mercoledì 20 febbraio 2019

Oscar 2019: Pronosticoni

MIGLIOR FILM

Emiliano Dal Toso: penso che Green Book sia uno di quei rari film il cui target di riferimento vada dai 3 ai 99 anni, senza distinzione tra cinefili e pubblico. Piacione senza esagerare, vintage e antirazzista: i giurati dell'Academy apprezzeranno. Vedo un po' sotto Roma e La favorita. E sempre che il delirio per Bohemian Rhapsody non contagi anche il Dolby Theatre.

Massimiliano Gavinelli: meriterebbe Roma ma preferiranno dargli i premi per la miglior regia e il miglior film straniero. Se la lottano Green Book per le tematiche, La favorita per la forma e A Star Is Born per il pubblico. Vince Green Book.

MIGLIOR REGIA

E.D.T.:
vince Alfonso Cuaron per Roma, per manifesta superiorità.

M.G.: vince Alfonso Cuaron per Roma e se lo merita. Può insidiarlo solo Lanthimos.

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA

E.D.T.:
difficilmente la notte degli Oscar si sottrarrà dalla Queen-mania. Penso che premiare Rami Malek per la sua interpretazione di Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody sia il momento ideale per cavalcare l'onda.

M.G.: il cuore dice Willem Dafoe per Van Gogh, la testa dice Christian Bale per Vice. Seguo la testa.

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA

E.D.T.:
 giunta alla settima candidatura, spero che Glenn Close vinca la tanto sospirata statuetta, anche se The Wife è tutt'altro che indimenticabile. Olivia Colman per La favorita ha buone chance.

M.G.: il cuore dice Olivia Colman per La favorita, la testa dice Glenn Close per The Wife. Seguo il cuore.

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

E.D.T.: Mahershala Ali
in Green Book è assolutamente perfetto in un ruolo scritto per far impazzire l'Academy, non credo che abbia rivali.

M.G.: tutti i candidati hanno fornito prove di alto spessore, a volte anche più dei protagonisti. Il mio preferito è Sam Elliott. La vittoria di Mahershala Ali per Green Book sembra tuttavia già scritta e va bene così.

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA

E.D.T.: mi auguro che vinca Amy Adams per la sua "second lady" di Vice perché è alla sesta nomination e credo che sia arrivata l'ora, ed è comunque migliore delle concitatissime Emma Stone e Rachel Weisz di La favorita.

M.G.: Emma Stone e Rachel Weisz si annulleranno a vicenda. Vince Amy Adams per Vice.

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE

E.D.T.: la sceneggiatura di Green Book è irresistibile, infallibile e senza sbavature.

M.G.: Adam McKay sa restituire tutta la complessità di storie e personaggi fuori dal comune in maniera leggibile e senza rinunciare a uno stile unico e personale, capacità quasi unica nel panorama hollywoodiano odierno. Green Book sembra scritto per l'Oscar ed è favorito. Ma per me vince Vice.

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE

E.D.T.: sogno l'Oscar a Spike Lee. Non ha grandissimi rivali: spero che i giurati non si siano fatti ingannare dalla cialtronata western dei fratelli Coen. Deve vincere BlacKkKlansman.

M.G.: una delle categorie più incerte, dove se la giocano BlacKkKlansman, La ballata di Buster Scruggs e Copia originale. Inizialmente davo vincitori i Coen ma i recenti WGA Awards mi hanno fatto cambiare idea. Vincerà meritatamente Copia originale.

MIGLIOR FOTOGRAFIA

E.D.T.: Alfonso per Roma, grazie. Mi fa piacere però che qualcuno si sia accorto di quella gemma che è Opera senza autore.

M.G.: la fotografia furbetta di Cold War e quella paracula di First Man non possono togliere la statuetta a quella curata ed elegante de La favorita. Roma tuttavia può farlo e lo farà.

MIGLIOR MONTAGGIO

E.D.T.: uno degli aspetti più interessanti di Vice è il lavoro svolto da Hank Corwin.

M.G.: in Vice il montaggio va meravigliosamente a braccetto con la sceneggiatura più che negli altri candidati. Una menzione speciale va all'ottimo lavoro fatto per Bohemian Rhapsody.

MIGLIOR SCENOGRAFIA

E.D.T.:
sono innamorato del risultato finale ottenuto dagli scenografi de Il ritorno di Mary Poppins. Ma questa è la categoria in cui La favorita prenderà la sua rivincita.

M.G.: il cuore dice La favorita, la testa Il ritorno di Mary Poppins. Seguo la testa.

MIGLIORI COSTUMI

E.D.T.:
sono ancora sotto shock estetico per l'eleganza, la bellezza e la poesia di Emily Blunt ne Il ritorno di Mary Poppins.

M.G.: Sandy Powell colleziona ben due candidature meritatissime ma vincerà per La favorita dove i costumi contribuiscono alla visceralità di tante scene e fanno da vero e proprio complemento narrativo. I costumi di Black Panther mi fanno davvero cagare, ci tenevo a dirlo. 

MIGLIOR CANZONE

E.D.T.:
di cosa stiamo parlando? Vince Lady Gaga per Shallow, un capolavoro assoluto.

M.G.: la statuetta è già stata spedita in anticipo a casa Gaga. Vince Shallow.

MIGLIOR COLONNA SONORA

E.D.T.:
grande equilibrio. Lo score di Alexandre Desplat per L'isola dei cani è raffinatissimo, forse troppo per le orecchie facilone dei giurati dell'Academy. Il grande Terry Blanchard per BlacKkKlansman fa un lavoro pazzesco. Temo che vinca Ludwig Goransson per Black Panther.

M.G.: dovrebbe vincere Il ritorno di Mary Poppins senza particolari patemi.

MIGLIOR FILM STRANIERO

E.D.T.:
una pura formalità per Roma. Ci tengo a evidenziare la presenza di Opera senza autore, film stratosferico stroncato dai critici più snob e detestabili.

M.G.: bellissima sfida tra cinque film di qualità. Ovviamente vince Roma.

MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE

E.D.T.: voglio ancora illudermi di vivere in un mondo abbastanza giusto dove vince Wes Anderson per L'isola dei cani.

M.G.: lotta alla pari tra Ralph e Incredibili. Tifo Wes Anderson ma vince Gli Incredibili 2.



venerdì 1 febbraio 2019

Top 5: Febbraio 2019

5 - Il mio capolavoro - Gaston Duprat (voto 7)
Una commedia acida su una coppia di individui tanto geniali quanto insopportabili e disoneste canaglie, che descrive senza pietà i meccanismi commerciali alla base del successo e della rigenerazione artistica, diretta da uno dei due registi del cult Il cittadino illustre. Si ride molto, anche se vergognandosi un po', per l'irresistibile cialtroneria che caratterizza i bravissimi Luis Brandoni e Guillermo Francella. Sullo sfondo, si omaggiano i chiaroscuri e i contrasti sociali di Buenos Aires.

4 - Le nostre battaglie - Guillaume Senez (voto 7)
Un grandioso Romain Duris è un capo operaio che combatte per rimanere in equilibrio, affrontando un privato che lo costringe a relazionarsi con l'abbandono improvviso della moglie e un ambiente lavorativo sempre più digitale che lo sottopone a tormenti etici. Senez è bravo a contenere l'enfasi e realizza un'opera dardenniana celebrando la pazienza, l'attesa e la fiducia ed evitando di cercare a tutti i costi la compassione dello spettatore nei confronti di una condizione esistenziale diffusa.

3 - Creed II - Steven Caple Jr. (voto 7)
Si tratta in pratica di Rocky VIII, ed è senz'altro migliore del precedente Creed. L'intuizione geniale è di ricollegarsi al mitologico quarto capitolo, realizzando un sequel e un remake nello stesso tempo, richiamando Dolph Lundgren nel ruolo di Ivan Drago e valorizzando con senso dell'epica, intelligenza e autoironia il granitico impatto sulla memoria collettiva di un segmento della saga tanto epocale quanto parodiato. Certo, Stallone rimane il motivo dell'operazione, a discapito dei nuovi.

2 - Green Book - Peter Farrelly (voto 8)
Il buddy movie è servito in maniera più disneyana che farrellyana: piacione e trasversale, adatto per accontentare i gusti di tutti. L'America vintage ritratta è un po' da favola e la confezione è edificante e politicamente corretta, soprattutto per chi in passato ha comunque diretto Tutti pazzi per Mary. Ma è impossibile rimproverare ulteriori difetti: gli interpreti sono grandiosi, i dialoghi molto buoni e il tono non è mai retorico e didattico ma garbato e accattivante. E poi c'è la mia adorata Linda Cardellini.

1 - Il corriere - Clint Eastwood (voto 8)
Clint all'ennesima potenza: il tempo che passa, i rimorsi e i rimpianti di un'esistenza trascorsa a sottovalutare gli affetti personali, oppure a non avere il coraggio di viverli. Un commiato non per forza definitivo ma sincero e commovente e che, oltre alle confessioni personali dell'autore, percorre le strade di un'America sempre più razzista e paranoica, che tende a ghettizzare ogni minoranza, tra "nonni", "lesbiche", "negri" e messicani. Gli perdoniamo anche quell'eccesso di elogio alla famiglia.