10 - Si muore tutti democristiani - Il Terzo Segreto di Satira, 2017
Per nulla pretenzioso, eppure con il coraggio giusto, sacrosanto, di raccontare un Paese in difficoltà morale e materiale, paradossale, dove gli ideali non hanno più senso e per guadagnare è necessario far finta di nulla. Una commedia contemporanea, dolceamara, che ha il pregio raro di affrontare il mondo del lavoro senza banalità e qualunquismo. Si ride ma neppure troppo, ed è un merito: il miglior esempio di ironia YouTube trapiantata al cinema.
9 - La terra dell'abbastanza - Damiano e Fabio D'Innocenzo, 2018
Un'opera prima che sarebbe piaciuta a Pier Paolo Pasolini e Claudio Caligari sulla vita di anime pure impossibilitate a evitare un destino già scritto. Qui non si fanno sconti e gli sguardi disorientati e spaventati dei giovani protagonisti (i bravi Matteo Olivetti e Andrea Carpenzano) feriscono più del caos e della violenza. Riferimenti alti (Kitano, Ferrara) e scelte di regia attente per una tragedia di periferia dallo sguardo autentico e senza scorciatoie pulp.
8 - Smetto quando voglio - Sydney Sibilia, 2014
Seppur fin troppo debitore di Breaking Bad e dell'ironia di Boris, è un esordio frizzante capace di diventare un cult per la generazione precaria degli anni Dieci e per chi si trova nell'allucinante condizione di dover lavorare come benzinaio, lavapiatti o giocatore di poker dopo essersi laureato a pieni voti. Alcune gag sono esilaranti e memorabili, il cast è affiatatissimo, il bersaglio è centrato in pieno. Peccato che i due sequel si siano rivelati stanchi e inutili.
7 - L'ultimo terrestre - Gian Alfonso Pacinotti, 2011
Una prima metà folgorante, surreale, grottesca e poetica. Un protagonista tragicomico, buffo e romantico, che si scontra con l'incomunicabilità e il cinismo di una società marcia e squallida dove la componente gretta e borderline schiaccia i sentimenti e gli animi sensibili. Lo sguardo del fumettista Gipi è distorto e disilluso e rielabora genialmente alcuni stereotipi della fantascienza in chiave intimista e di provincia. Senz'altro imperfetto, ma folle e genuino.
6 - La pecora nera - Ascanio Celestini, 2010
Duro, spiazzante, a inizio decennio sembrava che avesse rivelato tutto il potenziale di un nuovo autore, originale e fuori dalle convenzioni, capace di replicare anche sul grande schermo il suo istrionismo e la sua profondità testuale apprezzati in ambito teatrale. Purtroppo è stato un caso isolato, ma rimane una pellicola in grado di raccontare i perdenti e gli emarginati senza alcun tipo di scorciatoie buoniste e consolatorie, con uno strepitoso Giorgio Tirabassi.
5 - L'intervallo - Leonardo Di Costanzo, 2012
Un brevissimo frangente di vita, una parentesi esistenziale in cui due adolescenti danno spazio all'amicizia, al gioco, alla confidenza, recuperando un'innocenza strappata via da un'abitudine alla criminalità che non permette di sognare, né di prendere in considerazione la possibilità di abbandonare le proprie radici. Uno sguardo affettuoso e dolente, un sussurro pudico e innocente che ritaglia quei pochi istanti di resistenza che valgono la pena di essere vissuti.
4 - Mediterranea - Jonas Carpignano, 2015
Prima di A Ciambra, Carpignano rivela la potenza di uno stile crudo e rigoroso, impregnato di improvvisi sbalzi emotivi di pura e sincera commozione. Indagando la vita di un migrante ridotto a schiavo in una baraccopoli e costretto a raccogliere arance a pochi euro, ridefinisce senza retorica e pietismo le coordinate di un cinema del reale in equilibrio tra la missione sociale e l'idea di una macchina da presa incapace di rinunciare alla melodia degli affetti speciali.
3 - Sulla mia pelle - Alessio Cremonini, 2018
Raggelante messa in scena degli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi, incarnato da un irriconoscibile Alessandro Borghi. Una visione scioccante, che getta una luce mesta e livida su un Paese assassino, inetto di fronte allo spegnimento graduale di un ragazzo morto non per cause naturali mentre era affidato alla responsabilità degli organi di Stato. Un film necessario, che parte dalla tragedia di un singolo e arriva a demolire le basi portanti del nostro vivere.
2 - Miele - Valeria Golino, 2013
Se il primo film da regista della Golino è talmente riuscito ed emozionante, gran parte del merito va riconosciuto a una magnifica, magnetica, trascinante e fighissima Jasmine Trinca. I temi affrontati sono difficili e rischiosi, ma alcuni passaggi scuotono e lasciano senza parole: la forza della scrittura e la decisa volontà di emanciparsi dalla mediocrità del cinema italiano politicamente corretto sono gli altri elementi che determinano una visione palpitante, un sanissimo pugno allo stomaco.
1 - Cuori puri - Roberto De Paolis, 2017
Nella periferia romana due personaggi quasi agli antipodi si scontrano e si innamorano, ma devono affrontare difficoltà economiche, disagi sociali e il senso di colpa cattolico. Istintività, rabbia, romanticismo: gli ingredienti di un racconto di formazione all'altezza di un cinema europeo, figlio dei Dardenne, che racconta il mondo di oggi senza ricatti e abbellimenti. Straordinari i due protagonisti, Simone Liberati e Selene Caramazza, alle prese con il bisogno di sopravvivenza e la naturalezza dell'attrazione fisica.
Per nulla pretenzioso, eppure con il coraggio giusto, sacrosanto, di raccontare un Paese in difficoltà morale e materiale, paradossale, dove gli ideali non hanno più senso e per guadagnare è necessario far finta di nulla. Una commedia contemporanea, dolceamara, che ha il pregio raro di affrontare il mondo del lavoro senza banalità e qualunquismo. Si ride ma neppure troppo, ed è un merito: il miglior esempio di ironia YouTube trapiantata al cinema.
9 - La terra dell'abbastanza - Damiano e Fabio D'Innocenzo, 2018
Un'opera prima che sarebbe piaciuta a Pier Paolo Pasolini e Claudio Caligari sulla vita di anime pure impossibilitate a evitare un destino già scritto. Qui non si fanno sconti e gli sguardi disorientati e spaventati dei giovani protagonisti (i bravi Matteo Olivetti e Andrea Carpenzano) feriscono più del caos e della violenza. Riferimenti alti (Kitano, Ferrara) e scelte di regia attente per una tragedia di periferia dallo sguardo autentico e senza scorciatoie pulp.
8 - Smetto quando voglio - Sydney Sibilia, 2014
Seppur fin troppo debitore di Breaking Bad e dell'ironia di Boris, è un esordio frizzante capace di diventare un cult per la generazione precaria degli anni Dieci e per chi si trova nell'allucinante condizione di dover lavorare come benzinaio, lavapiatti o giocatore di poker dopo essersi laureato a pieni voti. Alcune gag sono esilaranti e memorabili, il cast è affiatatissimo, il bersaglio è centrato in pieno. Peccato che i due sequel si siano rivelati stanchi e inutili.
7 - L'ultimo terrestre - Gian Alfonso Pacinotti, 2011
Una prima metà folgorante, surreale, grottesca e poetica. Un protagonista tragicomico, buffo e romantico, che si scontra con l'incomunicabilità e il cinismo di una società marcia e squallida dove la componente gretta e borderline schiaccia i sentimenti e gli animi sensibili. Lo sguardo del fumettista Gipi è distorto e disilluso e rielabora genialmente alcuni stereotipi della fantascienza in chiave intimista e di provincia. Senz'altro imperfetto, ma folle e genuino.
6 - La pecora nera - Ascanio Celestini, 2010
Duro, spiazzante, a inizio decennio sembrava che avesse rivelato tutto il potenziale di un nuovo autore, originale e fuori dalle convenzioni, capace di replicare anche sul grande schermo il suo istrionismo e la sua profondità testuale apprezzati in ambito teatrale. Purtroppo è stato un caso isolato, ma rimane una pellicola in grado di raccontare i perdenti e gli emarginati senza alcun tipo di scorciatoie buoniste e consolatorie, con uno strepitoso Giorgio Tirabassi.
5 - L'intervallo - Leonardo Di Costanzo, 2012
Un brevissimo frangente di vita, una parentesi esistenziale in cui due adolescenti danno spazio all'amicizia, al gioco, alla confidenza, recuperando un'innocenza strappata via da un'abitudine alla criminalità che non permette di sognare, né di prendere in considerazione la possibilità di abbandonare le proprie radici. Uno sguardo affettuoso e dolente, un sussurro pudico e innocente che ritaglia quei pochi istanti di resistenza che valgono la pena di essere vissuti.
4 - Mediterranea - Jonas Carpignano, 2015
Prima di A Ciambra, Carpignano rivela la potenza di uno stile crudo e rigoroso, impregnato di improvvisi sbalzi emotivi di pura e sincera commozione. Indagando la vita di un migrante ridotto a schiavo in una baraccopoli e costretto a raccogliere arance a pochi euro, ridefinisce senza retorica e pietismo le coordinate di un cinema del reale in equilibrio tra la missione sociale e l'idea di una macchina da presa incapace di rinunciare alla melodia degli affetti speciali.
3 - Sulla mia pelle - Alessio Cremonini, 2018
Raggelante messa in scena degli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi, incarnato da un irriconoscibile Alessandro Borghi. Una visione scioccante, che getta una luce mesta e livida su un Paese assassino, inetto di fronte allo spegnimento graduale di un ragazzo morto non per cause naturali mentre era affidato alla responsabilità degli organi di Stato. Un film necessario, che parte dalla tragedia di un singolo e arriva a demolire le basi portanti del nostro vivere.
2 - Miele - Valeria Golino, 2013
Se il primo film da regista della Golino è talmente riuscito ed emozionante, gran parte del merito va riconosciuto a una magnifica, magnetica, trascinante e fighissima Jasmine Trinca. I temi affrontati sono difficili e rischiosi, ma alcuni passaggi scuotono e lasciano senza parole: la forza della scrittura e la decisa volontà di emanciparsi dalla mediocrità del cinema italiano politicamente corretto sono gli altri elementi che determinano una visione palpitante, un sanissimo pugno allo stomaco.
1 - Cuori puri - Roberto De Paolis, 2017
Nella periferia romana due personaggi quasi agli antipodi si scontrano e si innamorano, ma devono affrontare difficoltà economiche, disagi sociali e il senso di colpa cattolico. Istintività, rabbia, romanticismo: gli ingredienti di un racconto di formazione all'altezza di un cinema europeo, figlio dei Dardenne, che racconta il mondo di oggi senza ricatti e abbellimenti. Straordinari i due protagonisti, Simone Liberati e Selene Caramazza, alle prese con il bisogno di sopravvivenza e la naturalezza dell'attrazione fisica.