lunedì 4 dicembre 2023

Top 10: I migliori film del 2023

10 - The Whale - Darren Aronofsky
Il cuore batte nella forza struggente della scrittura, che si sofferma sull'autocondanna a morte di un professore colto, obeso e omosessuale, di straordinaria sensibilità, ancora devastato da un lutto sentimentale, mentre cerca di chiudere con tutti i resti del suo amore il rapporto con la figlia. Il marchio di fabbrica è la presenza famelica dell'ossessione: quella per il cibo, che riempie il vuoto lasciato da quella per la cultura e i sentimenti. Aronofsky vince un'altra sfida impossibile: quella di far sentire, con le immagini e i suoni, il corpo e il peso dei suoi protagonisti sulla pelle dello spettatore.

9 - Il maestro giardiniere - Paul Schrader
La riflessione sull'America e sui suoi scheletri impossibili da sotterrare è spietata, ma lo spazio concesso all'ottimismo e alle seconde possibilità riguarda anche un Paese distante da chi insegue il miraggio di un riscatto. La metafora del giardinaggio è originale ed efficace: un'attività che permette di dare ordine e bellezza laddove si coltivano disordine e differenze, ideale per chi deve placare il detestabile istinto di brutalizzare le diversità che contraddistinguono il nostro tempo terreno. Per Schrader è il capitolo finale della trilogia sulla redenzione, dopo First Reformed e The Card Counter.

8 - Fratello e sorella - Arnaud Desplechin
Penso a tutti gli anni in cui hai lasciato che ti amassi. Ma non li rimpiango. Sublime, raffinata, freudiana immersione nella relazione che unisce e separa un rapporto di sangue, un affare di famiglia caratterizzato da odio, rancore, risentimento. Desplechin non spiega, ma lascia che siano gli imprevisti della vita a determinare il percorso incomprensibile e irrazionale che porta due persone con gli stessi genitori ad adorarsi e massacrarsi, a idealizzarsi e distruggersi. Forse è il film più romantico dell'anno: il merito è soprattutto delle prove abrasive, prorompenti, di Marion Cotillard e Melvil Poupaud.

7 - Il cielo brucia - Christian Petzold
Quei che muoiono quando sono innamorati. All'apparenza una commedia estiva, un racconto di formazione incidentato e ridicolo, una timida e goffa ronde sentimentale. Ma Petzold capovolge le premesse e instaura una riflessione tormentata e dolente sulle gabbie dell'autoreferenzialità, sulla solitudine dello scrittore, sull'incapacità di interpretare il mondo reale. Le fiamme divampano non solo nella foresta ma incendiano i conflitti del protagonista, costretto ad aprire gli occhi soltanto quando si troverà di fronte alla possibilità di un amore, all'insensatezza della morte, all'ineluttabilità dell'esistenza.

6 - Dream Scenario - Kristoffer Borgli
Spassosa e illuminante radiografia della superficialità globale contemporanea, del nulla assoluto che rappresenta ogni fenomeno virale, partendo dal successo istantaneo e immediato, e arrivando agli orrori della cancel culture di massa: il pretesto è un clamoroso, incredibile e autodistruttivo Nicolas Cage, nel ruolo di un professore americano medio e noioso, che senza alcun motivo appare nei sogni delle persone che lo circondano, e anche di chi non ha idea di chi sia. Storia di un'idolatria inconsistente che si frantuma rapidamente e diventa un incubo collettivo: si ride moltissimo, per non piangere. 

5 - Gli spiriti dell'isola - Martin McDonagh
Homo homini lupus. Un manifesto sul vuoto pneumatico dell'esistenza, che individua il suo esilarante spunto di partenza nell'ingiustificata rottura dell'amicizia tra i due consuetudinari protagonisti (gli inarrivabili Colin Farrell e Brendan Gleeson), abituati alla quotidianità isolana dell'Irlanda più verde e rurale, tra bevute di birra scura al pub e cacca d'asino da raccogliere. Si aprirà uno squarcio sui conflitti bellici secolari che caratterizzano la Storia, ma in realtà non è altro che il riflesso di una tendenza intrinseca all'annientamento. Ironico, poi disilluso, infine disperato: il capolavoro di McDonagh. 

4 - Un colpo di fortuna - Woody Allen
Un inatteso colpo d'ala del grande Woody. Con un tono unico, inimitabile e miracoloso a metà strada tra farsa e tragedia, si sofferma ancora una volta sull'ingenuità dell'amore, sull'inevitabilità del fato e sulla violenza della stupidità umana. Senza prendersi mai sul serio, ripercorre alcune tappe della sua carriera - da Crimini e misfatti a Match Point - e mette un punto definitivo, ironico e beffardo, sulle casualità e sulle occasioni della vita. Coadiuvato da un terzetto d'attori irresistibile e in stato di grazia, regala con serena disperazione e ritmi da fuoriclasse un thriller melò che non può fare a meno del sorriso.

3 - Decision to Leave - Park Chan-wook
Il maestro sudcoreano affronta ancora una volta la cospirazione: partendo dalla guerra tra i sessi, che diventa inevitabilmente uno scontro di classe, e che ovviamente racconta un conflitto sentimentale. Lui è un detective, lei è un'assassina. Dovrebbero amarsi davvero, ma non ne avremo la certezza, neppure alla fine: di certo, entrambi i protagonisti sono disposti a sovvertire i loro ruoli pur di mettere in gioco le loro emozioni. Provocando l'ordine e le regole, pur di sentirsi vivi. Un gioco di sentimenti apparenti e ingannevoli: un'ambiguità che rappresenta la spina dorsale di un cineasta spericolato, meraviglioso.

2 - The Old Oak - Ken Loach
Il Gran Torino del grande Loach: il vecchio pub come ultimo luogo dell'anima, la fine degli ideali, il miraggio di un mondo migliore. E poi, la resistenza da intendere oggi come solidarietà nei confronti dei migranti, delle minoranze e delle persone senza fissa dimora. Come una canzone di Gaber, ci dice che la sua generazione ha perso, ma non tutto è perduto: avremo sempre un pari, qualcuno con cui dividere e condividere il pane e le rose, qualcuno in cui ritrovare noi stessi, un fratello disposto a guardarci alle spalle. Struggente, romantico e spietato: è il manifesto della crisi di umanità del nostro presente.

1 - Killers of the Flower Moon - Martin Scorsese
Dentro c'è tutto Scorsese: sconfitta, redenzione, ambizione, usurpazione, tracotanza e rovina. Ma oltre alla completezza della poetica di un autore immenso, in vena di perfezione etica ed estetica, e oltre alla fluidità e all'inesorabilità del racconto epico e melodrammatico, vengono sintetizzate le vergogne storiche di un'America e di un Occidente tesi alle cancellazioni etniche e razziali, compiute in nome del denaro, delle proprietà e delle ricchezze. Un capolavoro americano, anticapitalista e antimperialista, che lascia spazio ad attuali confronti geopolitici. Un altro capitolo leggendario, anche per De Niro e DiCaprio, e che rivela la dolcezza, l'incredulità e l'amore tradito di uno dei personaggi femminili più belli e dolenti della storia del cinema, a cui offre volto, anima e corpo la celestiale Lily Gladstone.


I FILM DELL'ANNO DE 'IL BELLO, IL BRUTTO E IL CATTIVO'

2011: Il cigno nero - Darren Aronofsky
2012: Un sapore di ruggine e ossa - Jacques Audiard
2013: The Master - Paul Thomas Anderson
2014: Boyhood - Richard Linklater
2015: La scomparsa di Eleanor Rigby - Ned Benson
2016: Frantz - Francois Ozon
2017: Personal Shopper - Olivier Assayas
2018: Mektoub, My Love - Canto Uno - Abdellatif Kechiche
2019: Joker - Todd Phillips
2020: La vita nascosta - Terrence Malick
2021: Scompartimento n.6 - Juho Kuosmanen
2022: Blonde - Andrew Dominik
2023: Killers of the Flower Moon - Martin Scorsese






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