Il bello, il brutto e il cattivo crede nella forza dell'amore. E, dato che ci crede, non aspettavamo altro che San Valentino per fare una carrellata dei nostri film preferiti su questo bellissimo e antico sentimento che unisce tante generazioni. Ovviamente, non stiamo parlando di quell'amore dei Baci Perugina e dei litigi su Facebook. Secondo noi, i film che selezioneremo da oggi al 14 febbraio sono quelli che meglio di tutti hanno colto il vero significato di questa abusata parola.
Bob Harris (Bill Murray) è un divo della tv americana che si trova a Tokyo per girare lo spot di un whisky: non parla giapponese e soffre d'insonnia. Charlotte (Scarlett Johansson) è una giovane donna, fresca di matrimonio, a Tokyo per seguire il marito, fotografo di moda che non vede mai: non parla giapponese e soffre d'insonnia. Anime simili, e sole, che non possono che incrociarsi. Attraverso una serie di incontri, di appuntamenti e di parole non dette, tra i due nasce un sentimento difficile da esprimere, da manifestare, ma impossibile da ignorare. A fare da sfondo a questa storia d'amore e d'amicizia, oltre a una colonna sonora di grande pregio, le luci ed i suoni assordanti di Tokyo, tripudio per gli occhi e luogo spersonalizzante in cui poter annullare emozioni, sentimenti, affetti. Sofia Coppola ci racconta una storia semplice, due solitudini che si incontrano. Una menzione più che speciale merita l'immenso Bill Murray, capace di far ridere e di intenerire con uno sguardo malinconico o con un abbozzo di sorriso, un attore unico che riesce sempre a creare un’atmosfera di rara raffinatezza e ironia (esempio lampante lo spot pubblicitario del whisky Santori ed i tentativi di comunicazione tra Bob e i giapponesi durante lo shooting fotografico: una sola espressione vale più di mille parole). Una commedia malinconica, equilibrata, coerente, dal grande senso poetico che ci fa tornare a credere nelle possibilità della vita. A farci amare ancor di più Lost in Translation arriva un finale intenso, e veramente commovente. Un film, che a nove anni dalla sua uscita, ancora non si può dimenticare.
Martina Pattonieri
Bob Harris (Bill Murray) è un divo della tv americana che si trova a Tokyo per girare lo spot di un whisky: non parla giapponese e soffre d'insonnia. Charlotte (Scarlett Johansson) è una giovane donna, fresca di matrimonio, a Tokyo per seguire il marito, fotografo di moda che non vede mai: non parla giapponese e soffre d'insonnia. Anime simili, e sole, che non possono che incrociarsi. Attraverso una serie di incontri, di appuntamenti e di parole non dette, tra i due nasce un sentimento difficile da esprimere, da manifestare, ma impossibile da ignorare. A fare da sfondo a questa storia d'amore e d'amicizia, oltre a una colonna sonora di grande pregio, le luci ed i suoni assordanti di Tokyo, tripudio per gli occhi e luogo spersonalizzante in cui poter annullare emozioni, sentimenti, affetti. Sofia Coppola ci racconta una storia semplice, due solitudini che si incontrano. Una menzione più che speciale merita l'immenso Bill Murray, capace di far ridere e di intenerire con uno sguardo malinconico o con un abbozzo di sorriso, un attore unico che riesce sempre a creare un’atmosfera di rara raffinatezza e ironia (esempio lampante lo spot pubblicitario del whisky Santori ed i tentativi di comunicazione tra Bob e i giapponesi durante lo shooting fotografico: una sola espressione vale più di mille parole). Una commedia malinconica, equilibrata, coerente, dal grande senso poetico che ci fa tornare a credere nelle possibilità della vita. A farci amare ancor di più Lost in Translation arriva un finale intenso, e veramente commovente. Un film, che a nove anni dalla sua uscita, ancora non si può dimenticare.
Martina Pattonieri
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