5 - La ragazza dei miei sogni - Saverio Di Biagio (voto 7)
Un tentativo originale e coraggioso di esplorare generi sconosciuti al cinema italiano degli ultimi anni, un mystery movie sentimentale con accenni fantasy che prova a rivolgersi a quel pubblico disaffezionato all'ennesima commedia preconfezionata e rassicurante. Una sfida impossibile da vincere, e peccato per il finale troppo frettoloso: ma è giusto prendere nota e seguire il percorso di un regista che nel precedente Qualche nuvola si era distinto per una genuinità altrettanto insolita.
4 - Insospettabili sospetti - Zach Braff (voto 7)
Remake di Vivere alla grande di Martin Brest e primo film di Zach Braff (La mia vita a Garden State, Wish I Was Here) senza confessioni personali, dove il terzetto di vecchietti premi Oscar Arkin-Caine-Freeman viene defraudato del fondo pensione e organizza una rapina per riprendersi quel che gli spetta. Apparentemente innocuo, eppure non è un caso che sia un'altra pellicola americana di questi tempi che prende di mira le banche, in maniera certamente leggera, ma frizzante ed efficace.
3 - Le donne e il desiderio - Tomasz Wasilewski (voto 7)
Tutta la frustrazione sessuale ed esistenziale di quattro donne di età diverse che inseguono il miraggio di una libertà parallela a quella di una Polonia che si apre alla modernità post-comunista, ma che non riesce ad annullare una cultura prevalentemente maschilista e il grigiore dominante dei suoi ambienti. Un film rigoroso, impeccabile per forma ed estetica, forse eccessivamente distaccato e anti-retorico, premiato alla Berlinale per la sceneggiatura.
2 - Sole cuore amore - Daniele Vicari (voto 7)
Non è il miglior film di Vicari (Il passato è una terra straniera, Diaz), ma è uno dei pochissimi casi in cui il termine necessario ha un senso. Per una volta, i difetti cinematografici possono soccombere alla nobiltà del tema: la storia di Eli è un pugno nello stomaco, e rappresenta un Paese che il nostro cinema non ha più il coraggio di raccontare. Isabella Ragonese mette anima e corpo, carne e fiato, offrendo una delle interpretazioni più importanti della sua carriera.
1 - The Circle - James Ponsoldt (voto 8)
Dopo gli struggenti The Spectacular Now e The End of the Tour, l'indie James Ponsoldt realizza l'opera perfetta per il consumatore medio di Netflix, un episodio di Black Mirror più soft e meno ricattatorio, in grado di frullare Steve Jobs, The Social Network e The Truman Show con il linguaggio di un romanzo di Dave Eggers. Il target è l'adolescente colto: il risultato è migliore di qualsiasi altro young adult, perché la morte della privacy qui non è un pretesto ma un incubo sempre più reale.
Un tentativo originale e coraggioso di esplorare generi sconosciuti al cinema italiano degli ultimi anni, un mystery movie sentimentale con accenni fantasy che prova a rivolgersi a quel pubblico disaffezionato all'ennesima commedia preconfezionata e rassicurante. Una sfida impossibile da vincere, e peccato per il finale troppo frettoloso: ma è giusto prendere nota e seguire il percorso di un regista che nel precedente Qualche nuvola si era distinto per una genuinità altrettanto insolita.
4 - Insospettabili sospetti - Zach Braff (voto 7)
Remake di Vivere alla grande di Martin Brest e primo film di Zach Braff (La mia vita a Garden State, Wish I Was Here) senza confessioni personali, dove il terzetto di vecchietti premi Oscar Arkin-Caine-Freeman viene defraudato del fondo pensione e organizza una rapina per riprendersi quel che gli spetta. Apparentemente innocuo, eppure non è un caso che sia un'altra pellicola americana di questi tempi che prende di mira le banche, in maniera certamente leggera, ma frizzante ed efficace.
3 - Le donne e il desiderio - Tomasz Wasilewski (voto 7)
Tutta la frustrazione sessuale ed esistenziale di quattro donne di età diverse che inseguono il miraggio di una libertà parallela a quella di una Polonia che si apre alla modernità post-comunista, ma che non riesce ad annullare una cultura prevalentemente maschilista e il grigiore dominante dei suoi ambienti. Un film rigoroso, impeccabile per forma ed estetica, forse eccessivamente distaccato e anti-retorico, premiato alla Berlinale per la sceneggiatura.
2 - Sole cuore amore - Daniele Vicari (voto 7)
Non è il miglior film di Vicari (Il passato è una terra straniera, Diaz), ma è uno dei pochissimi casi in cui il termine necessario ha un senso. Per una volta, i difetti cinematografici possono soccombere alla nobiltà del tema: la storia di Eli è un pugno nello stomaco, e rappresenta un Paese che il nostro cinema non ha più il coraggio di raccontare. Isabella Ragonese mette anima e corpo, carne e fiato, offrendo una delle interpretazioni più importanti della sua carriera.
1 - The Circle - James Ponsoldt (voto 8)
Dopo gli struggenti The Spectacular Now e The End of the Tour, l'indie James Ponsoldt realizza l'opera perfetta per il consumatore medio di Netflix, un episodio di Black Mirror più soft e meno ricattatorio, in grado di frullare Steve Jobs, The Social Network e The Truman Show con il linguaggio di un romanzo di Dave Eggers. Il target è l'adolescente colto: il risultato è migliore di qualsiasi altro young adult, perché la morte della privacy qui non è un pretesto ma un incubo sempre più reale.