lunedì 13 maggio 2019

Top 5: Maggio 2019

5 - Quando eravamo fratelli - Jeremiah Zagar (voto 7)
Un'opera prima matura e di impatto immediato, che ritrae con poesia e tenerezza un lessico famigliare di provincia americana verace e genuino. L'efficacia e la potenza di alcune suggestioni eteree rimandano al cinema sinuoso, visionario e avvolgente di Terrence Malick. Un coming-of-age che miscela realismo, disegni animati e un tocco di lirismo magico, attraversando paure e insicurezze, ma anche innocenza, curiosità, scoperta del mondo e della vita.

4 - The Brink - Sull'orlo dell'abisso - Alison Klayman (voto 7)
Steve Bannon è l'uomo che rappresenta meglio i populismi di estrema destra di tutto il mondo. Scaltro manipolatore, individuo dimesso e affabile, nel film emerge lo spaccato di un individuo straordinariamente pericoloso per la superficialità con cui parla di razzismo e antisemitismo. Un documento necessario per decifrare le dinamiche e le strategie della propaganda neofascista che si sta espandendo a macchia d'olio in molte zone del mondo.

3 - Stanlio & Ollio - Jon S. Baird (voto 7)
Evitando le trappole del biopic agiografico e commemorativo, la celebrazione della più grandiosa coppia comica di tutti i tempi avviene raccontando il loro momento di difficoltà negli anni Cinquanta, quando la popolarità stava diminuendo a favore di nuovi modelli di intrattenimento. Sinceramente commosso ed emozionante, si regge ovviamente sulla prova degli incredibili Steve Coogan e John C. Reilly che replicano in modo mimetico le mosse e i vezzi degli eterni Stan Laurel & Oliver Hardy.

2 - Che fare quando il mondo è in fiamme? - Roberto Minervini (voto 8)
Brucia il cinema di Minervini, in prima linea laddove la macchina da presa necessita di riprendere e documentare il conflitto sociale e razziale che pervade l'America del Sud dei nostri giorni. Si può discutere sull'opportunità di certe immagini, sicuramente non sulla forza e sull'impatto dell'unico vero cinema politico di oggi. La miglior testimonianza sulle New Black Panthers proviene dallo sguardo borderline di un film-maker marchigiano che dobbiamo tenerci stretto.

1 - I fratelli Sisters - Jacques Audiard (voto 10)
Audiard approda in America e realizza il film dei sogni di ogni cineasta europeo, rivitalizzando la colonna vertebrale del western dei nostri padri e, con rispetto e ammirazione, sconfessando la sua poetica: gli uomini sanno essere anche fragili, sodalizzare, abbandonare le armi, tornare a casa. In epoca di "girl power" a ogni costo, il regista francese procede in direzione ostinata e contraria, mettendo a nudo i sentimenti e i dubbi che ognuno nasconde sotto il costume di cowboy, preferendo i battiti del cuore alle fondine per la pistola.