domenica 9 giugno 2024

Top Ten: Classifica Primo Semestre 2024

10 - Marcello mio - Christophe Honoré
Sgangherato, frammentario, libero e struggente: tra meta-cinema e autofiction psicanalitica, una riflessione filiale sul ruolo schiacciante e ossessivo del genitore, sull'immedesimazione mimetica, sul suo fantasma e sulla sua iconografia, sulla naturale consequenzialità tra realtà, finzione, immaginazione e sogno. La prova di Chiara Mastroianni è impressionante ed è coadiuvata da un gruppo di amici e famigliari che prendono parte al gioco tra lo sbigottimento e il divertimento. Ma Honoré riflette anche sull'identità di genere, e l'omaggio a Marcello risulta un pretesto per sperimentare l'unione di diversi linguaggi, esponendosi al rischio di confondere, ma provocando molti frammenti emozionanti.

9 - Enea - Pietro Castellitto
Nato per essere detestato: è il film-bersaglio di un trentenne figlio di papà, proveniente dalla borghesia radical-chic di Roma Nord, che racconta ambienti, famiglie e situazioni che conosce da vicino. Ma Castellitto ribalta genialmente le attese, annulla ogni pericolo di critica sociale e di sguardo moralista, e riflette con autoironia e disincanto sulla consistenza della superficie, generando uno spaccato umanista, ridicolo e surreale, che trova un'aderenza romantica e nichilista al suo approccio anarchico e sregolato. Le trovate e i dialoghi sono esilaranti: un Muccino semiserio e sotto acido, ma anche una parodia di un Sorrentino con il peso schiacciante dei genitori ancora in vita. E tutti i caratteristi sono una goduria.

8 - May December - Todd Haynes
Imperdibile ring femminile interpretato dalle meravigliose, enigmatiche, tossicissime, Natalie Portman e Julianne Moore, che s'inseguono e si confondono: grazie a Dio, esistono registi e sceneggiatori come Todd Haynes che scrivono ancora oggi film su anti-Barbie manipolatrici, perverse, immorali e detestabili. Stia lontano chi crede che Margot Robbie, nel film più marchettaro di ogni tempo, sia un simbolo di lotta contro il patriarcato. Il significato del titolo è un modo per indicare un rapporto sentimentale in cui la differenza di età è talmente ampia che i membri della coppia rappresentano mesi molto lontani all'interno dell'anno, proprio come sono maggio e dicembre.

7 - El Paraiso - Enrico Maria Artale
Un rapporto sentimentale tra madre e figlio nella periferia di una Roma delinquenziale e derelitta, sviluppando un maxi complesso di Edipo in uno scenario tra gangster, spaccio di droga e balere kitsch alla fine del mondo: un palpitante, disperato e trascinante melodramma tra il Tevere e la Colombia, con sprazzi di passione almodovariana, desideri inconsci e repressi, amore materno eterno destinato a soffocare. Un raro esempio di cinema italiano che racconta i margini dell'esistenza con affetto brutale per i personaggi, senza cinismo e furberie da "favolacce": strepitosi Edoardo Pesce, ragazzone in cerca di una seconda possibilità, e Margarita Rosa de Francisco, mamma tossica e vampiresca.

6 - Tatami - Guy Nattiv, Zar Amir Ebrahimi
Di diritto, uno dei film sportivi più potenti e importanti di ogni epoca. I mondiali di judo in Georgia sono il teatro delle prove di forza e di coraggio di una ragazza iraniana e della sua allenatrice, ribelli alla richiesta e alle minacce del loro governo dittatoriale di ritirarsi dalla manifestazione per non incontrare l'avversaria israeliana. Un esemplare racconto di sport inteso come specchio delle condizioni civili, politiche e umane di un Paese, e come una delle pochissime vie di fuga possibili. Cinema di denuncia, attuale, diretto e interpretato con la rabbia e l'orgoglio di chi lotta per un mondo migliore. Impossibile pretendere qualcosa di più urgente a livello geo-politico.

5 - Memory - Michel Franco
La più bella storia d'amore degli ultimi anni. Jessica Chastain interpreta una madre sola ed ex alcolista, tampinata da un uomo da cui è convinta di aver subito molestie sessuali all'epoca del liceo. Ma l'apparenza inganna: lui, Peter Sarsgaard, soffre di demenza ed è incapace di ricordare quello che è accaduto poco prima. Ma non dimentica emozioni e sentimenti. Ragionando sulle diverse conseguenze con cui il passato e la memoria determinano il nostro modo d'essere, il regista Michel Franco illumina il punto di contatto tra due anime perse e lesionate, due solitudini che assieme diventano una moltitudine. E a sorpresa dirige un'opera finalmente delicata, sensibile, commovente.

4 - Civil War - Alex Garland
Una distopia che getta un'inquietante lente d'ingrandimento su quello che potrebbe esplodere in una società vittima dei populismi e delle demagogie, abituata all'orrore delle immagini e sempre più lontana dal senso di umanità. Uno sguardo crudo e consapevole, lucidissimo, non tanto per lo scenario politico e apocalittico descritto, fin troppo manifesto, ma per la riflessione sull'importanza di continuare a fotografare, documentare, raccontare anche le macerie e il nostro annientamento. Un grande film sul giornalismo, e sulla resistenza delle agenzie di stampa come fonte primaria di informazione. Il miglior film di Garland, coadiuvato dalle ottime prove di Kirsten Dunst, Wagner Moura e Cailee Spaeny.

3 - Green Border - Agnieszka Holland
Un'immersione fisica e visiva, urgente, disperata, senza respiro, nella vergognosa condizione dei migranti nell'oscurità della foresta che fa da confine tra Polonia e Bielorussia, dove esseri umani alla ricerca di una vita migliore vengono seviziati, umiliati, torturati e ignorati, nel migliore dei casi. Tre punti di vista diversi: quello dei rifugiati siriani, ma anche di una guardia di frontiera e di un gruppo di attivisti. Action, horror, war movie e survival movie: non è Hollywood, ma l'irreale e bestiale politica odierna capace di offrire sostegno umanitario soltanto se conviene. Con un finale dichiaratamente anti-imperialista e anti-americano: non è un caso che sia stato ignorato dall'Academy.

2 - Il ragazzo e l'airone - Hayao Miyazaki
Un viaggio esplorativo verso la liberazione dal dolore e l'ingresso nell'età adulta: è l'opera di Miyazaki più personale, quella in cui le potenzialità immaginifiche del cinema d'animazione raggiungono l'apice creativo, allegorico e impressionista. Un Alice nel Paese delle meraviglie luttuoso e maschile, un trip allucinante e spigoloso che rappresenta un crocevia necessario per la lotta di ciascuno contro l'abbandono. La poesia e la sensibilità rimangono intatte, grazie a un bestiario caotico e visionario che supera le barriere della fantasia, ribadendo l'amore salvifico per il mondo animale e la necessaria convivenza con la natura, ma è anche uno strappo doloroso con gli appigli dell'infanzia, che lascia attoniti e senza difese. 

1 - Estranei - Andrew Haigh
Un frastornante viaggio interiore nell'incancellabile immaterialità dei fantasmi delle persone che abbiamo amato e che abbiamo perso. Haigh realizza un capolavoro dell'anima, dove l'amore del protagonista si diffonde in una dimensione onirica senza tempo, che sovrappone l'eternità del passato con l'illusione del presente. Un melodramma famigliare che non ricatta ma pugnala solo quando è necessario, obbligando a fare i conti con la realtà di ciò che resta e con le assenze. Una lettera d'amore indirizzata verso un'aldilà sempre più popolato, in contrasto con i dolori e le solitudini dell'aldiquà. Ma è anche un film sul processo creativo di chi scrive, sulle parole nascoste come unica, possibile elaborazione del lutto.