5 - The Hater - Jan Komasa (voto 7)
Ambiziosa e sovraccarica epopea di un fomentatore d'odio dei giorni nostri: cacciato da giurisprudenza per aver copiato la tesi, un giovane e abile manipolatore di una società di pubbliche relazioni compie una personale rivoluzione di classe, utilizzando profili fake e infangando un politico anti-populista. Ritratto di un autentico sciacallo contemporaneo, in cui si indagano anche le ragioni di un malessere che si manifesta attraverso la realtà digitale. Con maggiore equilibrio narrativo, poteva essere il nuovo The Social Network. Su Netflix
4 - Un'estate con Sofia - Rebecca Zlotowski (voto 7)
Il pensiero a Rohmer e Kechiche è immediato, ma la Zlotowski sposta lo sguardo estivo dai rapporti tra adolescenti di pari età alle differenze anagrafiche, economiche e culturali. Il risultato sembra a volte un po' troppo patinato, ma la caratterizzazione delle due protagoniste, cugine lontanissime per formazione sessuale, è riuscita e la ex "sex worker" Zahia Dehar si rivela un perfetto oggetto del desiderio in grado di capovolgere gerarchie di genere e cambiare prospettive. Su Netflix3 - Onward - Oltre la magia - Dan Scanlon (voto 8)
Il rischio è di archiviarlo in maniera frettolosa per essere il film Pixar più rinviato a data da destinarsi di sempre, e per essere meno complesso e stratificato dei precedenti. Ma, in questo caso, la semplicità è una carta vincente: sano divertimento da buddy movie, una parodia irresistibile delle tipiche dinamiche narrative da fantasy, un elogio commovente della fratellanza che va di pari passo con la simpatia verso il mondo nerd e l'identificazione con i perdenti. Meno poesia, forse, più "freakness" e stravaganza. Al cinema
Il rischio è di archiviarlo in maniera frettolosa per essere il film Pixar più rinviato a data da destinarsi di sempre, e per essere meno complesso e stratificato dei precedenti. Ma, in questo caso, la semplicità è una carta vincente: sano divertimento da buddy movie, una parodia irresistibile delle tipiche dinamiche narrative da fantasy, un elogio commovente della fratellanza che va di pari passo con la simpatia verso il mondo nerd e l'identificazione con i perdenti. Meno poesia, forse, più "freakness" e stravaganza. Al cinema
2 - Volevo nascondermi - Giorgio Diritti (voto 8)
Un biopic libero, anti-televisivo, suggestivo e immaginifico del pittore e scultore naif Antonio Ligabue, interpretato da un Elio Germano irriconoscibile e di bravura straripante. Un'opera ritagliata soprattutto sui contorni eclettici e multiformi di una prova d'attore persino difficile da contenere. Ma Diritti è interessato anche al racconto di un universo rurale e contadino diviso tra genio e disperazione, al rapporto conflittuale tra arte e disgrazia, al filo rosso che lega follia e atto creativo. Al cinema
Un biopic libero, anti-televisivo, suggestivo e immaginifico del pittore e scultore naif Antonio Ligabue, interpretato da un Elio Germano irriconoscibile e di bravura straripante. Un'opera ritagliata soprattutto sui contorni eclettici e multiformi di una prova d'attore persino difficile da contenere. Ma Diritti è interessato anche al racconto di un universo rurale e contadino diviso tra genio e disperazione, al rapporto conflittuale tra arte e disgrazia, al filo rosso che lega follia e atto creativo. Al cinema
1 - Il re di Staten Island - Judd Apatow (voto 9)
Maschi, tardo-adolescenti, profondamente buoni, potenzialmente eroi. Apatow, alla prova del nove della sua idea di cinema, realizza il film meno divertente e più profondo, politico e poetico della sua carriera: la scelta di non crescere è un atto di ribellione quotidiano, di non omologazione in un Occidente orfano di riferimenti e ideologie, e in un mondo che offre sempre meno possibilità. E allora non ci resta altro che guardare in alto, verso il cielo, laddove una volta c'erano simboli che oggi non ci sono più, per immaginare un posto in cui il nostro modo d'essere trova finalmente una conciliazione. Al cinema