E' uscito da più di un mese ma consiglio, se possibile, di recuperare l'ultimo film di Robert Guediguian 'Le nevi del Kilimangiaro'. Come Loach, il regista francese ama raccontare storie di gente comune, di lavoratori che devono stringere i denti per condividere il pane. Nell'ultimo lavoro, si confronta con il prepensionamento forzato di un operaio che viene rapinato poco prima del viaggio in Africa sempre sognato. Scoprirà che il rapinatore è un operaio come lui, licenziato, con due fratelli minori a carico da mantenere. La grande facilità con la quale Guediguian riesce ad alternare ruvidità e durezza delle tematiche con leggerezza delle battute e delle situazioni ricorda, appunto, il grande Ken e ne 'Le nevi del Kilimangiaro' il tono ottimista e la celebrazione della solidarietà può invece riportare al recente capolavoro di Aki Kaurismaki 'Miracolo a Le Havre'. La differenza con quest'ultimo, però, consiste nel modo in cui si giunge all'affermazione dei valori morali. Se per Kaurismaki essi sono il trionfo dell'utopia e possono prevalere soltanto grazie alla potenza del linguaggio cinematografico, l'autore marsigliese mette in pratica la propria fiducia nei confronti del genere umano, confidando nella bontà e nella fratellanza di una certa classe sociale. Da un punto di vista stilistico, il cinema di Guediguian è molto più scarno e approssimativo proprio per dare rilevanza esclusivamente alla forza contenutistica. Oltre a Guediguian, Kaurismaki, Loach, nel panorama europeo ci sono i fratelli Dardenne, Meadows, Kechiche che mettono al centro del loro cinema l'importanza dei valori umani e sociali. Purtroppo, in Italia manca ancora chi utilizza il cinema per raccontare la realtà nei suoi aspetti più essenziali e, per quanto si rivelino continuamente esordi interessanti, l'ambientazione borghese è sempre quella più sicura e convenzionale.
Emiliano Dal Toso
Emiliano Dal Toso
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