sabato 9 dicembre 2023

I film del 2023 degli Amici e Lettori

Alessandro Amato
Aftersun
As Bestas
Manodopera

Alvise Wollner
Passages
Talk to Me
La chimera

Antonio Morra
La chimera
Gigi la legge
Gli oceani sono i veri continenti

Arianna Vietina
La chimera
Holy Spider
Killers of the Flower Moon

Astrid Ardenti
La chimera
Il cielo brucia
Bottoms

Carlos Menezes
Killers of the Flower Moon
Animali selvatici
Anatomia di una caduta

Cristiano Bolla
Godzilla Minus One
Anatomia di una caduta
As Bestas

Davide Giordano
Oppenheimer
Godzilla Minus One
Pathaan

Davide Tagliapietra
Oppenheimer
Gli spiriti dell'isola
Beau ha paura

Diana Occorsio
Io capitano
Anatomia di una caduta
La chimera

Fabio Beninati
Killers of the Flower Moon
Decision to Leave
Tar

Giacomo Cozzaglio
Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte Uno
Comandante
Killers of the Flower Moon

Giovanni Dal Toso
Killers of the Flower Moon
Gli spiriti dell'isola
Disco Boy

Ivan Casagrande Conti
Godland - Nella terra di Dio
Pacifiction
Decision to Leave

Leonardo Strano
Foglie al vento
Il maestro giardiniere
Il cielo brucia

Linda Grazia Pola
Oppenheimer
Barbie
Io capitano

Luca Recordati
Oppenheimer
The Whale
Il sol dell'avvenire

Marco Dal Toso
Il sol dell'avvenire
The Old Oak
C'è ancora domani

Marco Emanuele Lampugnani
Oppenheimer
Comandante
Indiana Jones e il quadrante del destino

Marco Solé
Killers of the Flower Moon
Gli spiriti dell'isola
The Whale

Mario Blaconà
Trenque Lauquen
Il male non esiste 
L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice

Marzia Cassandra Carrera
Io capitano
The Whale
Mixed By Erry

Massimiliano Marco Gavinelli
Killers of the Flower Moon
Decision to Leave
The Whale

Mattia De Gasperis
Gli spiriti dell'isola
Decision to Leave
La chimera

Melis Rossi
Grazie ragazzi
C'è ancora domani
Lubo

Miriam Romano
Killers of the Flower Moon
Un colpo di fortuna - Coup de Chance
The Old Oak

Nicola Sannazzaro
Killers of the Flower Moon
The Whale
Gli spiriti dell'isola

Olivia Fanfani
Killers of the Flower Moon
Il sol dell'avvenire
Gli spiriti dell'isola

Rico Schwartz
Decision to Leave
Killers of the Flower Moon
Gli oceani sono i veri continenti

Stela Mehmeti
Killers of the Flower Moon
C'è ancora domani
Disco Boy


12 Killers of the Flower Moon
6 La chimera, Gli spiriti dell'isola
5 Decision to Leave, Oppenheimer, The Whale
3 Anatomia di una caduta, C'è ancora domani, Io capitano, Il sol dell'avvenire
2 As Bestas, Il cielo brucia, Comandante, Disco Boy, Godzilla Minus One, Gli oceani sono i veri continenti, The Old Oak
1 Aftersun, Manodopera, Passages, Talk to Me, Gigi la legge, Holy Spider, Bottoms, Animali selvatici, Pathaan, Beau ha paura, Tar, Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte Uno, Godland - Nella terra di Dio, Pacifiction, Foglie al vento, Il maestro giardiniere, Barbie, Indiana Jones e il quadrante del destino, Trenque Lauquen, Il male non esiste, L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice, Mixed by Erry, Grazie ragazzi, Lubo, Un colpo di fortuna - Coup de chance




lunedì 4 dicembre 2023

Top 10: I migliori film del 2023

10 - The Whale - Darren Aronofsky
Il cuore batte nella forza struggente della scrittura, che si sofferma sull'autocondanna a morte di un professore colto, obeso e omosessuale, di straordinaria sensibilità, ancora devastato da un lutto sentimentale, mentre cerca di chiudere con tutti i resti del suo amore il rapporto con la figlia. Il marchio di fabbrica è la presenza famelica dell'ossessione: quella per il cibo, che riempie il vuoto lasciato da quella per la cultura e i sentimenti. Aronofsky vince un'altra sfida impossibile: quella di far sentire, con le immagini e i suoni, il corpo e il peso dei suoi protagonisti sulla pelle dello spettatore.

9 - Il maestro giardiniere - Paul Schrader
La riflessione sull'America e sui suoi scheletri impossibili da sotterrare è spietata, ma lo spazio concesso all'ottimismo e alle seconde possibilità riguarda anche un Paese distante da chi insegue il miraggio di un riscatto. La metafora del giardinaggio è originale ed efficace: un'attività che permette di dare ordine e bellezza laddove si coltivano disordine e differenze, ideale per chi deve placare il detestabile istinto di brutalizzare le diversità che contraddistinguono il nostro tempo terreno. Per Schrader è il capitolo finale della trilogia sulla redenzione, dopo First Reformed e The Card Counter.

8 - Fratello e sorella - Arnaud Desplechin
Penso a tutti gli anni in cui hai lasciato che ti amassi. Ma non li rimpiango. Sublime, raffinata, freudiana immersione nella relazione che unisce e separa un rapporto di sangue, un affare di famiglia caratterizzato da odio, rancore, risentimento. Desplechin non spiega, ma lascia che siano gli imprevisti della vita a determinare il percorso incomprensibile e irrazionale che porta due persone con gli stessi genitori ad adorarsi e massacrarsi, a idealizzarsi e distruggersi. Forse è il film più romantico dell'anno: il merito è soprattutto delle prove abrasive, prorompenti, di Marion Cotillard e Melvil Poupaud.

7 - Il cielo brucia - Christian Petzold
Quei che muoiono quando sono innamorati. All'apparenza una commedia estiva, un racconto di formazione incidentato e ridicolo, una timida e goffa ronde sentimentale. Ma Petzold capovolge le premesse e instaura una riflessione tormentata e dolente sulle gabbie dell'autoreferenzialità, sulla solitudine dello scrittore, sull'incapacità di interpretare il mondo reale. Le fiamme divampano non solo nella foresta ma incendiano i conflitti del protagonista, costretto ad aprire gli occhi soltanto quando si troverà di fronte alla possibilità di un amore, all'insensatezza della morte, all'ineluttabilità dell'esistenza.

6 - Dream Scenario - Kristoffer Borgli
Spassosa e illuminante radiografia della superficialità globale contemporanea, del nulla assoluto che rappresenta ogni fenomeno virale, partendo dal successo istantaneo e immediato, e arrivando agli orrori della cancel culture di massa: il pretesto è un clamoroso, incredibile e autodistruttivo Nicolas Cage, nel ruolo di un professore americano medio e noioso, che senza alcun motivo appare nei sogni delle persone che lo circondano, e anche di chi non ha idea di chi sia. Storia di un'idolatria inconsistente che si frantuma rapidamente e diventa un incubo collettivo: si ride moltissimo, per non piangere. 

5 - Gli spiriti dell'isola - Martin McDonagh
Homo homini lupus. Un manifesto sul vuoto pneumatico dell'esistenza, che individua il suo esilarante spunto di partenza nell'ingiustificata rottura dell'amicizia tra i due consuetudinari protagonisti (gli inarrivabili Colin Farrell e Brendan Gleeson), abituati alla quotidianità isolana dell'Irlanda più verde e rurale, tra bevute di birra scura al pub e cacca d'asino da raccogliere. Si aprirà uno squarcio sui conflitti bellici secolari che caratterizzano la Storia, ma in realtà non è altro che il riflesso di una tendenza intrinseca all'annientamento. Ironico, poi disilluso, infine disperato: il capolavoro di McDonagh. 

4 - Un colpo di fortuna - Woody Allen
Un inatteso colpo d'ala del grande Woody. Con un tono unico, inimitabile e miracoloso a metà strada tra farsa e tragedia, si sofferma ancora una volta sull'ingenuità dell'amore, sull'inevitabilità del fato e sulla violenza della stupidità umana. Senza prendersi mai sul serio, ripercorre alcune tappe della sua carriera - da Crimini e misfatti a Match Point - e mette un punto definitivo, ironico e beffardo, sulle casualità e sulle occasioni della vita. Coadiuvato da un terzetto d'attori irresistibile e in stato di grazia, regala con serena disperazione e ritmi da fuoriclasse un thriller melò che non può fare a meno del sorriso.

3 - Decision to Leave - Park Chan-wook
Il maestro sudcoreano affronta ancora una volta la cospirazione: partendo dalla guerra tra i sessi, che diventa inevitabilmente uno scontro di classe, e che ovviamente racconta un conflitto sentimentale. Lui è un detective, lei è un'assassina. Dovrebbero amarsi davvero, ma non ne avremo la certezza, neppure alla fine: di certo, entrambi i protagonisti sono disposti a sovvertire i loro ruoli pur di mettere in gioco le loro emozioni. Provocando l'ordine e le regole, pur di sentirsi vivi. Un gioco di sentimenti apparenti e ingannevoli: un'ambiguità che rappresenta la spina dorsale di un cineasta spericolato, meraviglioso.

2 - The Old Oak - Ken Loach
Il Gran Torino del grande Loach: il vecchio pub come ultimo luogo dell'anima, la fine degli ideali, il miraggio di un mondo migliore. E poi, la resistenza da intendere oggi come solidarietà nei confronti dei migranti, delle minoranze e delle persone senza fissa dimora. Come una canzone di Gaber, ci dice che la sua generazione ha perso, ma non tutto è perduto: avremo sempre un pari, qualcuno con cui dividere e condividere il pane e le rose, qualcuno in cui ritrovare noi stessi, un fratello disposto a guardarci alle spalle. Struggente, romantico e spietato: è il manifesto della crisi di umanità del nostro presente.

1 - Killers of the Flower Moon - Martin Scorsese
Dentro c'è tutto Scorsese: sconfitta, redenzione, ambizione, usurpazione, tracotanza e rovina. Ma oltre alla completezza della poetica di un autore immenso, in vena di perfezione etica ed estetica, e oltre alla fluidità e all'inesorabilità del racconto epico e melodrammatico, vengono sintetizzate le vergogne storiche di un'America e di un Occidente tesi alle cancellazioni etniche e razziali, compiute in nome del denaro, delle proprietà e delle ricchezze. Un capolavoro americano, anticapitalista e antimperialista, che lascia spazio ad attuali confronti geopolitici. Un altro capitolo leggendario, anche per De Niro e DiCaprio, e che rivela la dolcezza, l'incredulità e l'amore tradito di uno dei personaggi femminili più belli e dolenti della storia del cinema, a cui offre volto, anima e corpo la celestiale Lily Gladstone.


I FILM DELL'ANNO DE 'IL BELLO, IL BRUTTO E IL CATTIVO'

2011: Il cigno nero - Darren Aronofsky
2012: Un sapore di ruggine e ossa - Jacques Audiard
2013: The Master - Paul Thomas Anderson
2014: Boyhood - Richard Linklater
2015: La scomparsa di Eleanor Rigby - Ned Benson
2016: Frantz - Francois Ozon
2017: Personal Shopper - Olivier Assayas
2018: Mektoub, My Love - Canto Uno - Abdellatif Kechiche
2019: Joker - Todd Phillips
2020: La vita nascosta - Terrence Malick
2021: Scompartimento n.6 - Juho Kuosmanen
2022: Blonde - Andrew Dominik
2023: Killers of the Flower Moon - Martin Scorsese






mercoledì 29 novembre 2023

Top 10: I migliori film italiani del 2023

10 - Mimì - Il principe delle tenebre - Brando De Sica
L'horror italiano che non t'aspetti. E con un livello di profondità psicologica e di consapevolezza registica che, in questo genere, mancava da decenni. Brando, figlio di Christian, è un altro De Sica che vuole andare in una direzione contraria rispetto a chi l'ha preceduto: il suo primo vero esordio è un gore sensibile e violento, stilizzato ma non fumettistico, che ragiona sull'alienazione adolescenziale e sulla necessità di fuggire verso altri orizzonti e altri immaginari. Con un finale romantico, dolorosissimo.

9 - Mixed By Erry - Sydney Sibilia
Il miglior esempio di commedia intelligente: Sibilia recupera un fatto di cronaca pop poco conosciuto e lo innalza a un livello emblematico di crocevia storico. E rispetto ai suoi precedenti film - dove i modelli americani predominavano su ogni lettura ulteriore - questo è soprattutto un grande spaccato nazionalpopolare, dove sogni, truffe, ingenuità e ossessioni rappresentano una chiave possibile per interpretare le molteplici sfumature di un Paese cialtronesco, ma che non è possibile smettere di amare.

8 - Cento domeniche - Antonio Albanese
Il più bel film di Albanese, che svela non troppo inaspettatamente uno sguardo sociale ma realista e crudo, durissimo, molto lontano dalle barzellette e dalla macchietta di Cetto La Qualunque. Qui è come se avesse portato le lotte e l'indignazione di Ken Loach nella provincia di Lecco, dove un operaio in pre-pensionamento, un brav'uomo, si trova ostaggio di una banca in fallimento. Una tragedia che ha distrutto famiglie e risparmiatori, etichettati come ingenui. Mai retorico, equilibrato, potentissimo.

7 - Palazzina LAF - Michele Riondino
Uno dei grandi esordi di quest'anno. Riondino debutta come regista e ravviva il grande cinema civile, di denuncia, con una pellicola che riecheggia lo stile politico e visionario di Elio Petri, l'amarezza di Pietro Germi, e con un protagonista che rimanda al furore anarchico e alle oscurità dei personaggi di Volonté. Evidenziando la storia ignobile dell'Ilva di Taranto, che mandò in esilio in una palazzina derelitta i propri dipendenti non disposti a essere demansionati. Ed è così che anche in Italia si parlò di mobbing.

6 - Patagonia - Simone Bozzelli
Una delle dinamiche relazionali più audaci e complesse viste di recente, non soltanto nel nostro cinema, e soprattutto uno sguardo genuino ma allucinato sui resti di un Paese marginale e di una provincia che non vengono quasi mai rappresentati. L'intenzione del deb Bozzelli è di liberarsi del tutto da ogni pericolo di stereotipo, immergendosi nel viaggio esistenziale, di crescita e di autodeterminazione, di due personaggi disperati e perdenti ma vitali, mantenendo un controllo ammirevole tra tenerezza e crudeltà.

5 - Lubo - Giorgio Diritti
Un'emozionante odissea umana che fa luce su una vergogna della Storia. Non sempre omogeneo, ma spesso appassionante. Diritti riflette sui temi attuali della cancellazione delle minoranze e della vergogna delle azioni di pulizia etnica, portate avanti nel Novecento non soltanto dal regime nazista. Qui si racconta uno scandalo poco conosciuto dello Stato svizzero, che rubava alle famiglie nomadi i piccoli Jenisch. Strepitoso Franz Rogowski, nei panni di un uomo che cade ma non cede alle ingiustizie.

4 - Disco Boy - Giacomo Abbruzzese
Ancora un esordio spiazzante, e a tratti folgorante. Un punto di vista inedito sulla brutalità della guerra, sulla perdita del senso di umanità e sul dramma dell'immigrazione, fuori da ogni facile catalogazione: un trip immersivo, onirico e lisergico, che empatizza a livello esistenziale con due esseri umani costretti allo scontro bellico dalla necessità di salvezza e di ricerca del proprio posto nel mondo. Una visione tra sogno e incubo, che affronta il reale trasmettendo in termini sensoriali i traumi radicati nell'inconscio.

3 - Comandante - Edoardo De Angelis
Un grande film sulle leggi del mare: la gente che annega si tira su. Proprio perché siamo italiani e abbiamo anni di civiltà alle spalle, nonostante oggi siano convenzioni che in tempo di guerra nessuno rispetta. Ma è anche un omaggio a un atto eroico, perché essere italiani rimane un motivo d'orgoglio, al di fuori di ogni fraintendimento nazionalista. E oltre ad azzeccare lo spirito del tempo, De Angelis regala le più spettacolari scene sottomarine del cinema italiano, con un'epica persino spielberghiana.

2 - Gli oceani sono i veri continenti - Tommaso Santambrogio
Un'opera prima sconfinata e malinconica, popolata di moltitudine e nostalgia, che misura i metri di distanza interiori che ci separano dalle persone che amiamo. Distacco, mancanza, abbandono: l'esordiente Santambrogio riflette sul tormento per la fine delle cose che non sappiamo lasciare indietro, e sulla certezza che la vita ci costringe a prendere direzioni diverse. E poi, la desolazione della magnifica Cuba come luogo dell'anima, sognando un altro cinema, e un altro mondo, ancora possibili.

1 - Il sol dell'avvenire - Nanni Moretti
Un film sulla fine di tutto, ma con il sorriso. E le altre sono solo parole. Anche Nanni e il suo cinema si avvicinano alla resa dei conti, ma nonostante delusioni professionali e fallimenti personali, l'amore per le piccole cose della vita e l'illusione di immaginare ancora una società migliore non saranno mai sconfitti. C'è tutta la filosofia morettiana possibile, ma questa volta appare ancora di più necessaria e rigeneratrice. Una chiusura del cerchio magistrale, autoironica e dolente, ma vogliamo ancora vederlo danzare.






domenica 1 ottobre 2023

Venezia 80: I Magnifici Sette

The Green Border - Agnieszka Holland
Il film dell'anno. Una lente d'ingrandimento urgente, disperata, senza respiro, sulla vergognosa condizione dei migranti nell'oscurità della foresta che fa da confine tra Polonia e Bielorussia, dove esseri umani alla ricerca di una vita migliore vengono seviziati, umiliati, torturati e ignorati, nel migliore dei casi. Tre punti di vista diversi: quello dei rifugiati siriani, ma anche di una guardia di frontiera e di un gruppo di attivisti. Action, horror, war movie e survival movie: non è Hollywood, ma l'irreale e bestiale politica odierna capace di offrire sostegno umanitario soltanto se conviene. VOTO 10

Memory - Michel Franco
La più bella storia d'amore degli ultimi anni. Jessica Chastain interpreta una madre sola ed ex alcolista, tampinata da un uomo da cui è convinta di aver subito molestie sessuali all'epoca del liceo. Ma l'apparenza inganna: lui, Peter Sarsgaard, soffre di demenza ed è incapace di ricordare quello che è accaduto poco prima. Ma non dimentica emozioni e sentimenti. Ragionando sulle diverse conseguenze con cui il passato e la memoria determinano il nostro modo d'essere, Franco illumina il punto di contatto tra due anime perse e lesionate, due solitudini che assieme diventano una moltitudine. VOTO 9

Maestro - Bradley Cooper
Dopo A Star Is Born, un altro matto, presuntuoso, ridicolo, tormentato, disperato e romantico film di Bradley Cooper, nel ruolo del compositore Leonard Bernstein, dilaniato dalla contraddizione di amare l'attrice Felicia Montealegre e di provare sentimenti e attrazione nei confronti degli uomini. Ambizioso e temerario nel cambio di stili e registri, l'attore-regista affascina e appassiona grazie al furore del racconto, e con l'aiuto di una strepitosa Carey Mulligan firma un melodramma contemporaneo, che riflette sulla ricerca dell'identità e della felicità con una forma classica e sontuosa. VOTO 9

Colpo di fortuna - Woody Allen
Un inatteso colpo d'ala del grande Woody. Con un tono inimitabile e miracoloso a metà strada tra farsa e tragedia, si sofferma ancora una volta sull'ineluttabilità del fato, sull'ingenuità dell'amore e sulla violenza della stupidità umana. Senza prendersi sul serio, ripercorre alcune tappe della sua carriera - da Crimini e misfatti a Match Point - e mette un punto definitivo, ironico e beffardo, sulle casualità e sulle occasioni della vita. Coadiuvato da un terzetto d'attori irresistibile, regala con serena disperazione e ritmi da maestro un thriller melò che non può fare a meno del sorriso. VOTO 9

Hit Man - Richard Linklater
Un timido professore si rivela inaspettatamente un perfetto sicario sotto copertura, fino a quando non s'imbatte in una bellissima e potenziale assassina di cui s'innamora. Una black comedy esilarante e pirandelliana, una sceneggiatura frizzante e senza intoppi, un regista come Linklater che non smette di cambiare genere e temperature, di sperimentare e farci divertire riflettendo con leggerezza sulle seconde possibilità della vita. Un grande film americano come quelli di un tempo, intelligente, dal ritmo irrefrenabile e dalla scrittura travolgente: nel cinema di oggi ne vorremmo vedere di più. VOTO 9

Tatami - Guy Nattiv, Zar Amir Ebrahimi
Di diritto, tra i film sportivi più potenti e importanti di ogni epoca. I mondiali di judo in Georgia sono il teatro delle prove di forza e di coraggio di una ragazza iraniana e della sua allenatrice, ribelli alla richiesta e alle minacce del loro governo dittatoriale di ritirarsi dalla manifestazione per non incontrare l'avversaria israeliana. Un esemplare racconto di sport inteso come specchio delle condizioni civili, politiche e umane di un Paese, e come una delle pochissime vie di fuga possibili. Cinema di denuncia, attuale, diretto e interpretato con la rabbia e l'orgoglio di chi lotta per un mondo migliore. VOTO 9

Hors-Saison - Stéphane Brizé
Dolente e raffinato esercizio di cinema sentimentale, dove un attore in crisi professionale ed esistenziale incontra dopo quindici anni un'insegnante di pianoforte, che sarebbe potuta essere la donna della sua vita. Autorialità francese allo stato puro: Brizé comunica in maniera folgorante la malinconia, l'intesa e l'elettricità che continua ad annodare due persone separate dalle circostanze, ma che non hanno smesso di amarsi. Con uno sguardo pudico e delicato e una regia immersiva, penetra nelle ferite aperte di chi s'interroga sulle scelte del proprio percorso e sulle briciole di ciò che resta. VOTO 8




giovedì 7 settembre 2023

Venezia 80: Gli oceani sono i veri continenti

Da un parte, Cuba. Luogo dell'anima, romantica e desolata, umana e poverissima, abbandonata a se stessa, pervasa da una sensazione di perdita e di separazione. Rovinata dall'esaurimento del sogno castrista, soffocata e umiliata dalle ombre dell'America e del controllo imperialista. Dall'altra, le storie degli innamorati Alex ed Edith, della vedova Milagros, dei piccoli Alain e Frank. Relazioni e frammenti di un presente destinato a interrompersi, di un passato che non si sradica, di un futuro proiettato in un altrove che per ora si può soltanto fantasticare.

E il film mantiene piena fede al suo bellissimo titolo, sconfinato e malinconico, popolato di moltitudine e nostalgia, misurando i metri di distanza interiori che ci separano dalle persone che amiamo. L'incapacità di immortalare la condivisione del sentimento. L'impossibilità di fermare il tempo. Il distacco, la mancanza, l'abbandono. Il tormento per la fine delle cose che non siamo in grado di lasciare indietro. La certezza che la vita ci costringe a prendere direzioni diverse.

Ed ecco allora il cinema, le immagini, le parole, la fotografia, la musica, il teatro, l'arte. Uno spettacolo di burattini. Ma anche lo sport: a Cuba è il baseball. Catartici e fondamentali per mettere ordine al nostro caos, per dare testimonianza dei nostri struggimenti. Per provare che questa vita, questo mondo, questi spazi, li stiamo occupando ed esistendo. Che le nostre lontananze possono essere ridotte. Che le nostre scelte possono essere perdonate. Che gli addii e forse gli errori, in quel momento, erano inevitabili. Nonostante i dolori, nonostante le assenze.

Potrei parlare di riferimenti come Lav Diaz, Alfonso Cuaron, Miguel Gomes, Pawel Pawlikowski, di cinema d'osservazione e di ricerca, di etnografia e antropologia, di finzione e cinema del reale, ma m'interessa il giusto. Lo facciano altri. Mi limito a consigliare a chiunque un film che fino alla fine dei miei giorni non potrò dimenticare.


Emiliano Dal Toso




martedì 21 marzo 2023

Riflessioni Spiazzanti: La cospirazione

Sono mortificato nei confronti dei lettori assidui del blog, ma è un periodo in cui non trovo la forza intellettuale per scrivere di cinema. Anche se si tratta di poche righe. Il motivo è molto semplice: mi sto occupando professionalmente di tutt'altro, e non ho il tempo per farlo. Non il tempo per scrivere, che per esempio sto trovando hic et nunc. Ma il tempo per l'analisi, per la riflessione, per l'appunto critico. E questo mi fa pensare a qualcosa di importante, oltre a farmi sentire fortunato. Sono cresciuto in un ambiente che mi ha stimolato a stimolare il pensiero. E quando non posso o non voglio stimolarlo, me ne rendo conto. Sono una persona fondamentalmente pigra. E soltanto l'interesse per il cinema, per la musica, per la letteratura, hanno potuto sollevarmi dal divano in diverse occasioni. Scrivo qui i sette film che ho adorato nelle ultime settimane, in ordine di preferenza: Decision to Leave, Gli spiriti dell'isola, The WhaleDisco Boy, Holy SpiderMixed by Erry, Una relazione passeggera. Mi sembrano tutti film accomunati da una forte indole cospirativa. Park Chan-Wook parla di cospirazione partendo dal conflitto tra i sessi, che diventa inevitabilmente un conflitto di classe, e che ovviamente racconta un conflitto sentimentale. Lui è un detective, lei è un'assassina. Dovrebbero amarsi veramente, ma non ne avremo la certezza, neppure alla fine dei titoli di coda: di certo sono entrambi personaggi disposti a sovvertire i loro ruoli pur di mettere in gioco le loro emozioni. Provocando l'ordine e le regole, pur di sentirsi vivi. Emozioni che forse sono apparenti e ingannevoli; sicuramente, sono cospirative. Martin McDonagh racconta la storia di un'amicizia che salta per aria, senza motivo plausibile, perché uno dei due ha deciso che l'altro, a un certo punto, sic et simpliciter, non gli va più a genio. Lo annoia. Fine dei giochi. L'amico piange, si dispera. Darren Aronofsky ha la cospirazione nelle vene e la identifica nel corpo enorme, obeso e osceno di Brendan Fraser, che cospira nei confronti di un'America che lo condanna a una condizione fisica ed esistenziale in cui si trova costretto per le sue fragilità di individuo. Un Paese che non permette alcun tipo di ricerca identitaria, che punisce e non supporta gli errori, le debolezze, le libertà, privo di assistenza sanitaria e di conforto, confronto, morale e umano. Il corpo rimane l'unico spazio possibile per esercitare il proprio libero arbitrio. E provare a cospirare. Anche Disco Boy racconta questo, ma nel film di Abbruzzese il corpo è l'unico modo per esprimere una liberazione interiore, sfogandola attraverso il ballo, la danza, il movimento del fisico, in contrasto alle irregolari storture sociali. E poi Holy Spider, che attraversa l'Iran, le violenze, le ingiustizie di un Paese vergognoso e assassino. E poi Mixed by Erry, un film sull'Italia, con i suoi sogni, con le sue truffe, con le sue ingenuità e inevitabilmente con le sue cospirazioni. Infine, Una relazione passeggera. Quindi clandestina, nuovamente irregolare, perfida, passionale e perciò dolorosa. Capace di mettere a repentaglio le strutture, le idee, il messaggio naturale dell'amore. Possiamo tradire, possiamo fallire, possiamo cospirare e morire. Possiamo dover essere costretti a farlo, per ribadire il nostro bisogno di ossigeno e di vita. A Milano, all'angolo tra via Brioschi e via Zamenhof, la targa in memoria di Dax recita così: cospirare vuol dire respirare insieme.




venerdì 20 gennaio 2023

Top 5: Gennaio 2023

5 - Hometown - La strada dei ricordi - Mateusz Kudla, Anna Kokoszka-Romer (voto 8)
Words were passed in a shotgun blast, troubled times had come, to my hometown. Come in una ballad spoglia e lacerante di Bruce Springsteen, due ragazzi ebrei dai capelli grigi attraversano le strade della loro "città natale" e i luoghi dell'anima dell'infanzia, tra battute e foto di famiglia, ricordando episodi del ghetto di Cracovia teneri e divertenti, interrotti dalla brutalità delle deportazioni e dall'orrore della Storia. Quei due ragazzi si chiamano Roman Polanski, regista, e Ryszard Horowitz, fotografo. 

4 - Grazie ragazzi - Riccardo Milani (voto 8)
Il primo bel film italiano dell'anno, e forse il miglior ruolo di sempre di Antonio Albanese. Una commedia garbata e commovente sul fare teatro e sul potere della recitazione, in cui un gruppo di detenuti si fa coinvolgere dal desiderio di un attore senza successo di mettere in scena Aspettando Godot di Samuel Beckett. I ricatti emotivi sono pochi, e finalmente una nostra pellicola contiene gli stessi ingredienti del cinema francese popolare: le risate vanno di pari passo con il fattore umano.

3 - Godland - Nella terra di Dio - Hylnur Palmason (voto 8)
Ambizioso e poderoso film di ricerca antropologica e indagine geografica. Sul finire dell'Ottocento un prete danese ha il compito di esplorare l'Islanda per documentare l'ambiente ostile e per costruire una chiesa, inserendosi nella vita comunitaria dei villaggi. Ma quello che nella prima parte sembra un survival movie sofisticato sulle insidie della Natura evolve in una riflessione spigolosa e selvaggia sul colonialismo e sulle asperità tra diversi esseri umani, offrendo un finale western degno dei maestri.

2 - Un vizio di famiglia - Sébastien Marnier (voto 9)
Sgradevole, spiazzante, sorprendente ritratto famigliare ultra borghese, dove un'operaia cerca di riavvicinare e conquistare il ricco padre che l'aveva dimenticata e abbandonata, provocando le reazioni della moglie e delle sorellastre che lo vogliono spodestare. Ma il contrasto di classe è un'illusione, perché tutti i personaggi si servono dell'inganno per raggiungere i loro obiettivi. Un noir surreale e caricaturale sul furto d'identità, che ragiona sugli archetipi parlando anche dei falsi rapporti di oggi.

1 - Close - Lukas Dhont (voto 9)
Tenera e dolorosa storia di un'amicizia fraterna tra due preadolescenti, che scatena le chiacchiere e i pettegolezzi delle compagne di classe su una potenziale relazione omosessuale. Ma per i giovani protagonisti è ancora troppo presto per tutto: per capire, per amare, per separarsi, per superare i traumi e affrontare le ingiustizie. Con uno sguardo delicato, misurato ed empatico, Dhont esplora i tormenti dell'età acerba e ci riporta negli anni della crescita, in cui scoprivamo chi eravamo soltanto vivendo.