10 - Vicky Cristina Barcelona - Woody Allen, 2008
Golden Globe come miglior commedia proprio alla più brutta commedia di Woody Allen di sempre, uno spot cartolinesco tra Barcellona e Oviedo, artificioso, stereotipato, nel quale suscitano interesse soltanto il trio di gnocche scelto come protagoniste. Ma a livello di scrittura, di intelligenza, di profondità, è lo zero assoluto.
9 - The Hurt Locker - Kathryn Bigelow, 2008
Vincitore dell'Oscar come miglior film, sconfiggendo il più quotato 'Avatar', è un film di guerra di una banalità sconcertante, rumoroso, fastidioso, anche abbastanza inquietante nelle sue tesi. Tra i tanti bei lavori che sono stati girati sul conflitto iracheno, sia all'interno ('Redacted') che dall'esterno ('Nella valle di Elah', 'The Messengers'), Hollywood ha scelto di premiare il peggiore.
8 - Lussuria - Ang Lee, 2007
Vincitore del Leone D'Oro a Venezia nel 2007, in un concorso che era pieno zeppo di capolavori (oltre ai già citati De Palma e Haggis, c'erano 'Jesse James' di Dominik, 'Io non sono qui' di Haynes e 'Cous Cous' di Kechiche). Il film con le scene di sesso più scadenti e patinate che abbia mai visto, mortalmente noioso, tronfio, portatore di un'idea di cinema vecchia e senza il minimo trasporto emotivo.
7 - Inland Empire - David Lynch, 2006
Il film con cui David Lynch ha scelto di concludere la sua carriera dietro la macchina da presa. Poteva farlo prima, con il meraviglioso 'Mulholland Drive'. 'Inland Empire' è pura masturbazione, inaccessibile e impossibile da decifrare per chiunque, anche dal suo stesso autore, probabilmente l'unico regista al mondo che si sia potuto permettere il lusso di girare un film di tre ore completamente "a belìn de càn", come dicono a Genova.
6 - Le Invasioni Barbariche - Denys Arcand, 2003
La quintessenza del radicalchicchismo, cinema adatto per ricchi borghesi renziani che sentono il bisogno di andare a letto con la coscienza a posto. Scandalosamente premiato con l'Oscar per il miglior film straniero, è un'interminabile e insopportabile sfilza di luoghi comuni di un ex sessantottino che sul letto di morte ricorda a tutti quanto siano belle la vita, il vino e le donne. Mortale.
9 - The Hurt Locker - Kathryn Bigelow, 2008
Vincitore dell'Oscar come miglior film, sconfiggendo il più quotato 'Avatar', è un film di guerra di una banalità sconcertante, rumoroso, fastidioso, anche abbastanza inquietante nelle sue tesi. Tra i tanti bei lavori che sono stati girati sul conflitto iracheno, sia all'interno ('Redacted') che dall'esterno ('Nella valle di Elah', 'The Messengers'), Hollywood ha scelto di premiare il peggiore.
8 - Lussuria - Ang Lee, 2007
Vincitore del Leone D'Oro a Venezia nel 2007, in un concorso che era pieno zeppo di capolavori (oltre ai già citati De Palma e Haggis, c'erano 'Jesse James' di Dominik, 'Io non sono qui' di Haynes e 'Cous Cous' di Kechiche). Il film con le scene di sesso più scadenti e patinate che abbia mai visto, mortalmente noioso, tronfio, portatore di un'idea di cinema vecchia e senza il minimo trasporto emotivo.
7 - Inland Empire - David Lynch, 2006
Il film con cui David Lynch ha scelto di concludere la sua carriera dietro la macchina da presa. Poteva farlo prima, con il meraviglioso 'Mulholland Drive'. 'Inland Empire' è pura masturbazione, inaccessibile e impossibile da decifrare per chiunque, anche dal suo stesso autore, probabilmente l'unico regista al mondo che si sia potuto permettere il lusso di girare un film di tre ore completamente "a belìn de càn", come dicono a Genova.
6 - Le Invasioni Barbariche - Denys Arcand, 2003
La quintessenza del radicalchicchismo, cinema adatto per ricchi borghesi renziani che sentono il bisogno di andare a letto con la coscienza a posto. Scandalosamente premiato con l'Oscar per il miglior film straniero, è un'interminabile e insopportabile sfilza di luoghi comuni di un ex sessantottino che sul letto di morte ricorda a tutti quanto siano belle la vita, il vino e le donne. Mortale.
5 - Somewhere - Sofia Coppola, 2010
Allucinante Leone D'Oro del 2010. In quel concorso c'erano due film enormi come 'Post Mortem' e 'Ballata dell'odio e dell'amore' ma il presidente della Giuria Tarantino scelse di premiare la sua ex fidanzata Sofia Coppola, forse per ragioni extracinematografiche, chissà. Dopo due bei film e mezzo, la regista rivela tutta la sua fragilità e inconsistenza, caratteristiche confermate anche nel recentissimo 'Bling Ring'.
Allucinante Leone D'Oro del 2010. In quel concorso c'erano due film enormi come 'Post Mortem' e 'Ballata dell'odio e dell'amore' ma il presidente della Giuria Tarantino scelse di premiare la sua ex fidanzata Sofia Coppola, forse per ragioni extracinematografiche, chissà. Dopo due bei film e mezzo, la regista rivela tutta la sua fragilità e inconsistenza, caratteristiche confermate anche nel recentissimo 'Bling Ring'.
4 - Bella Addormentata - Marco Bellocchio, 2012
Tanto clamore per un mancato Leone D'Oro ad un film che è stato interpretato come una grandiosa parabola sul vero significato dell'amore ma che il sottoscritto ha interpretato soltanto come un'estenuante e arrogante lezioncina di etica. Credo sinceramente che si possano fare film sull'eutanasia in modo molto meno ricattatorio, senza dover per forza apparire buonisti e superficiali (vedi 'Miele' della Golino).
3 - The Millionaire - Danny Boyle, 2008
Imbarazzante Oscar per la statuetta principale a quello che considero il film più brutto degli anni Duemila. Credevo che Danny Boyle fosse il regista di 'Trainspotting', evidentemente c'è un suo omonimo che ha girato le pubblicità per i villaggi Valtour. Se la memoria non mi inganna, quell'anno erano usciti anche 'The Wrestler' di Aronofsky e 'Il cavaliere oscuro' di Nolan. Ho detto tutto.
2 - Prima Dell'Alba - Richard Linklater, 1995
Mi sono sorpreso quando ho scoperto che lo sceneggiatore non è lo stesso che scrive le frasi sui bigliettini dentro ai Baci Perugina. E sono ancor più allibito per il fatto che questo torturante dialogo enciclopedico tra un borioso americano e una fighettina francese sia diventato un cult generazionale, e che il regista sia quello di 'Boyhood'. Non bastava, ci volevano anche due sequel, 'Prima del tramonto' e 'Prima di mezzanotte'.
1 - Blow - Ted Demme, 2001
Il film che ha sancito la morte artistica di Johnny Depp. Un prodotto indecente che può piacere veramente soltanto al diciottenne milanese medio, mentre nelle cuffie ascolta l'ultimo album di Guè Pequeno o di Emis Killa. Da suicidarsi la mezz'ora finale, patetica e ruffiana, in cui il protagonista bello e maledetto si trasforma in eroe da Chiringuito. Il regista è deceduto pochi mesi dopo averlo girato, riposi in pace.
Tanto clamore per un mancato Leone D'Oro ad un film che è stato interpretato come una grandiosa parabola sul vero significato dell'amore ma che il sottoscritto ha interpretato soltanto come un'estenuante e arrogante lezioncina di etica. Credo sinceramente che si possano fare film sull'eutanasia in modo molto meno ricattatorio, senza dover per forza apparire buonisti e superficiali (vedi 'Miele' della Golino).
3 - The Millionaire - Danny Boyle, 2008
Imbarazzante Oscar per la statuetta principale a quello che considero il film più brutto degli anni Duemila. Credevo che Danny Boyle fosse il regista di 'Trainspotting', evidentemente c'è un suo omonimo che ha girato le pubblicità per i villaggi Valtour. Se la memoria non mi inganna, quell'anno erano usciti anche 'The Wrestler' di Aronofsky e 'Il cavaliere oscuro' di Nolan. Ho detto tutto.
2 - Prima Dell'Alba - Richard Linklater, 1995
Mi sono sorpreso quando ho scoperto che lo sceneggiatore non è lo stesso che scrive le frasi sui bigliettini dentro ai Baci Perugina. E sono ancor più allibito per il fatto che questo torturante dialogo enciclopedico tra un borioso americano e una fighettina francese sia diventato un cult generazionale, e che il regista sia quello di 'Boyhood'. Non bastava, ci volevano anche due sequel, 'Prima del tramonto' e 'Prima di mezzanotte'.
1 - Blow - Ted Demme, 2001
Il film che ha sancito la morte artistica di Johnny Depp. Un prodotto indecente che può piacere veramente soltanto al diciottenne milanese medio, mentre nelle cuffie ascolta l'ultimo album di Guè Pequeno o di Emis Killa. Da suicidarsi la mezz'ora finale, patetica e ruffiana, in cui il protagonista bello e maledetto si trasforma in eroe da Chiringuito. Il regista è deceduto pochi mesi dopo averlo girato, riposi in pace.