venerdì 8 luglio 2016

Top 5: Luglio 2016

5 - Cattivi vicini 2 - Nicholas Stoller (voto 7)
Ancor più caotico e anarchico del suo predecessore, questo sequel è un puro trionfo di risate slapstick, per merito soprattutto di quel magnifico corpo comico che è Seth Rogen, in grado di sopperire alla mancanza di battute con una fisicità dirompente. La variazione femminile sul tema della confraternita è indovinata e non deluderà gli amanti del genere. 

4 - Tokyo Love Hotel - Hiroki Ryuichi (voto 7)
Solitudini e anime perse che si ritrovano nell'Atlas, albergo dell'amore di Kabukicho, quartiere a luci rosse di Tokyo: prostitute, troupe di film porno, amanti clandestini e adolescenti in fiore. Ma non c'è sensazionalismo né moralismo, soltanto tanto affetto per un'umanità sperduta ma ancora capace di inaspettati slanci di romanticismo. E lo sguardo è lieve, fluido, leggiadro.

3 - Tom à la ferme - Xavier Dolan (voto 8)
Il giovane Xavier, prima di Mommy, mostra già una notevole maturità registica (nel lavoro con gli spazi, con il sonoro, negli improvvisi sbalzi di tensione) e una dimestichezza impressionante con le dinamiche psicologiche dei personaggi. Continui ribaltamenti di ruolo, complessi edipici, sindromi di Stoccolma, omosessualità esplicita e latente: et voilà il Dolan Touch.

2 - Mississippi Grind - Ryan Fleck, Anna Boden (voto 8)
Ben Mendelsohn (un'altra prova enorme, dopo il Danny di Bloodline) e Ryan Reynolds (nella sua miglior interpretazione) sono due giocatori di poker, due scommettitori incalliti on the road che costeggiano il Mississippi, dove le autostrade sembrano non finire mai e le insegne indicano soltanto motel, taverne, bordelli o bingo e slot machines. E i registi, riflettendo sull'imprevedibilità del fato, inneggiano a quel briciolo di solidarietà umana che tiene in piedi il mondo.

1 - It Follows - David Robert Mitchell (voto 9)
Senza esagerare, il miglior horror del nuovo millennio. Costruito sulla paranoia, sulle allucinazioni, sul senso di colpa connaturato all'inevitabilità della crescita, dell'attrazione fisica, delle prime esperienze sessuali. Mitchell si focalizza su uno stato d'animo generazionale e incornicia un mood soffocante e plumbeo, puntellato da una fotografia elettrica e notturna e dall'ambientazione di una provincia americana sempre più fuori dal mondo. Che cosa (non) significa avere vent'anni.



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