklore e il sensazionalismo.

3 - Apollo 10 e mezzo - Richard Linklater
Un altro episodio memorabile di un cineasta che non si stanca di sperimentare, sorprendere, giocare con le immagini e con il concetto di tempo. Un film d'animazione che omaggia i sogni persi e le illusioni dell'America di provincia degli anni Sessanta, quando il benessere economico permetteva di vivere l'allunaggio del 1969 come un'esperienza collettiva e popolare. Un momento autobiografico indimenticabile è l'occasione per viaggiare in un'epoca dorata e colorata, mantenendo vivi gli spettri della malinconia e delle false promesse del capitalismo.

2 - Licorice Pizza - Paul Thomas Anderson
Un romanzo di formazione semplice, lineare e magico, capace di decifrare il filo invisibile e i sentimenti che legano un adolescente che vorrebbe essere più grande e una giovane adulta attratta dall'eternità delle prime volte e dall'emozione del colpo di fulmine. Intanto, sullo sfondo, scorrono i feticci e il batticuore degli anni Settanta, il miraggio del successo economico e individuale, le corse per vivere un mondo di magnifiche illusioni. E infine, quella incantevole maestria di PTA nella costruzione delle scene, nell'osservazione, nel dare il giusto peso e valore alla leggerezza delle immagini.

1 - Blonde - Andrew Dominik
Vertiginoso, soffocante e dolente ritratto di una possibile Marilyn Monroe, vittima eterna della sensualità della sua immagine e di un sistema maschilista dominante, impotente di fronte alla violenza dell'industria di renderla prodotto commerciale, marchio di fabbrica e involontariamente mito. Un film iconoclasta sull'abbattimento delle superfici, un manifesto contro il biografismo a tutti i costi, che prosegue il discorso di Dominik sulla decomposizione degli archetipi, dei simboli e dei generi. Un punto di vista radicale, uno sguardo allucinato ma illuminato dal corpo e dalla luce di Ana de Armas, nel ruolo di una creatura extraterrestre alla ricerca impossibile di una via d'uscita.


I FILM DELL'ANNO DE 'IL BELLO, IL BRUTTO E IL CATTIVO'

2011: Il cigno nero - Darren Aronofsky
2012: Un sapore di ruggine e ossa - Jacques Audiard
2013: The Master - Paul Thomas Anderson
2014: Boyhood - Richard Linklater
2015: La scomparsa di Eleanor Rigby - Ned Benson
2016: Frantz - Francois Ozon
2017: Personal Shopper - Olivier Assayas
2018: Mektoub, My Love - Canto Uno - Abdellatif Kechiche
2019: Joker - Todd Phillips
2020: La vita nascosta - Terrence Malick
2021: Scompartimento n.6 - Juho Kuosmanen
2022: Blonde - Andrew Dominik





1 commento:

  1. La vita è così bella non perché sia ​​perfetta, ma perché possiamo trovare bellezza e gioia nelle piccole cose e nei momenti. Perché il https://tantifilm.fyi cinema è così emozionante?

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