venerdì 27 gennaio 2012

Mission: Impossible - Protocollo Fantasma (voto 8)

Brad Bird non è Brian De Palma e nemmeno John Woo, eppure, non stiamo parlando proprio di un Signor Nessuno, dal momento che il regista di 'Mission:Impossible' numero 4 ha già vinto un Oscar per il miglior film d'animazione grazie a 'Gli Incredibili'. E il passato nel cinema animato è palese nella sua pellicola di debutto con attori in carne ed ossa, poichè l'impronta stilistica che imprime a 'Protocollo Fantasma' è più vicina a quella di un cartoon impazzito alla Looney Tunes piuttosto che a una pellicola di spionaggio. Ethan Hunt e i suoi uomini della IMF non se la passano bene. Sono accusati di aver messo una bomba al Cremlino e rimangono soli, braccati e senza alcuna copertura. Ciononostante, sono al corrente del fatto che un pazzo magnate russo voglia far scoppiare una guerra nucleare tra Russia e Stati Uniti, nostalgico dei bei tempi che furono. I Nostri, mai domi, decidono autonomamente di salvare il destino del mondo a loro modo, con il loro coraggio, la loro astuzia e le loro inverosimili imprese. Quello che distingue 'Protocollo Fantasma' dai lavori precedenti è la solita poetica da action-movie dell'incredibile coniugata a una inedita dose di ironia e a una serie di situazioni sempre più portate all'estremo. Non c'è la minima traccia di autorialità, la differenza la fa nient'altro che il divertimento. Bird si disinteressa completamente di apparire come un regista alla ricerca del profondo e della verità del mondo ed è consapevole di che cosa vuole il pubblico da una puntata di 'Mission:Impossible': Tom Cruise a quasi cinquant'anni che rimane appeso per aria al Burj Khalifa di Dubai, il grattacielo più alto del mondo. Se De Palma e Woo avevano provato a nobilitare la materia con il loro stile da primi della classe senza però ottenere risultati davvero memorabili, Bird gira un film d'azione proprio come se fosse un cartone animato. Pura ignoranza. Un altro valore aggiunto è il cast, affiatatissimo. A parte il buon caro vecchio Tom, Simon Pegg si rivela forse il vero motore del film, inanellando una serie di battute esilaranti e calandosi magnificamente nel personaggio che si ritrova sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. Pegg possiede una vis comica devastante e Bird intuisce che concedergli molto più spazio significa regalare alla serie autoironia e freschezza. Non sottovaluterei neanche la presenza di Jeremy Renner, tosto, di Paula Patton, gnocca, e, soprattutto, di Michael Nyqvist, il protagonista di 'Uomini che odiano le donne', cattivo, cattivissimo. E se ci mettiamo dentro anche il bellissimo finale retorico, con la celebrazione dell'amicizia e del lavoro di squadra, non possiamo negare che la missione di Brad Bird sia indubbiamente quella più riuscita.

Emiliano Dal Toso


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