5 - Tredici vite - Ron Howard (voto 7)
La cronaca dei fatti accaduti nella grotta thailandese di Tham Luang nel 2018, quando 12 giovanissimi calciatori e il loro maestro rimasero intrappolati scomparendo nel buio: Howard si concentra sulla complicatissima operazione di salvataggio, e realizza un film esemplare dal punto di vista tecnico e fotografico, asfissiante e claustrofobico per la potenza delle riprese sotterranee, riuscendo a trasmettere un buon livello di tensione nonostante la notorietà della storia a lieto fine. Ottimi Farrell e Mortensen.
4 - Tra due mondi - Emmanuel Carrère (voto 7)
Un altro film francese sulle condizioni di oggi del mondo del lavoro: ovvero, un altro film francese su un tema che il cinema non può e non deve rinunciare ad approfondire. L'opera prima dello scrittore Carrère è sicuramente influenzata da Loach, Guédiguian e i Dardenne, ma oltre allo spirito di denuncia sociale riflette anche sulle irriducibili distanze di classe dovute all'ambiente formativo e intellettuale in cui si cresce. Ed è inoltre un manifesto delle contraddizioni morali di chi ricopre il ruolo di raccontare.
3 - Fabian - Going to the Dogs - Dominik Graf (voto 7)
Uno strano e affascinante oggetto cinefilo per niente etichettabile: un film tedesco di tre ore ambientato nella Berlino degli anni di Weimar, che sperimenta diversi formati e mescola differenti generi, passando dal melodramma sociale al romanzo storico, risultando tanto energico e sorprendente quanto disomogeneo e a tratti eccessivamente caotico. La lettura degli eventi del passato che si ripresentano cronicamente è sin troppo evidente, ma rimane la sensazione di una visione liberissima e dalla costituzione anarchica.
2 - Hustle - Jeremiah Zagar (voto 8)
Forse proprio Adam Sandler è l'erede degli interpreti del cinema più classico e rappresentativo dei valori individuali dell'America, che spesso e volentieri si rispecchiano nello sport come strumento di rivincita e riscatto. E forse questo è proprio il controcampo positivo e resiliente di Diamanti grezzi, dove la ricerca della felicità non passa attraverso la materialità del denaro ma inseguendo una complicata fondazione dei rapporti umani come base portante per riuscire a competere e resistere nel mondo di oggi.
1 - Hope - Maria Sodahl (voto 8)
Struggente e dolorosa parentesi autobiografica di vita e famiglia, in cui si raccontano i dieci giorni tra Natale e Capodanno di una moglie e madre 40enne, dal giorno in cui le viene diagnosticato un tumore al cervello fino al fatidico giorno dell'operazione. Un miracolo di toni dolenti e tenuta drammatica, un cancer movie che riesce ad azzerare ogni pericolo di retorica, grazie a una scrittura mai così naturale, autentica e controllata, e in cui ovviamente svolge una funzione fondamentale l'equilibrio dei due interpreti principali, la straordinaria Andrea Braein Hovig e l'eleganza emotiva di Stellan Skarsgard.