Cari lettori, domani ho un esame di procedura civile e cosa c'è di meglio, nell'attesa, di parlare un po' degli Oscar che ieri notte sono stati assegnati dai nostri amici dell'Academy? Probabilmente, c'è di meglio altro. Ciononostante, non ho voglia di attendere l'esito dell'esame e la passione mi costringe a non esimermi e a dire la mia ora, subito, immediatamente. Svegliatomi stamattina verso le otto, come tutti i lunedì mattina successivi alla notte Oscar, il mio primo pensiero è stato quello di controllare a chi avessero attribuito le fatidiche statuette. Ancora in pigiama, mi sono dunque accinto a controllare sul Televideo (sì, Televideo, l'unica volta in tutto l'anno di cui usufruisco di questo mezzo) i vincitori dei premi per miglior film, miglior regia e migliori attori. Solitamente, la mia reazione è "Non è possibile". Non ho trovato possibile, infatti, che negli ultimi anni il maggior premio sia stato vinto da film terribilmente mediocri come 'The Millionaire' e 'The Hurt Locker'. L'anno scorso, invece, non mi dispiacque la vittoria di un film classico e ben fatto come 'Il Discorso Del Re', malgrado la mia preferenza fosse decisamente indirizzata verso gli eccezionali 'The Social Network' e ' Il Cigno Nero'. Quest'anno devo ammettere che mi si è stampato un bel sorriso sul faccino (che ha momentaneamente stemperato la mia tensione pre-esame). Era, infatti, dai tempi di 'Million Dollar Baby' (2005) che l'Oscar non veniva vinto da un film clamorosamente bello. E 'The Artist' è bello, bellissimo, splendente, un "diamante per sempre". Come scrissi precedentemente, si tratta di un inno al Cinema, pieno di invenzioni e di divertimento, che omaggia tutto ciò che amiamo della Settima Arte: scrittura, tempi comici, sentimenti, emozioni, tecnica. Trionfano anche la regia di Hazanavicius e Jean Dujardin, che sconfigge i ben più affermati Clooney e Pitt (ma il personaggio di quest'ultimo in 'Moneyball' è grande). Tra le principali, non mi ha convinto molto la statuetta assegnata a Meryl Streep. Per quanto la sua sia un'interpretazione tecnicamente mostruosa, 'The Iron Lady' è un film troppo piatto e mediocre anche solo per venire preso in considerazione. Una come la Streep non aveva certo bisogno del terzo Oscar per affermarsi tra le più grandi attrici di sempre. Avrei preferito la "carne fresca" di Michelle Williams o di Rooney Mara. Nulla da dire sui non protagonisti. Christopher Plummer è efficacissimo nel piccolo e delizioso 'Beginners' (uscito soltanto in homevideo, recuperatelo) e Octavia Spencer è trascinante nell'ottimo 'The Help'. Non entusiasmante il lavoro che ha vinto il film d'animazione, 'Rango'. Se i giurati fossero stati un po' più coraggiosi avrebbero dovuto premiare 'Chico And Rita' di Fernando Trueba, presentato a settembre al Milano Film Festival: adulto e struggente. Chiudiamo, infine, con il miglior film straniero 'Una separazione'. Non ho visto gli altri candidati e quindi non saprei dire se fosse il migliore o meno, certamente posso dire che è meglio di 'Terraferma' di Crialese. Comunque, bene così, quest'anno il principale vincitore è stato il migliore e questo non accade spesso. Viva 'The Artist' e viva il Cinema.
Emiliano Dal Toso