10 - L'età dell'innocenza - Enrico Maisto
Un filmmaker milanese lavora con gran parte del materiale d'archivio che ha girato tra le mura domestiche nel corso della sua formazione personale e cinefila, e racconta i litigi e le manifestazioni d'amore con i due genitori, magistrati affermati ora in pensione. Ne esce un lavoro inclassificabile e a tratti commovente, che riflette sul peso delle aspettative e sull'amore per il cinema come fuga emotiva e immaginifica da una dimensione familiare tanto affettuosa quanto invadente. E partendo da un piccolo spunto privato riesce ad assumere un punto di vista universale e generazionale.
9 - After Love - Aleem Khan
Un dolente e potentissimo dramma femminile, in cui una signora inglese di Dover rimasta vedova, convertita all'Islam per amore, scopre che il marito la tradiva con una donna francese di Calais. Ma le sorprese non finiscono. E nell'incredulità del tradimento e dello shock emotivo della perdita, emergono le sfumature di un incontro che diventa scontro, per poi tramutarsi in solidarietà, comprensione e irrinunciabilità al fattore umano. Straordinaria interpretazione di Joanna Scanlan.
8 - Un altro mondo - Stéphane Brizé
Uno degli esempi migliori di oggi di cinema sociale. Il punto di vista della lotta per un mondo del lavoro meno ingiusto passa dai tavoli dei sindacati ai tentativi e alla determinazione di un dirigente che fa da ponte tra gli sfruttati e la legge di un capo che risponde soltanto al cinismo di Wall Street: trovare una mediazione è un'impresa sempre più ardua e complicata, ma nella coscienza e negli sguardi di Vincent Lindon il senso della dignità è più grande di quello del profitto aziendale.
7 - True Mothers - Naomi Kawase
Un dramma adolescenziale che parte come un algido dramma borghese su una coppia che non può avere figli, per poi virare sui binari di un romanzo di formazione struggente, su una figlia e madre mancata, una ragazza ribelle in fuga dalle rigidità, dagli scandali, dai dogmi della società e della famiglia d'origine. E sulla ricerca di un rifugio dove condividere il dolore di ciò che è stato negato. Lo sguardo della regista è unico ed empatico, libero e sfumato, ricco di suggestioni oniriche, attento agli ambienti e ai misteri della natura.
6 - La fiera delle illusioni - Guillermo del Toro
Il miglior film del regista messicano, che racconta l'inesorabile decomposizione morale di un mentalista e del suo modo di pensare l'intrattenimento, inteso come sinonimo di inganno crudele ai danni di chi lo guarda e lo vive. Un viaggio agli inferi dell'esistenza, dalla confezione patinata e ingannevole: una sorta di opera autocritica targata Disney, che sabota se stessa. E il finale è il più cinico e anti-hollywoodiano degli ultimi anni: la fine a cui va incontro un disperato, grandioso Bradley Cooper è quella inevitabile dell'uomo-bestia.
5 - Esterno notte - Marco Bellocchio
Un'opera sontuosa e documentata, che affronta un momento chiave della politica italiana come il sequestro e l'uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, adottando gli sguardi intimi, dubbiosi e dolenti di chi era legato a lui da un rapporto confidenziale: in tutti i personaggi domina un sentimento di incertezza e di impotenza di fronte all'impossibilità di evitare il compimento del destino. Bellocchio raggiunge un nuovo apice di sensibilità umana e di lettura critica degli eventi storici, realizzando un grande romanzo shakespeariano capace di sintetizzare il precario rapporto tra pubblico e privato.
4 - Nostalgia - Mario Martone
Il noir secondo Martone: il ritorno a casa di un uomo tranquillo, per cui il passato non potrà mai essere una terra straniera. Adottando un linguaggio duro e diretto e descrivendo una Napoli aspra e fantasmatica, il regista riflette sulla nobiltà e sul privilegio del sentimento nostalgico, benedetto da una citazione di Pasolini ma inevitabilmente destinato a intrecciarsi con l'oscura presenza della fine delle cose. Non esiste riconciliazione per chi è stato tradito e abbandonato: anche lo squallore della delinquenza non è altro che una banale conseguenza delle sconfitte della vita.
3 - Parigi, 13 Arr. - Jacques Audiard
Il film più estetizzante di Audiard, ma anche il più febbrile e vitale: nel quartiere parigino di Les Olympiades, nuovo distretto hipster e multiculturale, si intrecciano i desideri sessuali di un terzetto di giovani adulti, socialmente integrati ma insicuri a livello economico ed emozionale. Una fotografia realista di una generazione, autentica e priva di autocommiserazione, che unisce la classicità del bianco e nero con la modernità dei linguaggi, il fattore umano con le relazioni via chat, immergendosi nella schiuma dei giorni e nella consistenza della superficie.
2 - Apollo 10 e mezzo - Richard Linklater
Un altro episodio memorabile di un cineasta che non si stanca di sperimentare, sorprendere, giocare con le immagini e con il concetto di tempo. Un film d'animazione che omaggia i sogni persi e le illusioni dell'America di provincia degli anni Sessanta, quando il benessere economico permetteva di vivere l'allunaggio del 1969 come un'esperienza collettiva e popolare. Un momento autobiografico indimenticabile è l'occasione per viaggiare in un'epoca dorata e colorata, mantenendo vivi gli spettri della malinconia e delle false promesse del capitalismo.
1 - Licorice Pizza - Paul Thomas Anderson
L'ennesimo capolavoro di un autore incredibile: un romanzo di formazione semplice, lineare e magico, capace di decifrare il filo invisibile e i sentimenti che legano un adolescente che vorrebbe essere più grande e una giovane adulta attratta dall'eternità delle prime volte e dall'emozione del colpo di fulmine. Intanto, sullo sfondo, scorrono i feticci e il batticuore degli anni Settanta, il miraggio del successo economico e individuale, le corse per vivere un mondo di magnifiche illusioni. E infine, quella incantevole maestria nella costruzione delle scene, nell'osservazione, nel dare il giusto peso e valore alla leggerezza delle immagini.