5 - Una vita in fuga - Sean Penn (voto 7)
Massacrato eccessivamente al Festival di Cannes, è un film autentico, nostalgico del cinema degli anni Novanta, in cui Penn interpreta un papà fuorilegge per cui tutto è sostituibile al di fuori dell'amore per la figlia. E anche se è un prodotto servito in maniera funzionale per lanciare la carriera della bella Dylan, rimane la capacità notevole di gestire i toni e i passaggi drammatici con grande sapienza e coinvolgimento. Il resto lo fa la splendida colonna sonora di Eddie Vedder, Glen Hansard e Cat Power.
4 - Full Time - Al cento per cento - Eric Gravel (voto 7)
Divorziata di provincia, madre di due figli piccoli, lavoro da donna delle pulizie in un hotel a cinque stelle del centro parigino: Laure Calamy interpreta un personaggio al limite della sopravvivenza fisica e psicologica. Ma il regista Gravel ha appreso la lezione dei migliori Dardenne, evita piagnistei e facili denunce, ritraendo una figura umana che non molla e tiene botta a testa alta, mentre corre per il sogno di una vita migliore anche nel mezzo di uno sciopero in grado di bloccare il traffico della capitale.
3 - Finale a sorpresa - Mariano Cohn, Gaston Duprat (voto 8)
Dopo Il cittadino illustre, la terribile ditta di registi argentini Cohn & Duprat torna con un'altra nutrita dose di sarcasmo, rivolto questa volta nei confronti della vanità del mondo del cinema, dell'ipocrisia e dell'odio che lo attraversano. Gag a ripetizione, scrittura impietosa, situazioni che denudano sempre l'imbarazzante falsità e le piccolezze morali dei protagonisti: Antonio Banderas, Penélope Cruz e Oscar Martinez si prestano al gioco in modo ammirevole, regalando gustosi siparietti di miseria umana.
2 - Un altro mondo - Stéphane Brizé (voto 8)
Uno degli esempi migliori di oggi di cinema sociale. Il punto di vista della lotta per un mondo del lavoro meno ingiusto passa dai tavoli dei sindacati ai pensieri, ai tentativi e alla determinazione di un dirigente che fa da ponte tra gli sfruttati e la legge di un capo che risponde soltanto al cinismo di Wall Street: trovare una mediazione è un'impresa sempre più ardua e complicata, ma nella coscienza e negli sguardi di Vincent Lindon il senso della dignità è più grande di quello del profitto aziendale.
1 - Apollo 10 e mezzo - Richard Linklater (voto 9)
L'ennesimo episodio memorabile di un cineasta che non smette di sperimentare, sorprendere, giocare con le immagini e con il concetto di tempo. Realizzato in rotoscopio, è un film d'animazione che omaggia i sogni persi e le illusioni dell'America di provincia degli anni Sessanta, quando il benessere economico permetteva di vivere l'allunaggio del 1969 come un'esperienza collettiva e condivisa. Un momento autobiografico memorabile per il regista è l'occasione per viaggiare in un'epoca dorata e colorata, mantenendo vivi gli spettri della malinconia e delle false promesse del capitalismo.