Non è un b-movie e non diventerà uno (s)cult come Sharknado, ma è un prodotto divertente dalla brezza anni Novanta per famiglie, diretto dal regista di Cool Runnings e Faccia a faccia: il ruolo ideale per Jason Statham, ex tuffatore, oggi uno dei pochi baluardi difensivi del cinema action. Buon ritmo, molta ironia e un indimenticabile megalodonte, l'antenato preistorico dello squalo bianco: la scena della spiaggia invasa di turisti asiatici cita il capolavoro di Spielberg senza velleità pop.
4 - Ocean's 8 - Gary Ross (voto 7)
Piacciono tutte le protagoniste, in modo particolare: Sandra Bullock, che esce di galera e finge subdolamente di rompere i fili con la sua famiglia di ladri; Helena Bonham Carter, fashion designer che scimmiotta le nevrosi dell'intera categoria; Rihanna, hacker alternativa che sembra uscire da un centro sociale berlinese; Sarah Paulson, mamma rassicurante che cede alla tentazione di un grande colpo gobbo. E infine Anne Hathaway, strepitosa, in versione di vanesia e insopportabile diva.
3 - Estate 1993 - Carla Simon (voto 7)
Esordio autobiografico di una promettente regista catalana: elaborazione del lutto di una bambina di sei anni, costretta a lasciare la luccicante Barcellona per trasferirsi in campagna dagli zii. Il dolore interiore non esplode fino alla disperata liberazione di pianto nell'ultima scena: la sconvolgente presa di consapevolezza di essere rimasti orfani è graduale, e lo sguardo naturalistico permette di approfondire il senso di isolamento della piccola protagonista e il suo percorso interiore.
2 - Una luna chiamata Europa - Kornél Mundruczo (voto 7)
Il regista ungherese del meraviglioso White God perde la misura, abbandonandosi a un'ambizione tanto spropositata quanto sgangherata, quella di realizzare un'opera allegorica definitiva sull'accoglienza, denunciando le barriere culturali e nazionali: il migrante siriano che levita è una trovata fin troppo didascalica e non è sostenuta da una scrittura adeguata. Nonostante tutto, prevale l'idea di un cinema libero dal rigore e sconfinato, audace e che non teme confronti con il presente.
1 - La terra di Dio - Francis Lee (voto 8)
Storia d'amore perduta tra le nebbie della desolante campagna dello Yorkshire, tenera e fisica senza sentimentalismi, dove un giovane contadino semi-alcolizzato scopre il selvaggio e sconosciuto bisogno di una condivisione umana e sessuale con un coetaneo rumeno, che ribalti l'ostile monotonia della brughiera. Un Brokeback Mountain ruvido e senza patina: la potenza del melodramma interiore è una ragione per cui sopravvivere, mettersi in discussione e capovolgere le prospettive.
4 - Ocean's 8 - Gary Ross (voto 7)
Piacciono tutte le protagoniste, in modo particolare: Sandra Bullock, che esce di galera e finge subdolamente di rompere i fili con la sua famiglia di ladri; Helena Bonham Carter, fashion designer che scimmiotta le nevrosi dell'intera categoria; Rihanna, hacker alternativa che sembra uscire da un centro sociale berlinese; Sarah Paulson, mamma rassicurante che cede alla tentazione di un grande colpo gobbo. E infine Anne Hathaway, strepitosa, in versione di vanesia e insopportabile diva.
3 - Estate 1993 - Carla Simon (voto 7)
Esordio autobiografico di una promettente regista catalana: elaborazione del lutto di una bambina di sei anni, costretta a lasciare la luccicante Barcellona per trasferirsi in campagna dagli zii. Il dolore interiore non esplode fino alla disperata liberazione di pianto nell'ultima scena: la sconvolgente presa di consapevolezza di essere rimasti orfani è graduale, e lo sguardo naturalistico permette di approfondire il senso di isolamento della piccola protagonista e il suo percorso interiore.
2 - Una luna chiamata Europa - Kornél Mundruczo (voto 7)
Il regista ungherese del meraviglioso White God perde la misura, abbandonandosi a un'ambizione tanto spropositata quanto sgangherata, quella di realizzare un'opera allegorica definitiva sull'accoglienza, denunciando le barriere culturali e nazionali: il migrante siriano che levita è una trovata fin troppo didascalica e non è sostenuta da una scrittura adeguata. Nonostante tutto, prevale l'idea di un cinema libero dal rigore e sconfinato, audace e che non teme confronti con il presente.
1 - La terra di Dio - Francis Lee (voto 8)
Storia d'amore perduta tra le nebbie della desolante campagna dello Yorkshire, tenera e fisica senza sentimentalismi, dove un giovane contadino semi-alcolizzato scopre il selvaggio e sconosciuto bisogno di una condivisione umana e sessuale con un coetaneo rumeno, che ribalti l'ostile monotonia della brughiera. Un Brokeback Mountain ruvido e senza patina: la potenza del melodramma interiore è una ragione per cui sopravvivere, mettersi in discussione e capovolgere le prospettive.