10 - Mimì - Il principe delle tenebre - Brando De Sica
L'horror italiano che non t'aspetti. E con un livello di profondità psicologica e di consapevolezza registica che, in questo genere, mancava da decenni. Brando, figlio di Christian, è un altro De Sica che vuole andare in una direzione contraria rispetto a chi l'ha preceduto: il suo primo vero esordio è un gore sensibile e violento, stilizzato ma non fumettistico, che ragiona sull'alienazione adolescenziale e sulla necessità di fuggire verso altri orizzonti e altri immaginari. Con un finale romantico, dolorosissimo.
9 - Mixed By Erry - Sydney Sibilia
Il miglior esempio di commedia intelligente: Sibilia recupera un fatto di cronaca pop poco conosciuto e lo innalza a un livello emblematico di crocevia storico. E rispetto ai suoi precedenti film - dove i modelli americani predominavano su ogni lettura ulteriore - questo è soprattutto un grande spaccato nazionalpopolare, dove sogni, truffe, ingenuità e ossessioni rappresentano una chiave possibile per interpretare le molteplici sfumature di un Paese cialtronesco, ma che non è possibile smettere di amare.
8 - Cento domeniche - Antonio Albanese
Il più bel film di Albanese, che svela non troppo inaspettatamente uno sguardo sociale ma realista e crudo, durissimo, molto lontano dalle barzellette e dalla macchietta di Cetto La Qualunque. Qui è come se avesse portato le lotte e l'indignazione di Ken Loach nella provincia di Lecco, dove un operaio in pre-pensionamento, un brav'uomo, si trova ostaggio di una banca in fallimento. Una tragedia che ha distrutto famiglie e risparmiatori, etichettati come ingenui. Mai retorico, equilibrato, potentissimo.
7 - Palazzina LAF - Michele Riondino
Uno dei grandi esordi di quest'anno. Riondino debutta come regista e ravviva il grande cinema civile, di denuncia, con una pellicola che riecheggia lo stile politico e visionario di Elio Petri, l'amarezza di Pietro Germi, e con un protagonista che rimanda al furore anarchico e alle oscurità dei personaggi di Volonté. Evidenziando la storia ignobile dell'Ilva di Taranto, che mandò in esilio in una palazzina derelitta i propri dipendenti non disposti a essere demansionati. Ed è così che anche in Italia si parlò di mobbing.
6 - Patagonia - Simone Bozzelli
Una delle dinamiche relazionali più audaci e complesse viste di recente, non soltanto nel nostro cinema, e soprattutto uno sguardo genuino ma allucinato sui resti di un Paese marginale e di una provincia che non vengono quasi mai rappresentati. L'intenzione del deb Bozzelli è di liberarsi del tutto da ogni pericolo di stereotipo, immergendosi nel viaggio esistenziale, di crescita e di autodeterminazione, di due personaggi disperati e perdenti ma vitali, mantenendo un controllo ammirevole tra tenerezza e crudeltà.
5 - Lubo - Giorgio Diritti
Un'emozionante odissea umana che fa luce su una vergogna della Storia. Non sempre omogeneo, ma spesso appassionante. Diritti riflette sui temi attuali della cancellazione delle minoranze e della vergogna delle azioni di pulizia etnica, portate avanti nel Novecento non soltanto dal regime nazista. Qui si racconta uno scandalo poco conosciuto dello Stato svizzero, che rubava alle famiglie nomadi i piccoli Jenisch. Strepitoso Franz Rogowski, nei panni di un uomo che cade ma non cede alle ingiustizie.
4 - Disco Boy - Giacomo Abbruzzese
Ancora un esordio spiazzante, e a tratti folgorante. Un punto di vista inedito sulla brutalità della guerra, sulla perdita del senso di umanità e sul dramma dell'immigrazione, fuori da ogni facile catalogazione: un trip immersivo, onirico e lisergico, che empatizza a livello esistenziale con due esseri umani costretti allo scontro bellico dalla necessità di salvezza e di ricerca del proprio posto nel mondo. Una visione tra sogno e incubo, che affronta il reale trasmettendo in termini sensoriali i traumi radicati nell'inconscio.
3 - Comandante - Edoardo De Angelis
Un grande film sulle leggi del mare: la gente che annega si tira su. Proprio perché siamo italiani e abbiamo anni di civiltà alle spalle, nonostante oggi siano convenzioni che in tempo di guerra nessuno rispetta. Ma è anche un omaggio a un atto eroico, perché essere italiani rimane un motivo d'orgoglio, al di fuori di ogni fraintendimento nazionalista. E oltre ad azzeccare lo spirito del tempo, De Angelis regala le più spettacolari scene sottomarine del cinema italiano, con un'epica persino spielberghiana.
2 - Gli oceani sono i veri continenti - Tommaso Santambrogio
Un'opera prima sconfinata e malinconica, popolata di moltitudine e nostalgia, che misura i metri di distanza interiori che ci separano dalle persone che amiamo. Distacco, mancanza, abbandono: l'esordiente Santambrogio riflette sul tormento per la fine delle cose che non sappiamo lasciare indietro, e sulla certezza che la vita ci costringe a prendere direzioni diverse. E poi, la desolazione della magnifica Cuba come luogo dell'anima, sognando un altro cinema, e un altro mondo, ancora possibili.
1 - Il sol dell'avvenire - Nanni Moretti
Un film sulla fine di tutto, ma con il sorriso. E le altre sono solo parole. Anche Nanni e il suo cinema si avvicinano alla resa dei conti, ma nonostante delusioni professionali e fallimenti personali, l'amore per le piccole cose della vita e l'illusione di immaginare ancora una società migliore non saranno mai sconfitti. C'è tutta la filosofia morettiana possibile, ma questa volta appare ancora di più necessaria e rigeneratrice. Una chiusura del cerchio magistrale, autoironica e dolente, ma vogliamo ancora vederlo danzare.
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