martedì 22 dicembre 2015

Il Pagellino: I film del Natale

Il ponte delle spie - Steven Spielberg 9: una dichiarazione d'amore al diritto e un inno alla diplomazia. Spielberg al suo meglio: attenti a non confondere retorica con le sfumature di un cinema morale, giusto, che ridefinisce il significato dell'espressione "uomini tutti d'un pezzo". E due personaggi memorabili: l'avvocato semplice, ordinario Tom Hanks e la spia russa sincera, orgogliosa Mark Rylance.

Star Wars - Il risveglio della Forza 8: J.J. Abrams omaggia il Mito e lo rinnova, bilanciando perfettamente adrenalina e nostalgia canaglia. Il film che può accontentare ogni target di pubblico: dai fan di vecchia data che negano l'esistenza della seconda trilogia fino al bambino che si appassiona alla saga grazie ai LEGO comprati dal papà. Furbo ma poderoso.

Quel fantastico peggior anno della mia vita - Alfonso Gomez-Rejon 8: un equilibrio quasi miracoloso tra ironia e tragedia, e tante strizzatine d'occhio al cinema indie più amato degli anni Duemila (Wes Anderson, Michel Gondry). Si ride molto, a volte di gusto, altre volte con un senso di infinita tristezza destinato a prendere il sopravvento.

La isla minima - Alberto Rodriguez 7: l'intenzione di utilizzare il noir per parlare di uno stato d'animo diffuso appare evidente: lo schema narrativo è corretto e archetipico, il comparto tecnico robusto e professionale. Dagli ambienti cupi e desolati fino ad atmosfere tra il marcio e l'occulto, sembra di assistere a un riadattamento di True Detective, ma non ci sono Harrelson e McConaughey.

Mon Roi - Maiwenn Le Besco 7: può un solo attore salvare un film di per sé piuttosto banalotto e un po' fighetto? Decisamente sì se si chiama Vincent Cassel. L'ex marito di Monica Bellucci è un vero spettacolo nei panni di un adorabile figlio di puttana, dongiovanni indefesso, menzognere e cialtrone di prima categoria. Eppure, riesci sempre a volergli bene.

Francofonia - Aleksandr Sokurov 7: cinematograficamente, è il solito Sokurov un po' naif che onestamente non amo. Ma, questa volta, il discorso che sta dietro alla confezione da festival è mai come ora necessario: l'importanza di ribadire un'identità europea, attraverso l'arte e i volti in cui ci rispecchiamo e ci riconosciamo. E il Louvre è la nostra arca di Noè.

Mustang - Deniz Gamze Erguven 6: per quanto nobile, l'intento dell'esordiente regista turca è riuscito a metà: il ritratto di cinque adolescenti alla ricerca della felicità, e di diritti, non è privo di passaggi ruffiani e prevedibili. E così sembra di assistere a un remake de Il giardino delle vergini suicide più serio e impegnato, ma senza i guizzi pop-rock di Sofia Coppola.

Heart of the Sea - Ron Howard 5: si può dire cinema vecchio? Anacronistico? Forse no, dato che l'assenza di coinvolgimento emotivo è il maggior difetto di un film che non ingrana mai e che cerca di collegarsi macchinosamente ai soprusi ambientali di oggi. E, a differenza di Michael Mann in Blackhat, Ron Howard non compie il miracolo di rendere funzionale l'inespressività di Chris Hemsworth.

Perfect Day - Fernando Leòn de Aranoa 5: il tentativo di raccontare l'assurdità della guerra con un taglio non privo di battute ironiche e di dilemmi sentimentali rimane sospeso a metà senza incidere, come se il regista non fosse mai convinto del tutto. Resta così un po' incerto quale sia il vero senso dell'operazione: non dobbiamo disperarci troppo ma neanche ridere eccessivamente. E quindi?

Le ricette della signora Toku - Naomi Kawase 5: una robina-ina-ina, anche piacevole ma assolutamente trascurabile. Ci chiediamo se sia questo il cinema che debba essere visto anche da noi. E se pensiamo che per vedere Love di Gaspar Noè potremmo essere costretti a compiere atti illegali, la carineria diventa irrito, prurito, insensibilità nei confronti di una storiella per appassionati di cucina.

Irrational Man - Woody Allen 4: "ehi Woody, dai, veloce che dobbiamo andare!" Sembra che qualcuno dai piani alti abbia messo il fiato sul collo di Allen, sia in fase di sceneggiatura che di regia, talmente questo film è svogliato e raffazzonato. Ed è un peccato ancora più grande se i protagonisti sono Joaquin Phoenix e un'incantevole Emma Stone. Il bigino nichilista del Woody-pensiero in versione depressa.

Il professor Cenerentolo - Leonardo Pieraccioni 0: ho sempre pensato che Pieraccioni sia molto peggio dei cinepanettoni. I cinepanettoni sono prodotti intellettualmente onesti, sinceramente beceri, consapevoli di avere un target di pubblico ben definito. Pieraccioni, invece, è becero e ipocrita, e ormai non riesce a far ridere più neppure involontariamente. Questo film è un ulteriore conferma.










martedì 8 dicembre 2015

I Film del 2015 degli Amici Lettori

Dominio assoluto di Paolo Sorrentino con Youth - La Giovinezza. Non era mai successo nella storia del blog che un film fosse così tanto votato; ed è la prima volta che il vincitore non viene decretato al fotofinish. Il film con Michael Caine ha avuto 11 segnalazioni ed è seguito dalla sorpresa Whiplash che ne ha avute 6. Si posiziona al terzo posto l'amato Pixar Inside Out. Delusione per Matteo Garrone: Il racconto dei racconti ha avuto soltanto un voto.

Alice Grisa
Birdman
Youth
The Lobster

Alvise Wollner
The Tribe
The Lobster
Youth

Angelica Gallo
Non essere cattivo
Birdman
Mustang

Arianna Montanari
Inside Out
Il racconto dei racconti
The Tribe

Davide J. Giordano
Mad Max: Fury Road
The Visit
Sicario

Fabio Beninati
Vizio di forma
Youth
Non essere cattivo

Francesca Peralti Macalli
La scomparsa di Eleanor Rigby
Youth
Inside Out

Giancarlo Mazzetti
Mia madre
Mon Roi
Giovani si diventa

Giovanni Dal Toso
Youth
Black Mass
Alaska

Graziano Biglia
Mia madre
The Lobster
Whiplash

Juxhin Myzyri
Whiplash
Bota Café
Calvario

Linda Grazia Pola
Youth
Forza maggiore
Inside Out

Lorenzo Gramatica
Mad Max: Fury Road
Ex Machina
Vizio di forma

Luca Ottocento
Vizio di forma
Mustang
Foxcatcher

Luca Recordati
Birdman
Whiplash
The Lobster

Marco Dal Toso
Youth
E' arrivata mia figlia
La felicità è un sistema complesso

Marco Solè
Whiplash
Sicario
Foxcatcher

Massimiliano Gavinelli
White God
Youth
Whiplash

Mattia De Gasperis
Youth
Inside Out
James White

Mattia Palma
Mia madre
Forza maggiore
Hungry Hearts

Melis Rossi
Youth
Inside Out
La famiglia Belier

Paolo Quaglia
Francofonia
American Sniper
The Green Inferno

Riccardo Tanco
Blackhat
Foxcatcher
45 anni

Roberto Ciliberto
E' arrivata mia figlia
Tutto può accadere a Broadway
Forza maggiore

Simone Carella
Whiplash
Youth
45 anni

11 Youth 
6 Whiplash
5 Inside Out
4 The Lobster
3 Birdman, Forza maggiore, Foxcatcher, Mia madre, Vizio di forma
2 45 anni, E' arrivata mia figlia, Mad Max: Fury Road, Mustang, Non essere cattivo, Sicario, The Tribe
1 La felicità è un sistema complesso, La famiglia Belier, Black Mass, Alaska, White God, Bota Café, Calvario, Ex Machina, James White, Hungry Hearts, Tutto può accadere a Broadway, The Visit, Il racconto dei racconti, Francofonia, American Sniper, The Green Inferno, Blackhat, Mon Roi, Giovani si diventa, La scomparsa di Eleanor Rigby 

I FILM DELL'ANNO DEGLI AMICI LETTORI
2011 - Melancholia - Lars von Trier
2012 - Moonrise Kingdom - Wes Anderson
2013 - Django Unchained - Quentin Tarantino
2014 - The Wolf of Wall Street - Martin Scorsese
2015 - Youth - Paolo Sorrentino



sabato 5 dicembre 2015

Superclassifica: I Migliori Film del 2015

20 - Quel fantastico peggior anno della mia vita - Alfonso Gomez-Rejon
Un equilibrio quasi miracoloso tra ironia e tragedia, e tante strizzatine d'occhio al cinema indie più amato degli anni Duemila (Wes Anderson, Michel Gondry). Ma è un film che si fa voler bene: si ride molto, a volte di gusto, altre volte con un senso di infinita tristezza destinata a prendere il sopravvento.

19 - Babadook - Jennifer Kent
Horror profondo e viscerale, che si confronta con le paure e le ossessioni dell'infanzia, nascoste nella cameretta e nel buco nero emotivo di ogni bambino. E, in fondo, non sono altro che le stesse di una mamma vedova dalla mente devastata: il mostro convive con la nostra quotidianità, e abita a casa nostra. All'esordio, la regista firma un nuovo must di un genere finalmente in ripresa.

18 - La felicità è un sistema complesso - Gianni Zanasi
Esilarante, anarchico, agrodolce. Storie di individui che stanno consapevolmente per affondare ma capaci di ritrovare il piacere di giocare, di perdere tempo con la bellezza delle piccole cose. E se c'è un filo conduttore quello è il rapporto tra padri e figli: seguendo le orme dei genitori, si va a fondo. Abbiamo il diritto di poter essere sempre alla ricerca del nostro posto nel mondo.

17 - Un mondo fragile - César Augusto Acevedo
Ritratto intimo di una famiglia contadina, asciutto e mai ricattatorio, privo di consolazioni. Un'America latina lontana da tentazioni cartolinesche in un lavoro esteticamente perfetto, che getta una luce dolorosa su un mondo ai margini della sopravvivenza. Il rigore formale è ripagato da passaggi di grande emozione nelle dinamiche tra esseri umani.

16 - Giovani si diventa - Noah Baumbach
Incontro e scontro generazionale: il quarantenne che si serve del processo tecnologico per paura di non essere al passo coi tempi contro il venticinquenne che ribadisce la propria mondanità vintage, modaiola e pseudo-alternativa. Un'impietosa descrizione degli hipster di oggi: abituati a costruire la forma prima del contenuto, schiavi delle pose e del trend estetico del momento.

15 - Inside Out - Pete Docter, Ronaldo Del Carmen
Si rimane meravigliati di fronte all'architettura mentale congegnata dall'abile creatività della Pixar. Si ride, si piange, in un tripudio di emozioni destinato a rappresentare un nuovo punto di svolta tecnica e, soprattutto, intellettuale del cinema d'animazione. E con il sacrificio del bellissimo personaggio di Bing Bong siamo tutti costretti a fare i conti, prima o poi.

14 - Sangue del mio sangue - Marco Bellocchio
Marco Bellocchio al suo meglio: famiglia, religione, borgo antico, uno sguardo tra l'incredulo e l'onirico. Impagabile Roberto Herlitzka, emblema del vampiro dei giorni nostri, ma in decadenza; lucido e graffiante il duetto con Toni Bertorelli in uno studio dentistico, forse la scena dell'anno. Nel frattempo, il Paese si rifiuta di apprendere dalla propria Storia e, imperterrito, sorridendo peggiora.

13 - The Lobster - Yorgos Lanthimos
Disturbante e perversa riflessione sulle mediocrità dell'uomo, contrapposte a una società che non può fare a meno di catalogare e di etichettare. Come in un libro di Michel Houellebecq, Lanthimos bilancia ottimamente registri surreali e tragicomici, riflettendo sulla contemporaneità con ironica disillusione: il merito è anche di un immenso Colin Farrell. 

12 - Leviathan - Andrey Zvyagintsev
La sofferenza della vita terrena è in contrasto con l'indifferenza di una Natura che giganteggia, e che procede in direzione opposta rispetto all'incapacità dell'essere umano di liberarsi dalle catene. Sullo sfondo, l'unica consolazione in grado di riscaldare il gelido vivere è la vodka: la compagna fedele nei momenti di distensione, di rassegnazione, di solitudine.

11 - Ritorno alla vita - Wim Wenders
Wenders è ancora desideroso di sperimentare e riflettere sulle potenzialità inesplorate della Settima Arte. Un utilizzo del 3D apparentemente innocuo, ma fondamentale per penetrare nell'anima persa di un dolente James Franco, scrittore in crisi artistica e personale. Un'opera raffinatissima, dove la fotografia plumbea possiede la stessa importanza dell'intensità delle interpretazioni.

10 - White God - Sinfonia per Hagen - Kornél Mundruczò
Rabbiosa e sovversiva denuncia nei confronti dello sfruttamento delle minoranze, dei soggetti deboli e dei rifiutati. Cani bellissimi e maltrattati che si organizzano per prendere il controllo di Budapest e per ribellarsi al genere umano: non ci sono dubbi per chi parteggiare. Dalla relazione tra cinefilia e cinofilia, è uno dei risultati più potenti ed emozionanti.

9 - Foxcatcher - Bennett Miller
Il corpo non tiene, è destinato a consumarsi, ed ognuno di noi è facilmente corruttibile dal richiamo del denaro e dell'autodistruzione. Uno stile classico al servizio di un terzetto d'attori in stato di grazia (Steve Carell, Channing Tatum, Mark Ruffalo) e funzionale al grigiore d'America: una parabola sul dominio economico e culturale di chi ha sempre inseguito l'apparenza come punto d'arrivo.

8 - Il ponte delle spie - Steven Spielberg
Una dichiarazione d'amore al diritto e un inno alla diplomazia. Spielberg emoziona, come solo lui può, supportato da una sceneggiatura memorabile di Joel ed Ethan Coen e dalle prove dell'avvocato Tom Hanks e della spia russa Mark Rylance. Perfetto, attuale, commovente per il valore e il significato che riassegna all'espressione "uomini tutti d'un pezzo".

7 - Whiplash - Damien Chazelle
Racconto di formazione furente, che riflette sull'impossibilità di non rinunciare agli aspetti più lievi e superficiali della vita, dovendoli sacrificare con l'applicazione e la tensione costante di riuscire a realizzare i propri sogni. Psicosi a due tra maestro e allievo, tra vittima e carnefice, tra padre e figlio, sulle note di un pezzo jazz nervoso e sincopato.

6 - 45 Anni - Andrew Haigh
I segni, i volti, le rughe degli indimenticabili Tom Courtenay e Charlotte Rampling sono il cuore pulsante di un grande film che scava nelle pieghe profonde di chi è in grado di conservare l'eternità di un sentimento, per quanto possa rimanere apparentemente congelato. L'amore non è mai una cosa semplice, forse è soltanto un'invenzione dei poeti.

5 - Youth - La Giovinezza - Paolo Sorrentino
C'è tanto, c'è tutto in quella che è una partitura musicale più che una sceneggiatura: eppure, Sorrentino si rivela meravigliosamente coerente, diretto e brutale, sincero e mai cervellotico. Una serie di personaggi immensi, ribadendo ciascuno il proprio ruolo e inneggiando alla leggerezza e alla canzone semplice.

4 - Blackhat - Michael Mann
Mann continua a interrogarsi sull'Uomo, a osservare i suoi addii. In un mondo virtuale che si riproduce e si copia a propria immagine e somiglianza, lui continua a riprendere una scena d'azione come se fosse una scena d'amore, e una scena d'amore come se fosse una scena d'azione. Lo può fare soltanto chi non conosce la differenza tra la passione per una donna e quella per un eroe.

3 - Sicario - Denis Villeneuve
Va avanti il processo di rivisitazione del poliziesco, in chiave nera, disperata, senza nessuna via d'uscita. Questo è il mondo che ci meritiamo, ed è un mondo di lupi, dove chi si illude di rispettare i protocolli e la legge ne esce sconfitto. Si astengano moralisti e femministe: nella guerra tra il vendicativo Benicio Del Toro e la straordinaria Emily Blunt, fragile agnellino, vince il primo.

2 - Vizio di forma - Paul Thomas Anderson
PTA ci ha fregato anche questa volta. Dopo un primo approccio alla visione un po' nebuloso, il film cresce e non se ne va più, rimane impresso per le sue esplosioni improvvise di genio, di follia, di allucinazione. Si resta inebriati e attoniti, mentre la controcultura si accartoccia malinconicamente su se stessa e la macchina capitalista entra nelle nostre vite con prepotenza, corrompendole per sempre.

1 - La scomparsa di Eleanor Rigby: Lei/Lui - Ned Benson
L'elaborazione di un lutto e la fine di un amore da due punti di vista, quello femminile e quello maschile. Un esperimento cinematografico magico, magistralmente incastrato, doppio ma unico, differente tra sé per umori e temperature emotive. Come in Boyhood, il Tempo è il vero grande protagonista. E specchiandoci in James McAvoy, piangiamo con una magnifica, inarrivabile Jessica Chastain.

ATTORE DELL'ANNO: Colin Farrell (The Lobster, True Detective)

ATTRICE DELL'ANNO: Jessica Chastain (La scomparsa di Eleanor Rigby)

I MIGLIOR FILM DE 'IL BELLO, IL BRUTTO E IL CATTIVO'

2011 Il cigno nero - Darren Aronofsky
2012 Un sapore di ruggine e ossa - Jacques Audiard
2013 The Master - Paul Thomas Anderson
2014 Boyhood - Richard Linklater
2015 La scomparsa di Eleanor Rigby: Lei/Lui - Ned Benson









mercoledì 2 dicembre 2015

Flop Ten: I Bidoni del 2015

10 - Irrational Man - Woody Allen
Joaquin Phoenix perfetto, Emma Stone incantevole, purtroppo chi non risponde all'appello è proprio lui, Woody. Giunto a ottant'anni, sembra girare sempre più svogliato, col pilota automatico, sempre più pigro e sbrigativo nell'illustrazione delle ragioni del suo nichilismo. Midnight in Paris rimarrà, probabilmente, l'ultimo colpo di genio purissimo.

9 - Suburra - Stefano Sollima 
Prodotto cinematografico prestampato, preconfezionato, stilizzato, fumettistico senza avere il coraggio di ammetterlo. Non c'è traccia di riflessioni serie sul Paese, ma non si conoscono neppure così bene le regole del noir: la sceneggiatura è confusa, alcune trovate sono inspiegabili, e la sovrabbondanza di personaggi e situazioni è funzionale soltanto al lancio della serie su Netflix.

8 - Selma - Ava DuVernay
Precious, The Help, Django Unchained, Lincoln, 12 anni schiavo. Da quando le nomination all'Oscar si sono allargate fino a un massimo di dieci, la comunità afroamericana deve sentirsi rappresentata almeno da una pellicola. Questo deve succedere anche se ci si trova di fronte a un lavoro incredibilmente compassato, didascalico, cronachistico. Un'interminabile lezioncina di Storia.

7 - Life - Anton Corbijn
Anton Corbijn, noto fotografo, deve aver messo tutto se stesso per raccontare la genesi di James Dean, una delle più grandi icone del Novecento. Purtroppo, la cura formale ed estetica non va mai di pari passo con l'abilità drammaturgica di rendere davvero vibranti le inquietudini dei protagonisti. E un film talmente moscio su un artista così bello e maledetto è un paradosso.

6 - Spectre - Sam Mendes
Non che avessi mai avuto chissà quali aspettative per un film di James Bond ma ammetto che Skyfall era stata una grandissima sorpresa. Questa volta è l'indigesta sagra delle mossettine, delle cartoline e delle cazzatine: il sospetto che Christoph Waltz non sia altro che un grandissimo cialtrone è diventato una certezza. Possiamo salvare soltanto loro, le femmine: una seducente Léa Seydoux e Monica Bellucci, orgoglio MILF.

5 - Operazione U.N.C.L.E. - Guy Ritchie
L'unico aspetto positivo è quell'Alicia Vikander di una bellezza sconvolgente. Per il resto, l'operazione Ritchie di divertire con il vintage si squaglia inesorabilmente in due ore patetiche e interminabili. Non aiutano gli interpreti maschili: Armie Hammer e Henry Cavill sono meno carismatici di un buttafuori dell'Hollywood.

4 - Terminator Genisys - Alan Taylor
Il trionfo del ridicolo involontario. Il buon Schwarzy deve trovarsi di fronte a problemi finanziari: non c'è altra spiegazione per poter giustificare un pasticcio del genere, recitato da cani, più vicino a una parodia che a un remake-sequel-reboot del capolavoro di James Cameron. Anche in questo caso salviamo soltanto la presenza femminile della gradevole Emilia Clarke.

3 - American Sniper - Clint Eastwood
Il film con cui Clint Eastwood contraddice se stesso, rinnegando le parole pronunciate in Flags of Our Fathers, ovverosia che "gli eroi non esistono". Una celebrazione agiografica di un eroe di guerra, abbandonata allo stereotipo dello yankee col cappellino tutto famiglia e muscoli, tra hamburger e partite di football, che, una volta tornato dallo scontro a fuoco, ha bisogno ancora delle armi per sentirsi vivo.

2 - Everest - Baltasar Kormakur
Catastrofico film d'apertura all'ultima Mostra di Venezia. Una parata di stelle per un polpettone ad alta quota, poco avvincente e per nulla convincente. Non si fa niente per rendere interessante una storia già nota, prevedibile in tutti i suoi aspetti psicologici e narrativi. E, sul finale, non c'è dubbio che anche lo spettatore si ritrovi travolto: da una valanga di noia.

1 - Crimson Peak - Guillermo del Toro
L'ennesima ciofeca horror di uno dei registi più sopravvalutati del millennio. Nessun brivido, nessun interesse per i protagonisti: da una Mia Wasikowska completamente esangue e inespressiva a un Tom Hiddleston imbambolato e "tronista". Gli amanti sopravviveranno pure, ma lo spettatore fa grande fatica a non sprofondare nel sonno più profondo.


PEGGIOR ATTORE: Christoph Waltz (Spectre, Big Eyes)
Un uomo che ha vinto due Oscar e poi ha costruito una carriera facendo sempre la parodia di se stesso.

PEGGIOR ATTRICE: Mia Wasikowska (Crimson Peak)
Siamo ormai certi che sia uno dei grandi fraintendimenti degli ultimi anni: non si è mai allontanata dal paese delle meraviglie.

I BIDONI D'ORO DE 'IL BELLO, IL BRUTTO E IL CATTIVO'

2011 La pelle che abito - Pedro Almodovar
2012 Le belve - Oliver Stone
2013 Solo Dio perdona - Nicolas Winding Refn
2014 12 anni schiavo - Steve McQueen
2015 Crimson Peak - Guillermo del Toro