domenica 29 dicembre 2013

Top Ten Attori Brillanti

10 - Owen Cunningham Wilson - Dallas, 1968
Attore di una simpatia naturale, un po' malinconico, ha senz'altro convinto in modo definitivo interpretando l'alter ego di Woody Allen in 'Midnight in Paris' ma già l'amico Wes Anderson ne aveva intuito le potenzialità ne 'I Tenenbaum', in 'Steve Zissou' e, soprattutto, ne 'Il Treno Per Il Darjeeling'. Nel 2007 ha tentato il suicidio per depressione e dipendenze da droghe, dopo la tormentata relazione con la poetessa Erzsebet Beck. Da notare il naso storto e schiacciato, dovuto a una rissa dei tempi del liceo.

9 - Jason Jordan Segel - Los Angeles, 1980
Lanciato dalla serie televisiva 'How I Met Your Mother', si rivela anche al cinema con l'esilarante interpretazione di 'Non Mi Scaricare', seguita da quella altrettanto spassosa di 'I Love You, Man', bigino della bromantic comedy. E' anche sceneggiatore e compositore musicale, e ha fortemente voluto l'ultimo film dei Muppet, di cui è un grande fan, che ha scritto e prodotto. Faccia da bontempone e ruoli da bravo ragazzo fessacchiotto non gli hanno impedito di essere l'ultimo fidanzato dell'incantevole Michelle Williams.

8 - Thomas Jacob Black in arte Jack Black - Hermosa Beach, 1969
A detta mia e di un mio amico, uno dei talenti più sprecati dal cinema americano degli ultimi anni. Definito una decina di anni fa "il nuovo John Belushi", ha avuto tutte le potenzialità per replicarne la comicità fisica e sovversiva. Purtroppo, non sono tantissimi i ruoli da protagonista andati a segno: 'School Of Rock' di Linklater e 'Be Kind Rewind' di Gondry. E', comunque, un eccellente musicista rock, leader dei Tenacious D, dai quali è sorto il divertente 'Tenacious D e il destino del rock'. Sposato, non ci sono gossip rilevanti da segnalare.

7 - Paul Stephen Rudd - Passaic, 1969
Negli anni Novanta veniva utilizzato come un possibile sex symbol da copertina, ha dato una radicale svolta alla sua carriera grazie a Judd Apatow, che ne ha intuito le caratteristiche dell'ideale attore da commedia. Molto prolifico, in Italia non è conosciutissimo, benchè siano molti i titoli interessanti: oltre ai già citati 'Non Mi Scaricare' e 'I Love You, Man' non può essere ignorato quel delizioso gioiello che è 'Come Lo Sai', firmato James L. Brooks. Lo aspettiamo al varco in 'Prince Avalanche' di David Gordon Green. Anche su di lui, poco gossip.

6 - Adam Richard Sandler - New York, 1966
Attore comico unico, di una fisicità goffa e sgraziata strepitosa, anche lui malamente utilizzato dal cinema americano. Tra i pochi ad averlo capito Paul Thomas Anderson, che gli offre la clamorosa interpretazione di Barry Egan in 'Ubriaco D'Amore'. Altri titoli notevoli: 'Spanglish' di James L. Brooks e 'Funny People' di Judd Apatow. Si è perso in una serie infinita di lavori di una comicità di grado infimo, ovverosia quelli girati da tale Dennis Dugan. Inizialmente, Tarantino aveva pensato a lui per un ruolo in 'Bastardi senza gloria', ma anche quella fu un'occasione persa.

5 - Vincent Anthony Vaughn in arte Vince Vaughn - Minneapolis, 1970
Adorabile, la sua sola presenza mi mette di buon umore, anche quando non ha battute. Parte alla grande scrivendo con l'amico Jon Favreau l'intelligentissimo 'Swingers', seguono una serie di ruoli drammatici più o meno convincenti. Ma la sua incredibile simpatia si rivela in alcune pellicole di cui è mattatore: 'Old School', 'Palle al Balzo', 'Wedding Crushers'. Si permette anche una parte indimenticabile nel meraviglioso 'Into The Wild', in cui interpreta il trebbiatore Wayne Westerberg. E' stato fidanzato per cinque anni con Jennifer Aniston, con la quale ha girato il godibile 'The Break-Up'.

4 - John William Ferrell in arte Will Ferrell - Newport Beach, 1967
Un folle, geniale e imprevedibile demente. Incredibile ed esilarante nel ruolo dello stilista Mugatu in 'Zoolander', fuori di testa in 'Elf', irrefrenabile in 'Anchorman'. Che non sia un completo coglione, però, lo intuisce Woody Allen, che gli offre un gran bel personaggio in 'Melinda e Melinda'. Ed è il protagonista di quella che considero la commedia più bella del decennio passato, 'Vero Come La Finzione', in cui interpreta un funzionario delle tasse con grazia nostalgica e poesia. Sposato da quindici anni, viene doppiato quasi sempre da Pino Insegno.

3 - Seth Rogen - Vancouver, 1982
Giovanissimo, propone ad Apatow la sceneggiatura di 'Suxbad', un capolavoro. Scrive anche quelle di 'Strafumati' di Gordon Green e di 'The Green Hornet' di Gondry e a trent'anni gira il suo primo film da regista, 'Facciamola Finita'. Attore totale, "malin-comico", ha già una serie di titoli alle spalle di assoluto valore: 'Zack And Miri', 'Funny People', '50 e 50'. Ma è soprattutto in 'Take This Waltz' che si rivela di una spanna superiore, impressionando nei panni del marito lasciato da Michelle Williams con un'interpretazione sfumata e commovente. Nulla da segnalare per quanto riguarda la vita privata.

2 - William James Murray in arte Bill Murray - Wilmette, 1950
Monumentale. Un mito vivente. Seppur di una generazione più vecchia, non me la sono sentita di escluderlo, perchè nello scorso decennio è stato capace di reinventarsi una nuova carriera e di proporsi alle nuove generazioni: praticamente presente in tutto Wes Anderson, struggente, elegante, magnifico in 'Lost In Translation' e in 'Broken Flowers'. Il titolo più amato, però, è 'Ricomincio Da Capo', tragicommedia esistenziale. E pensare che se fosse rimasto in vita Belushi non sarebbe stato nel cast di 'Ghostbusters', mentre inizialmente il protagonista de 'L'Attimo Fuggente' doveva essere lui e non Robin Williams.

1 - James Eugene Redmond Carrey in arte Jim Carrey - Newmarket, 1962
Jim Carrey è una delle ragioni per le quali ho deciso di fare del Cinema non un semplice interesse, ma una passione. Jim Carrey ritorna sempre, nelle giornate, nella Vita, perchè basterebbero quelle facce, quei personaggi a dare un significato a tutto questo. In film come 'The Truman Show', 'Man On The Moon', 'Se Mi Lasci Ti Cancello' Jim Carrey trasforma la sua comicità in Arte Drammatica, in sconfitta, in ribellione, in Poesia. E' la maschera comica che diventa tragica, è la risata che nasconde una lacerante insofferenza. Ed è il dolore che si fa travolgere dal riso liberatorio e dal suo Genio, senza regole, senza limiti.












mercoledì 25 dicembre 2013

Top Ten Attrici Che Mi Rubano Il Cuore

10 - Zooey Claire Deschanel - Los Angeles, 1980
Icona indie-rock, può annoverare tra la lista dei suoi fidanzati Jason Schwartzman e Ben Gibbard dei Death Cab For Cutie, che ha poi sposato e abbandonato. La ricordo giovanissima in 'Elf' con Will Ferrell ma è ovviamente con '500 giorni insieme' che è entrata nel nostro cuore. Ha sicuramente molto stile, cosa che le permette di entrare in classifica, oltre a due occhi color del cielo azzurro d'estate.

9 - Milena Markovna Kunis in arte Mila Kunis - Cernovcy, 1983
Considerata una delle donne più sexy del mondo, non possiamo non rimproverarle le sue scelte in tema di maschi: Macaulay Culkin e Ashton Kutcher. Dotata di una vis comica davvero notevole (è la doppiatrice di Meg ne 'I Griffin'), ci ha fatto sobbalzare dalla sedia più di una volta ne 'Il Cigno Nero' e in 'Amici Di Letto', anche se è già con 'Non Mi Scaricare' che comincia a non farsi dimenticare.

8 - Rachel Anne McAdams - London, 1978
Bionda, rossa o bruna, ci piace da impazzire. La prima ad averla notata è stato il nostro Paolo Virzì, e questo secondo me dovrebbe essere un motivo di vanto per l'Italia e per gli italiani. Ma sono stati gli ultimi lavori quelli con i quali abbiamo definitivamente ceduto: 'Morning Glory', 'Midnight in Paris' (alla quale il buon Woody non nega più di una inquadratura gradita), 'Passion' e 'Questione Di Tempo'. Anche a lei una bacchettata per l'ex fidanzato: Ryan Gosling.

7 - Shannon Marie Kahololani Sossamon in arte Shannyn Sossamon - Honolulu, 1978
Chi è questa sconosciuta, si chiederà il lettore più sprovveduto? Shannyn ha girato pochi film che sono arrivati da noi, ma quei pochi titoli sono tra quelli che amiamo di più in assoluto, anche e soprattutto per merito suo. Ricordate '40 giorni e 40 notti? E 'Il Destino Di Un Cavaliere'? Ma è con 'Le Regole Dell'Attrazione' (tra i film della vita) che Shannyn si fissa come un chiodo nella testa, in un ruolo che vale una carriera. 

6 - Evan Rachel Wood - Raleigh, 1987
Chiacchieratissima, ex adolescente maledetta, fidanzata per tre anni con Marilyn Manson, con il quale ha girato il bollente video di 'Heart Shaped Glasses'. Ora, pare abbia messo la testa a posto: è sposata con Jamie Bell, ex Billy Elliot. Ad ogni modo, sempre bellissima, e davvero indimenticabile nel commovente 'The Wrestler'. Ed anche quella vecchia volpe di Woody la adora: di lei si innamora il cinico Larry David in 'Basta che funzioni'.

5 - Michelle Ingrid Williams - Kalispell, 1980
Ai tempi di 'Dawson's Creek' le preferivamo Katie Holmes, poi Michelle pian piano ci ha conquistato, rivelandosi in tutta la sua bravura e la sua malinconica bellezza. Tra le attrici drammatiche più intense degli ultimi anni: 'La Terra Dell'Abbondanza', 'Io Non Sono Qui', 'Blue Valentine', 'Take This Waltz'. Una caterva di ex fidanzati: oltre al compianto Heath Ledger, si annoverano il cantante indie Conor Oberst, Spike Jonze e il grande Jason Segel. Dolce, elegante, bellissima: gran classe.

4 - Carey Hannah Mulligan - Londra, 1985
Si è fatta amare immediatamente dopo 'An Education', sfoggiando binomio sorriso più fossette da colpo di fulmine, e non ha tradito le prime impressioni confermandosi attrice sensibile e magnifica nei successivi 'Drive', 'Non Lasciarmi' e 'Shame'. E anche ne 'Il Grande Gatsby' è tra le poche note positive. Fidanzata per anni con Shia LaBeouf, lo ha mollato per sposare Marcus Mumford dei Mumford And Sons. A dir poco fortunato, quest'ultimo ha un aspetto da quarantenne alcolizzato, malgrado sia un mio coetaneo.

3 - Marion Cotillard - Parigi, 1975
Divina. Attrice meravigliosa, vincitrice di un Oscar per 'La Vie En Rose', nel quale si imbruttisce in modo non indifferente per interpretare una dolente Edith Piaf. Come direbbe un mio amico, a different class. Amore vero, duraturo, incancellabile. Tutti i suoi ruoli sono caratterizzati da un alto tasso di passionalità: da 'Nemico Pubblico' a 'Inception', da 'Midnight in Paris' (di nuovo, Woody dimostra gran gusto) a 'Un Sapore Di Ruggine E Ossa'. E' fidanzata da anni con Guillaume Canet. Bravo lui.

2 - Keira Christina Knightley - Teddington, 1985
Amatissima oppure odiatissima. Io sono perdutamente innamorato di lei da quando tirava calci dietro a un pallone in 'Sognando Beckham'. Attrice particolarmente eclettica, passa dai ruoli in costume di 'Orgoglio e pregiudizio' e 'Anna Karenina' a quelli brillanti di 'Love Actually', ma è nei panni di Sabina Spielrein in 'A Dangerous Method' che ci manda letteralmente in visibilio. Ha sostituito Kate Moss come testimonial del profumo Coco Mademoiselle. Sposata con uno semi-sconosciuto, il tastierista dei Klaxons.

1 - Natalie Hershlag in arte Natalie Portman - Gerusalemme, 1981
Un angelo. Abbiamo cominciato ad amarla nei panni di Amidala, nel primo episodio della nuova trilogia di 'Star Wars'. Da lì, ha avuto modo di affermarsi anche come grande attrice: entusiasmante in 'Closer', ribelle in 'V per Vendetta', per arrivare al ruolo viscerale e maledetto di Nina Sayers ne 'Il Cigno Nero', che le ha permesso di vincere l'Oscar. Nessuna come Lei. Ex fidanzata di Gael Garcia Bernal e del cantante Devendra Banhart, ha sposato tale Benjamin Millepied, praticamente una nullità. 









venerdì 20 dicembre 2013

Riflessioni Spiazzanti: La Freschezza Del Cinema Italiano

Si parla spesso di una nuova ondata di registi, di autori, di cineasti, ma mi sembra che sia solo un tentativo di etichettamento mediatico. Sinceramente, non mi sembra proprio ci sia una new wave nel cinema italiano. Molti critici si sono entusiasmati per i lavori dei vari Pietro Marcello, Gianfranco Rosi, Michelangelo Frammartino, parlando di una rinascita. Questi bravi filmmaker avranno anche realizzato opere pregievoli ('La bocca del lupo' e 'Sacro GRA' lo sono senz'altro) ma, oltre a non essere conosciuti al di fuori della cerchia cinefila, il loro è comunque un cinema documentaristico. E sarà pure giusto dare al genere del documentario finalmente un'importanza di rilievo, la stessa identica che viene data al cinema di finzione. Ma non bisogna nemmeno fare l'errore opposto, ovverosia quello di considerare il documentario l'unico genere in grado di certificare lo stato di salute cinematografico di un Paese. Riguardando i miei dieci film preferiti di ogni anno, dal 2010 al 2013, su quaranta titoli ce ne sono nove italiani: non moltissimi ma nemmeno troppo pochi. Nel 2010 segnalai tra i titoli che ho amato di più 'La solitudine dei numeri primi' di Costanzo, 'Io sono l'amore' di Guadagnino e 'La pecora nera' di Celestini. Saverio Costanzo e Luca Guadagnino sono tra i registi italiani emergenti più talentuosi e inventivi, e fino a qui tutto bene. Il film di Celestini, invece, è un'eccezione, la traduzione cinematografica di uno spettacolo teatrale da parte di un autore di teatro. 'La pecora nera' non può, dunque, essere considerato nient'altro che un film a sè. Nel 2011, l'unico titolo che ho segnalato è stato 'Habemus Papam' di Nanni Moretti. Nanni Moretti. E poi, basta. Il 2012, invece, è stato a sorpresa un anno di gloria perchè ho segnalato addirittura quattro film: 'Diaz', 'Reality', 'Io e Te', 'Cesare Deve Morire'. Gli ultimi due sono di Bernardo Bertolucci e dei Fratelli Taviani, e in tre questi signori fanno 238 anni. Duecentotrentotto. 'Reality', per il sottoscritto, è il miglior film di Matteo Garrone, così come 'Diaz' è il migliore di Daniele Vicari. Se Garrone è attualmente considerato dalla maggior parte di critici e di cinefili il maggior talento del cinema italiano (insieme a Paolo Sorrentino) seppur si tratti di un regista ormai affermato, Vicari viene apprezzato anche lui più come documentarista. E per quanto abbia amato 'Diaz', non posso negare che il film sulla "macelleria messicana" di Genova sia stato stroncato e mal sopportato da tantissimi. Il 2013, infine, è stato nuovamente un anno di rara pochezza. A parte il già citato 'Sacro GRA', l'unica opera italiana davvero notevole è stata 'Miele' di Valeria Golino, la quale prima di girare 'Miele' era già Valeria Golino. Non si può certamente parlare di una vera e propria regista emergente ma della Golino che è passata dietro la macchina da presa. Dunque, di cosa stiamo parlando? Siamo davvero di fronte a una nuova ondata di talentuosi registi che sta dando nuova linfa vitale al cinema italiano? La risposta è negativa.

Emiliano Dal Toso



lunedì 16 dicembre 2013

TeleCommando: The Help

'The Help' è uno di quei film che ci riporta a quando eravamo piccoli e scoprivamo che il Cinema non era soltanto cartoni animati alle quattro del pomeriggio ma che esistevano delle persone vere che vivevano delle storie bellissime e che c'era qualcuno che, passando per caso, riprendeva queste storie bellissime. Negli anni Sessanta a Jackson, nel Mississippi, le donne bianche sono delle casalinghe borghesi e benestanti con la puzza sotto il naso mentre le donne nere lavorano per le donne bianche e, spesso e volentieri, le sostituiscono nel ruolo di mamme. Queste donne nere, spesso e volentieri, sono sottopagate, sono costrette a usare un gabinetto nel giardino per non infettare il bagno, vengono ridicolizzate e vengono licenziate. Una ragazza di ventitre anni, aspirante giornalista, decide di intervistare una di queste "domestiche" perchè racconti il suo punto di vista. Riuscirà a coinvolgere nel progetto numerose donne di colore costrette a subire incredibili ingiustizie da parte dei loro padroni e il risultato finale di questo lavoro sarà un caso letterario rivoluzionario. La seconda opera del regista Tate Taylor è decisamente impeccabile. Se, da un lato, si potrebbe tacciare 'The Help' con le solite critiche di buonismo strappalacrime, dall'altra non si può negare che la forza di questa operazione consiste nella confezione di gran classe, dall'ambientazione vintage curatissima in ogni dettaglio alla grandissima prova di tutte le splendidi attrici coinvolte. Brava Emma Stone nel ruolo della ragazza pronta a tutto pur di realizzare i suoi sogni di giustizia e verità ma le due interpreti Viola Davis e Octavia Spencer trascinano letteralmente per due ore e mezza lo spettatore in questo vortice di razzismo e coraggio, indignazione e commozione. Sorprendenti anche Bryce Dallas Howard e Jessica Chastain: la prima nei panni della perfida, la seconda in quelli della ingenua e bellissima. Per quanto prevedibile, la regia di Taylor trova l'alchimia giusta per non stancare mai, e coinvolgere teneramente. Tutti i personaggi sono analizzati a tutto tondo, curatissimi in tutte le loro sfumature. Ne è esempio la descrizione del rapporto tra il personaggio della Chastain e quello della Spencer (forse, proprio le due migliori in questo cast femminile memorabile): gradualmente, ciascuna delle due prenderà atto che possa nascere tra di loro un rapporto umano di solidarietà e di vera amicizia. Se, dunque, il punto d'arrivo di 'The Help' è il trionfo dei buoni sentimenti, il modo con cui si giunge alla loro celebrazione è tutt'altro che banale e approssimativo. I diversi momenti comici sono tipici di un prodotto disneyano, in grado di piacere davvero a chiunque. Siamo di fronte alla forza popolare del Cinema, propedeutica e didattica. E quando la confezione è talmente strabiliante, forse, anche lo spettatore più cinico può lasciarsi andare al ricordo di quando chiedeva alla mamma di mettergli le sue videocassette preferite, quelle dove si tifava per i buoni perchè i cattivi facevano paura.

Emiliano Dal Toso


domenica 15 dicembre 2013

The French Touch: Piccole Bugie Tra Amici

L'inizio di 'Piccole bugie tra amici' è folgorante. Un piano-sequenza di cinque minuti che segue l'uscita dai bagni di una discoteca e, poi, dalla discoteca stessa di Ludo (Jean Dujardin), fino al fatale scontro con un camion ad un incrocio stradale. Un grande momento di cinema, straordinariamente realistico, nel quale viene reso in modo eccezionale lo stato psico-fisico di chi esce da un locale alle sei del mattino, dopo aver fatto baldoria, tra litri di alcol e strisce di cocaina. Per quel che resta, 'Piccole bugie tra amici' è un lavoro delizioso e pregevole. Racconta la vacanza al mare di un gruppo di amici, decisamente borghesi, che ogni anno si ritrova nella villa in Aquitania di uno di loro. Ci sono tanti personaggi, ben delineati, ciascuno con le sue velleità e le sue piccolezze. Il regista Guillaume Canet è abilissimo nell'alternare lacrime e riso. I suoi modelli sono evidenti: innanzitutto, 'Il Grande Freddo' di Kasdan, benchè rimangano esclusi i sottotesti politici, ma soprattutto, il cinema di Sautet e di Cassavetes. In modo particolare, quest'ultimo è un evidente riferimento nei confronti più duri e intensi tra i protagonisti. Ma quella che è la vera carta vincente del film è il cast, affiatatissimo e brillantissimo, di belle facce, che ci fanno tendere all'identificazione. Indovinatissimo il personaggio di Marion Cotillard, bella trentacinquenne un po' sgualdrina, ottimista e di sinistra, che ha grande facilità nello districarsi tra uomini (e donne) e grande difficoltà nell'affezionarsene durevolmente. Bravi Gilles Lellouche e Laurent Lafitte, il primo un attoruncolo bastardo ma simpatico, il secondo un tenero fessacchiotto, entrambi innamorati e non esattamente corrisposti. Bene anche Benoit Magimel, marito di buona famiglia in preda a pulsioni omosessuali; superlativo Francois Cluzet, il protagonista invalido di 'Quasi amici', qui nettamente superiore. Il suo Max è una figura tragicomica, che l'attore rende con meravigliose sfumature di imbarazzo, goffaggine e immaturità (malgrado sia il più vecchio della brigata). In diversi passaggi, la risata scatta fragorosa proprio grazie a lui. Per concludere, Canet si è lasciato andare al film che chiunque di noi vorrebbe girare, chiunque abbia quel gruppo di persone attorno a sè, che più che amici sono compagni di Vita. 'Piccole bugie tra amici' è autentico, a volte un po' sbrodolato ma vivace e pulsante. Da segnalare anche la colonna sonora molto modaiola e radical-chic, perfettamente in linea con questa bella commedia francese, che è come quell'amico con un milione di difetti ma che riesce sempre a farsi dannatamente voler bene.

Emiliano Dal Toso





venerdì 13 dicembre 2013

Opinions: Trent'Anni Di Cinepanettone

Andiamo subito al sodo. Non si dice mai esplicitamente, ma uno dei motivi per cui ogni anno il cinepanettone di turno viene stroncato è che si celi dietro uno spirito di berlusconismo. La critica più diffusa è quella relativa al fatto che i personaggi dei cinepanettoni non vengano mai condannati ma siano sempre assolti: si ride di loro ma si ride anche con loro. Secondo i critici, i cinepanettoni sono scevri da ogni forma di critica sociale, sono volgari e incassano troppo. E, per alcuni, sono anche responsabili dell'abbassamento culturale del Paese. Ciononostante, la mia passione "cinepanettonesca" non mi ha impedito di prendere il diploma di maturità classica, di innamorarmi della letteratura americana del Novecento, di trovare più di una ragione di vita nel cinema di Takeshi Kitano e di Aki Kaurismaki, e di votare a Sinistra. Massimo Boldi non mi ha impedito di ridere a crepapelle davanti a 'Io e Annie' di Woody Allen e Christian De Sica non è stato un ostacolo perchè mi entusiasmassi per le commedie di Billy Wilder. I cinepanettoni non hanno mai messo in pericolo le mie buone maniere: cerco di non ruttare quando sono in compagnia di una ragazza che mi piace, non urlo parolacce se incontro in discoteca diciottenni mezze nude. Il primo cinepanettone risale al 1983: undici anni prima che Silvio Berlusconi entrasse in politica. Nel 1987, uscì nei cinema 'Montecarlo Gran Casino': tra i protagonisti figurava anche un certo Paolo Rossi, giovane comico proveniente dalla scuola milanese dell'Elfo. Il film fu un flop colossale, al punto che De Laurentiis fu costretto a licenziare Boldi e De Sica. Li riassunse due anni più tardi, dopo che i due, insieme a Calà, sbancarono il botteghino con un altro produttore grazie a 'Fratelli d'Italia'. Da allora, per quindici anni, Boldi e De Sica sono diventati, casualmente, una coppia inossidabile, perfetta, entrata nell'immaginario collettivo. Nessuno dei due ha mai avuto, nella loro carriera, pretese autorali. La loro unica interpretazione drammatica è stata per entrambi in un film di Pupi Avati: nelle interviste, quando ne parlano, si mettono a ridere, non la prendono sul serio. E, poi, la loro comicità sarà pure volgare ma è terrena, italiana, non racconta frottole. I loro personaggi, mediocri e disonesti, non verranno condannati ma non vengono neppure osannati. Ogni volta finiscono male, lasciati dalle mogli, poco sopportati dai figli, tampinati dai creditori. Con queste caratterizzazioni e con canovacci sempre molto simili tra loro, Boldi&De Sica hanno proposto per quindici anni un prodotto di pura "evasione". Chi è interessato, paga il biglietto e sa cosa andrà a vedere. Chi non è interessato, non li va a vedere. Nel 2005, 'Natale a Miami' sancisce la fine del sodalizio. Tra i due, va meglio a De Sica, che rimane con De Laurentiis e continua a fare incetta di incassi al botteghino. Otto anni dopo la loro separazione, il prodotto cinepanettone sopravvive ma, per il sottoscritto, la proposta è diventata meno "volgare", ancor più familista e, per questo, meno divertente. Se un film non mi ispira fiducia, scelgo di non pagare il biglietto e di non andarlo a vedere. E non penso, invece, che se qualcuno lo voglia vedere sia una vergogna o il segno di un abbassamento culturale. Dirò di più. Resto convinto che la volgarità sia, spesso e volentieri, funzionale alla comicità: non mancano parolacce nè riferimenti sessuali nei film di Mel Brooks, in quelli dei Farrelly, o in quelli di Francis Veber. La volgarità contestualizzata, talvolta, può produrre una sana risata liberatoria. Ridere per un "va' a morì ammazzato" detto da Christian De Sica non mi ha mai creato imbarazzo. Guardare la "televisione" di Fabio Fazio, invece, sì.

Emiliano Dal Toso


lunedì 9 dicembre 2013

I Film Dell'Anno Degli Amici Lettori

Tarantino, Sorrentino, Kechiche. Questo è il podio, questi sono i registi dei film che hanno dominato l'annata, secondo il giudizio degli amici lettori. Vince 'Django Unchained', dopo i trionfi di 'Melancholia' e 'Moonrise Kingdom' negli anni passati. Tarantino dopo Von Trier e Wes Anderson, dunque. Autori che hanno un loro marchio riconoscibile, una poetica e un'estetica molto definita. E questo all'amico lettore medio piace. Interessante.

Alice Grisa
Holy Motors 
La Grande Bellezza 
Spring Breakers
"Cercare la grande bellezza" e "la bellezza del gesto" si possono trovare anche in uno spring break con la colonna sonora di Britney Spears?

Alice Previtali
La Grande Bellezza
Django Unchained
La Mafia Uccide Solo D'Estate

Alvise Wollner
Locke: magistrale interpretazione di Tom Hardy per un film che regala il massimo con il minimo sforzo. Vero vincitore di Venezia 70 dov'è passato ingiustamente fuori concorso.
Spring Breakers: fantastica parabola adolescenziale o delirio violento e lisergico? La pellicola di Korine spiazza e stupisce, merito anche di un incredibile James Franco e di un gruppetto di principessine Disney che hanno perso per sempre la loro innocenza.
La Vita Di Adele: film capitale sull'educazione sentimentale di una splendida adolescente francese. Come recita il titolo, non è più cinema quello che abbiamo davanti, ma la vita stessa in tutte le sue più meravigliose sfaccettature.

Angelica Gallo
Il Lato Positivo
Blue Jasmine
La Vita Di Adele

Arianna Montanari
La Grande Bellezza
Django Unchained
Blue Valentine/Come Un Tuono

Denise Spinelli
Django Unchained: perchè, alla sua maniera, i furti di Tarantino colorano lo spirito e rafforzano le vecchie pellicole italiane
La Migliore Offerta: un film italiano che "si vende al meglio"
Lunchbox: per cambiare un po' "genere"

Francesca Mandelli
La Grande Bellezza
Django Unchained
Miele

Giancarlo Mazzetti
Il Passato: ufficiale, Farhadi è un gigante del cinema; con questo film lascia l'Iran per sbarcare in Francia e crea un prodotto meraviglioso per precisione e costruzione. Sceneggiatura al limite della perfezione e attori bravissimi.
Miele: sorprendentemente, Valeria Golino si dimostra all'altezza di un argomento difficilissimo da trattare senza ricadere nella banalità. Un film sincero, onesto e delicato.
Miss Violence: un film greco che riesce a sconvolgere. Una storia agghiacciante di cui non si può dire niente senza rovinarlo. Il lato oscuro della normalità.

Giovanni Dal Toso
Django Unchained
Rush
Una Notte Da Leoni 3

Graziano Biglia
La Vita Di Adele: se avessi le ghiandole lacrimali, avrei pianto come Natalie Portman in 'Leon', ma sono un noto insensibile. Capolavoro di realismo, mai melenso o ricattatorio.
Miss Violence: torbido, malsano ed euripideo, meritato premio alla regia a Venezia (scusa Emiliano).
Locke/Tom A La Ferme: i personaggi migliori visti al Lido vengono da questi piccoli capolavori che probabilmente non verranno mai distribuiti.

Ivan Brentari
La Grande Bellezza
La Migliore Offerta
Cloud Atlas

Jacopo Bravin
Django Unchained: perchè è Tarantino ai massimi livelli.
Rush: perchè è un affresco a 360 gradi della Formula Uno di quegli anni, esemplificata nel dualismo (un po' forzato) dei due avversari. Sudore, benzina, coraggio.
La Migliore Offerta: amarissimo, come piace a me.

Linda Grazia Pola
Mood Indigo - La Schiuma Dei Giorni: espressione surreale di una storia reale.
La Vita Di Adele: meraviglia e potere della passione amorosa.
La Migliore Offerta: bello nelle immagini, originale nella storia, trascinante nei tempi. Tenero e crudele.

Lorenzo Gramatica
The Master
Spring Breakers
Miss Violence

Luca Ottocento
The Master
Spring Breakers
Philomena

Luca Recordati
The Grandmaster
La Grande Bellezza
La Vita Di Adele

Marco Dal Toso
No - I Giorni Dell'Arcobaleno
Viva La Libertà
Dream Team

Marco Solè
The Master
Il Lato Positivo
Vita Di Pi

Martina Pattonieri
Frances Ha
Sugar Man
Inside Llewyn Davis


Massimiliano Gavinelli
Locke/We Are The Best!
Django Unchained
Come Un Tuono

Mattia De Gasperis
Django Unchained
Sugar Man
Miele

Melis Rossi
The Grandmaster
Il Lato Positivo
Questione Di Tempo


Paolo Quaglia
The Grandmaster: per l'estetica.
Sole a Catinelle: perchè il cinema italiano necessita di spessore.
Escape Plan/La Grande Bellezza: perchè le trombe del giudizio suoneranno per tutti quelli che credono in quello che fanno e in un mondo Boldrinizzato abbiamo ancora bisogno di uomini.

Riccardo Tanco
Il Tocco Del Peccato
La Vita Di Adele
Tom A La Ferme


8 Django Unchained
7 La Grande Bellezza
6 La Vita Di Adele
4 La Migliore Offerta, Spring Breakers
3 The Grandmaster, Il Lato Positivo, Locke, The Master, Miele, Miss Violence
2 Come Un Tuono, Rush, Sugar Man, Tom A La Ferme
1 Blue Valentine, Il Tocco Del Peccato, Holy Motors, Cloud Atlas, Lunchbox, Il Passato, Escape Plan, Sole a Catinelle, We Are The Best!, La Mafia Uccide Solo D'Estate, No - I Giorni Dell'Arcobaleno, Viva La Libertà, Dream Team, Mood Indigo - La Schiuma Dei Giorni, Vita Di Pi, Blue Jasmine, Una Notte Da Leoni 3, Questione Di Tempo, Philomena, Frances Ha, Inside Llewyn Davis







La Superclassifica Del 2013

Ridi e il mondo riderà con te, piangi e piangerai da solo.

20 - Fedele Alla Linea/Sugar Man - Germano Maccioni/Malik Bendjelloul
Perchè è la Musica nei suoi aspetti più marginali.

19 - Il Lato Positivo - David O. Russell
Perchè il nevrotico bipolare Bradley Cooper mi sembra incredibilmente sano.

18 - Stoker - Park Chan Wook
Perchè, a volte, l'abito fa il monaco.

17 - The Grandmaster - Wong Kar Wai
Perchè nell'ultima mezz'ora siamo di nuovo in the mood for love.

16 - Sacro GRA - Gianfranco Rosi
Perchè è un film che parla, sostanzialmente, di disgraziati.

15 - Facciamola Finita - Seth Rogen, Evan Goldberg
Perchè è bello non prendersi sul serio.

14 - Oh Boy - Un Caffè a Berlino - Jan Ole Gerster
Perchè i perdigiorno sono gli ultimi romantici.

13 - Come Un Tuono - Derek Cianfrance
Perchè Ryan Gosling muore dopo trenta minuti.

12 - Mood Indigo - La Schiuma Dei Giorni - Michel Gondry
Perchè adattare bene Boris Vian è da veri fuoriclasse.

11 - La Migliore Offerta - Giuseppe Tornatore
Perchè l'amore è un disturbo maniacale.

10 - Miele - Valeria Golino
Perchè Jasmine Trinca è una bomba. E la Golino ha molta voglia di allontanarsi dalla retorica dell'autorialismo italiano politicamente corretto.

9 - Flight - Robert Zemeckis
Perchè i demoni e le ossessioni non si scacciano. Possiamo essere molto bravi a salvare la vita degli altri e non essere in grado di provare il minimo rispetto per la nostra.

8 - Rush - Ron Howard
Perchè racconta di personalità opposte, di fuoriclasse meticolosi e autodistruttivi, di corse fino all'ultimo respiro. Un film per uomini, per quelli che fanno esaltare e sanno esultare.

7 - No - I Giorni Dell'Arcobaleno - Pablo Larrain
Perchè l'illusione di un altro mondo possibile non può nemmeno essere concepita senza un'abile strategia di marketing. Via la dittatura di Pinochet, dentro quella del consumismo e della superficie.

6 - Questione Di Tempo - Richard Curtis 
Perchè mi ha fatto battere forte il cuore. Non una semplice commedia sentimentale ma un grande film sulle seconde possibilità, sul significato del destino, sulla Vita che non aspetta.

5 - Django Unchained - Quentin Tarantino
Perchè è l'apoteosi della poetica fanzinara di Tarantino. Puro Cinema che si nutre di Cinema regalando Cinema. Il semplice gusto dell'avventura, del racconto, nient'altro.

4 - Il Tocco Del Peccato - Jia Zhang Ke
Perchè la violenza non sorprende più. E sembra che sia l'unica soluzione possibile per colmare la distanza tra ricchezza e disperazione.

3 - Spring Breakers - Harmony Korine
Perchè è la vera celebrazione della "grande bellezza", dell'estetica, della consistenza della superficie. Un'opera visivamente epocale, un capolavoro pop, lontano da moralismi e gratuite provocazioni.

2 - La Vita Di Adele - Abdellatif Kechiche
Perchè è l'Amore in tutte le sue forme, che appassiona, e gronda di lacrime e sudore. Preciso, dettagliato, commovente. E quando ci rendiamo conto che è svanito, non si può far altro che andarsene.

1 - The Master - Paul Thomas Anderson
Perchè va in direzione ostinata e contraria. Mi basta Joaquin Phoenix, vera anima persa, vero volto di sconfitta e di redenzione, che vaga senza meta, sale su una nave e si ubriaca. Questo è il mare.

ATTORE DELL'ANNO: Bradley Cooper (Come Un Tuono, Il Lato Positivo)

ATTRICE DELL'ANNO: Jasmine Trinca (Miele)






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martedì 3 dicembre 2013

Flop Ten - Le Delusioni Del 2013

E' solo un gioco ma in pochi lo capiscono.

10 - La Grande Bellezza - Paolo Sorrentino
Il secondo film sbagliato di Sorrentino di fila, oltretutto con molti dei difetti del precedente: programmaticità, manierismo, facili bersagli. Il ritratto della Roma altoborghese all'insegna della decadenza dei costumi è davvero scontato, inondato di una retorica sulle conseguenze del berlusconismo fuori tempo massimo. E un senso registico di onnipotenza non aiuta nemmeno nei passaggi più intimisti e malinconici.

9 - Gangster Squad - Ruben Fleischer
Una grande delusione per chi aveva apprezzato il lavoro precedente del regista, l'atipica commedia horror Benvenuti a Zombieland. Sceneggiatura zoppiccante, un'estetica che vorrebbe rimandare ai comics ma che risulta soltanto estetizzante e, a tratti, ridicola. E, soprattutto, un cast a dir poco insopportabile: Josh Brolin non ci è mai stato simpatico, su Gosling stendiamo un velo pietoso, Sean Penn è fintamente sopra le righe.

8 - Gli Amanti Passeggeri - Pedro Almodovar
C'era una volta Pedro Almodovar. Se Sorrentino ha inanellato due film brutti consecutivi, Almodovar ne ha tirati fuori due imbarazzanti. Una serie infinita di macchiette e di trovate che non fanno mai ridere, dialoghi che suscitano imbarazzo. E quello che un tempo era un erotismo passionale e travolgente, ora è diventato sciatteria e volgarità. Altro che cinepanettoni.

7 - Giovane E Bella - Francois Ozon
Uno dei film peggiori che abbia mai visto sull'età dell'adolescenza. Vuoto, inconsistente, non ha mai il coraggio di prendere una posizione nè un punto di vista. Banalissimo, poi, nelle dinamiche psicologiche: il patrigno che comincia a provoleggiare con la figliastra quando scopre che, di nascosto, si prostituisce non si può vedere. Uno dei pochi casi in cui hanno ragione quelli che sostengono che il cinema francese sia "da fighetti".

6 - Educazione Siberiana - Gabriele Salvatores
Salvatores lo abbiamo sempre amato, tanto che gli abbiamo dedicato anche una Retrospettiva. Ma la traduzione cinematografica del (discreto) romanzo di Lilin è piattissima e noiosissima. Certi passaggi sembrano addirittura girati controvoglia, come se fossero destinati a una fiction di Raiuno. E questo, per uno dei nostri premi Oscar, è un peccato imperdonabile.

5 - The Canyons - Paul Schrader
Clamoroso bidone dal regista di 'American Gigolo' e sceneggiatore di 'Taxi Driver' e 'Toro scatenato'. Sembra di assistere a una puntata scadente de 'L'ispettore Derrick' in versione soft porno, ma con una fotografia peggiore. Si respira un'aria da patinato marcio. Completamente inespressivo il protagonista James Deen, meravigliosamente sfatta Lindsay Lohan, maialona di proporzioni cosmiche.

4 - Il Grande Gatsby - Baz Luhrmann
Forse, il vero grande flop del 2013. C'erano buone aspettative per la rivisitazione in chiave pop del grande romanzo di Francis Scott Fitzgerald ma il risultato è stato a dir poco deludente, eccessivamente kitsch e ridondante. Ma, soprattutto, mai davvero coinvolgente ed emozionante. E se il Jay Gatsby di Di Caprio può avere un suo fascino, il Nick Carraway di Tobey Maguire è da prendere a schiaffi.

3 - Bling Ring - Sofia Coppola
Qualche anno fa pensavamo di aver trovato una giovane regista che avesse il dono di raccontare con ironia e leggerezza le piccole cose, le "schiume dei giorni", i turbamenti giovanili. Comincio a pensare che ci sbagliavamo. Dopo il vuoto pneumatico di 'Somewhere', ecco un altro film che non è niente, privo di spessore e di reale interesse, sociologicamente inutile.

2 - Giovani Ribelli - John Krokidas
Il regista è un signor Nessuno, che ha avuto la presunzione di esordire con un film sulle radici della Beat Generation, infangandolo di feuilleton tra personaggi insopportabili, che vengono caratterizzati come figli di papà pseudo-trasgressivi. Non c'è mai uno slancio davvero provocatorio o un'evoluzione narrativa più complessa di quella degli episodi di Dawson's Creek. Ginsberg, Borroughs, Kerouac, rivoltatevi nella tomba.

1 - Solo Dio Perdona - Nicolas Winding Refn
Mi sembra che Winding Refn sia il più grande fraintendimento del cinema del nuovo millennio. Un po' come Ricardo Quaresma fuoriclasse assoluto: se 'Drive' aveva ingannato con i suoi omaggi al cinema degli anni 80, con 'Solo Dio Perdona' la mediocrità è manifesta, quella tipica di chi ha l'arroganza di mostrarsi come un grande artista, perchè tanto si è già artisti, si è già autori, si è già geni, quando invece non si è altro che dei miseri dilettanti. Nicolas, pensavi di essere Van Basten, invece sei Ze Eduardo.

PEGGIOR ATTORE: Ryan Gosling (Solo Dio Perdona, Gangster Squad)
E' talmente scarso che, ormai, comincia a farmi un po' di simpatia. Un uomo che ha deciso di fare della fissità e della monoespressività un marchio di fabbrica.

PEGGIOR ATTRICE: Lindsay Lohan
(The Canyons)
Non un'attrice, ma una vacca. In calore. Forse, era proprio quello che voleva il regista di 'The canyons' per il ruolo di una ninfomane viziata. E chi meglio di Lindsay poteva interpretarlo.