Rush, Ron Howard: un film di uomini per uomini. Per tutti coloro che da piccoli amavano "fare le gare" con le macchinine e facevano vincere sempre il loro pilota preferito, esaltandosi. Per tutti coloro che intendono lo sport non solo come un gesto fisico, atletico, ma come l'espressione di un modo di intendere il lavoro, la fatica, il sacrificio, la vita. Il trionfo di un'epoca che trasudava di passione, rappresentata da due piloti indimenticabili dalla personalità opposta: il viveur, il donnaiolo, tutto genio e sregolatezza (James Hunt) contro il calcolatore, il freddo, il professionista che va sempre a letto presto (Niki Lauda). Un Cinema classico, entusiasmante, come non se ne fanno più. Ron Howard recupera la sua verve più appassionante (quella della conflittualità di 'Frost/Nixon' unita a quella dei sogni persi di 'Apollo 13') e firma il suo Capolavoro, che non offre risposte ma soltanto possibili soluzioni, mai completamente vincenti.
Mood Indigo - La Schiuma Dei Giorni, Michel Gondry: Gondry al pieno compimento del suo ideale di Cinema, impossibile ma non grottesco, fantastico ma non fantasy. Niente come l'amore o l'illusione dell'amore è un ingrediente fondamentale per scatenare la creatività. Il mondo surreale di Boris Vian non poteva che essere il campo migliore per dare libero sfogo al genio sconfinato del regista francese e alla sua sostanza poetica, il punto più lontano da una psicosi a due.
Sacro Gra, Gianfranco Rosi: uno sguardo straordinariamente pudico e umile al servizio di una umanità ai margini, raccontando individui buffi, estremi ma sempre autentici. Rosi fotografa un'Italia dimenticata, esteticamente brutta, che non pare nemmeno essere troppo interessata a integrarsi. Più di un paio di personaggi destinati a rimanere nella memoria (il pescatore di anguille, il nobile piemontese, il veterano di fotoromanzi) in uno dei migliori Leone D'Oro degli ultimi anni.
Facciamola Finita, Seth Rogen & Evan Goldberg: folle, eccessivo, geniale debutto alla regia del grande Seth Rogen, che prende in giro se stesso e la sua compagnia di amici con i quali è approdato al cinema, immaginando una fine del mondo assurda, che non ha pietà di nessuno. Sana volgarità, un numero impressionante di rimandi e citazioni, un ritmo indiavolato per quello che è molto probabilmente il film comico dell'anno.
Starbuck, Ken Scott: altro film per uomini, un buddy movie particolarmente divertente e garbato, Ken Scott pare la risposta canadese meno sboccata a Judd Apatow. Storia di un quarantenne calciofilo che vent'anni prima era stato un donatore per una banca del seme, padre biologico di 533 figli, cento dei quali, adesso, vogliono conoscere la sua identità. Grandissimo successo in patria, già pronto il remake hollywoodiano con Vince Vaughn.
Kick-Ass 2, Jeff Wadlow: svanito l'effetto novità, il sequel del film per ragazzi più violento di tutti i tempi si regge in piedi grazie all'irrefrenabile personaggio di Hit Girl, impersonato da una Chloe Grace Moretz destinata davvero a fare grandi cose. Puro intrattenimento, che si distanzia dagli altri comics movie per un interesse particolare nei confronti delle inquietudini adolescenziali, delle turbe giovanili di ragazzi emarginati, losers poco propensi ad essere alla moda.
Questi sono i 40, Judd Apatow: ovvero 'Scene da un matrimonio' nell'America obamiana finto-pacifista e sodomizzata da Steve Jobs e da Mark Zuckerberg. Judd Apatow nel suo film meno divertente, più conformista, eppure specchio di una borghesia ormai completamente asettica, molto più vicino a James L. Brooks che ai fratelli Farrelly. Paul Rudd è un perfetto attore da commedia umana, che amaramente mostra il banale e il quotidiano.
Mood Indigo - La Schiuma Dei Giorni, Michel Gondry: Gondry al pieno compimento del suo ideale di Cinema, impossibile ma non grottesco, fantastico ma non fantasy. Niente come l'amore o l'illusione dell'amore è un ingrediente fondamentale per scatenare la creatività. Il mondo surreale di Boris Vian non poteva che essere il campo migliore per dare libero sfogo al genio sconfinato del regista francese e alla sua sostanza poetica, il punto più lontano da una psicosi a due.
Sacro Gra, Gianfranco Rosi: uno sguardo straordinariamente pudico e umile al servizio di una umanità ai margini, raccontando individui buffi, estremi ma sempre autentici. Rosi fotografa un'Italia dimenticata, esteticamente brutta, che non pare nemmeno essere troppo interessata a integrarsi. Più di un paio di personaggi destinati a rimanere nella memoria (il pescatore di anguille, il nobile piemontese, il veterano di fotoromanzi) in uno dei migliori Leone D'Oro degli ultimi anni.
Facciamola Finita, Seth Rogen & Evan Goldberg: folle, eccessivo, geniale debutto alla regia del grande Seth Rogen, che prende in giro se stesso e la sua compagnia di amici con i quali è approdato al cinema, immaginando una fine del mondo assurda, che non ha pietà di nessuno. Sana volgarità, un numero impressionante di rimandi e citazioni, un ritmo indiavolato per quello che è molto probabilmente il film comico dell'anno.
Starbuck, Ken Scott: altro film per uomini, un buddy movie particolarmente divertente e garbato, Ken Scott pare la risposta canadese meno sboccata a Judd Apatow. Storia di un quarantenne calciofilo che vent'anni prima era stato un donatore per una banca del seme, padre biologico di 533 figli, cento dei quali, adesso, vogliono conoscere la sua identità. Grandissimo successo in patria, già pronto il remake hollywoodiano con Vince Vaughn.
Kick-Ass 2, Jeff Wadlow: svanito l'effetto novità, il sequel del film per ragazzi più violento di tutti i tempi si regge in piedi grazie all'irrefrenabile personaggio di Hit Girl, impersonato da una Chloe Grace Moretz destinata davvero a fare grandi cose. Puro intrattenimento, che si distanzia dagli altri comics movie per un interesse particolare nei confronti delle inquietudini adolescenziali, delle turbe giovanili di ragazzi emarginati, losers poco propensi ad essere alla moda.
Questi sono i 40, Judd Apatow: ovvero 'Scene da un matrimonio' nell'America obamiana finto-pacifista e sodomizzata da Steve Jobs e da Mark Zuckerberg. Judd Apatow nel suo film meno divertente, più conformista, eppure specchio di una borghesia ormai completamente asettica, molto più vicino a James L. Brooks che ai fratelli Farrelly. Paul Rudd è un perfetto attore da commedia umana, che amaramente mostra il banale e il quotidiano.