10 - American Reunion - Jon Hurwitz, Hayden Schlossberg, 2012
Il sequel migliore di American Pie. Classica rimpatriata degli amici del liceo, in cui ogni personaggio porta con sé soprattutto rimpianti e delusioni: quasi tutti sono frustrati dal lavoro oppure da una quotidianità che li imprigiona. Il film recupera la sfrenata vitalità del cult di vent'anni fa e, sotto la risata grassa, nasconde una nostalgia canaglia e un'amarezza inconsueta, ribadendo però la solita centralità dell'amicizia cameratesca.
9 - Candidato a sorpresa - Jay Roach, 2012
Caso più unico che raro di film demenziale sulle elezioni presidenziali americane uscito nel cuore della fase obamiana, che rivisto dopo sette anni anticipa in maniera farsesca ma precisa l'esplosione del populismo e la celebrazione dell'anti-politica. Poggia ovviamente tutto sull'istrionismo irrefrenabile di Will Ferrell e Zach Galifianakis, macchiette sconvenienti che ritraggono con discreta irriverenza il democratico arruffone e il "grillino" di turno.
8 - Le amiche della sposa - Paul Feig, 2011
La risposta femminista a Una notte da leoni, molto prima della diffusione globale del virus del #MeToo. Forse è una delle pellicole di Hollywood politicamente più rappresentative del decennio: anche le donne amano tutto ciò che ruota al sesso, dicono parolacce, ruttano e scorreggiano. E mandano a fanculo gli uomini. Il ritmo è indiavolato, l'aggiornamento della screwball comedy è pienamente riuscito: il merito è della strepitosa Kristen Wiig, vis comica allo stato puro.
7 - La fine del mondo - Edgar Wright, 2013
Il capitolo finale della "Trilogia del Cornetto" dopo l'orrorifico L'alba dei morti dementi e il poliziesco Hot Fuzz. Questa volta il bersaglio è il cinema di fantascienza, rivisto sotto la solita geniale chiave alcolica: uno spiantato Simon Pegg è l'ultra quarantenne mai cresciuto che costringe i compagni di sbronze di un tempo a concludere il giro dei dodici pub della loro città natale in una notte. Le conseguenze porteranno all'invasione degli ultracorpi.
6 - Un disastro di ragazza - Judd Apatow, 2015
In pratica l'unico film del decennio diretto dal Re Mida della commedia demenziale degli anni Duemila - eccetto l'autoanalisi di Questi sono i 40. Scatenato ritratto di una trentenne sboccata e senza inibizioni, un ruolo perfettamente su misura per le doti della vulcanica Amy Schumer. Addio alle bromance, forse per sempre, senza rinunciare alla priorità di Apatow di raccontare il quotidiano e il fattore umano molto prima di attivare la meccanica comica.
5 - Come ti spaccio la famiglia - Rawson Marshall Thurber, 2013
Dopo aver steso un velo pietoso sul titolo italiano, si possono esaltare i meriti di uno degli ultimi tentativi di commedia demenziale e pop rivolta a ogni target di pubblico, prima del dominio delle serie tv e delle piattaforme casalinghe. Jennifer Aniston e Jason Sudeikis non sono mai stati così divertenti, la disintegrazione del modello tipico della famiglia americana è attuata in maniera impietosa e irriverente, le gag sono originali e non lasciano un attimo di tregua.
4 - Ted - Seth MacFarlane, 2012
Se l'idea di mettere in bocca a un orsacchiotto di peluche parolacce e di farlo drogare non è così originale, è difficile resistere al numero infinito di invenzioni comiche e di riferimenti alla pop culture energicamente ordinati in una catena irresistibile di situazioni politicamente scorrette. Il film che ha sancito la fine definitiva della bromance degli anni Zero? Può darsi: in fondo, dietro alle risate con un amico immaginario, si nasconde sempre la miseria della solitudine umana.
3 - Scemo & + scemo 2 - Bobby & Peter Farrelly, 2014
Non fa ridere, la maggior parte delle gag è ripugnante, spiazzante e di pessimo gusto. Dopo aver rivoluzionato un genere con il primo film del 1994, i Farrelly celebrano la morte del comico, rimpiazzata dal cinismo del web e dall'esibizionismo di YouTube. Ma è una chiusura del cerchio esemplare: funerea, anarchica, suicida. Niente sarà più come prima: le strade si dividono e Peter trionferà a Hollywood con il politicamente corretto di Green Book.
2 - Facciamola finita - Seth Rogen, Evan Goldberg, 2013
Folle, eccessivo, geniale debutto alla regia del grande Seth Rogen, che prende in giro se stesso e la sua compagnia di amici con cui è approdato al cinema, immaginando una fine del mondo assurda, che non ha pietà di niente e di nessuno. Sanissima volgarità, un numero impressionante di rimandi e citazioni, una sequenza infinita di trovate esuberanti e distruttive. A posteriori, è un altro film che rappresenta la fine di un intero genere e di una comicità libera da restrizioni morali.
1 - The Disaster Artist - James Franco, 2017
La miglior espressione del genio irrefrenabile e spesso disordinato di James Franco, nei panni di Tommy Wiseau, regista pretenzioso e privo di talento oltre che individuo a dir poco misterioso e inspiegabilmente ricco. Un'intelligente e debordante prova sul confine sottile che separa successo e insuccesso, bellezza e bruttezza, riflettendo sulla contemporaneità: l'abbattimento delle scale di merito e di valore permette a chiunque di avere le luci della ribalta, il talento non conta più.
Il sequel migliore di American Pie. Classica rimpatriata degli amici del liceo, in cui ogni personaggio porta con sé soprattutto rimpianti e delusioni: quasi tutti sono frustrati dal lavoro oppure da una quotidianità che li imprigiona. Il film recupera la sfrenata vitalità del cult di vent'anni fa e, sotto la risata grassa, nasconde una nostalgia canaglia e un'amarezza inconsueta, ribadendo però la solita centralità dell'amicizia cameratesca.
9 - Candidato a sorpresa - Jay Roach, 2012
Caso più unico che raro di film demenziale sulle elezioni presidenziali americane uscito nel cuore della fase obamiana, che rivisto dopo sette anni anticipa in maniera farsesca ma precisa l'esplosione del populismo e la celebrazione dell'anti-politica. Poggia ovviamente tutto sull'istrionismo irrefrenabile di Will Ferrell e Zach Galifianakis, macchiette sconvenienti che ritraggono con discreta irriverenza il democratico arruffone e il "grillino" di turno.
8 - Le amiche della sposa - Paul Feig, 2011
La risposta femminista a Una notte da leoni, molto prima della diffusione globale del virus del #MeToo. Forse è una delle pellicole di Hollywood politicamente più rappresentative del decennio: anche le donne amano tutto ciò che ruota al sesso, dicono parolacce, ruttano e scorreggiano. E mandano a fanculo gli uomini. Il ritmo è indiavolato, l'aggiornamento della screwball comedy è pienamente riuscito: il merito è della strepitosa Kristen Wiig, vis comica allo stato puro.
7 - La fine del mondo - Edgar Wright, 2013
Il capitolo finale della "Trilogia del Cornetto" dopo l'orrorifico L'alba dei morti dementi e il poliziesco Hot Fuzz. Questa volta il bersaglio è il cinema di fantascienza, rivisto sotto la solita geniale chiave alcolica: uno spiantato Simon Pegg è l'ultra quarantenne mai cresciuto che costringe i compagni di sbronze di un tempo a concludere il giro dei dodici pub della loro città natale in una notte. Le conseguenze porteranno all'invasione degli ultracorpi.
6 - Un disastro di ragazza - Judd Apatow, 2015
In pratica l'unico film del decennio diretto dal Re Mida della commedia demenziale degli anni Duemila - eccetto l'autoanalisi di Questi sono i 40. Scatenato ritratto di una trentenne sboccata e senza inibizioni, un ruolo perfettamente su misura per le doti della vulcanica Amy Schumer. Addio alle bromance, forse per sempre, senza rinunciare alla priorità di Apatow di raccontare il quotidiano e il fattore umano molto prima di attivare la meccanica comica.
5 - Come ti spaccio la famiglia - Rawson Marshall Thurber, 2013
Dopo aver steso un velo pietoso sul titolo italiano, si possono esaltare i meriti di uno degli ultimi tentativi di commedia demenziale e pop rivolta a ogni target di pubblico, prima del dominio delle serie tv e delle piattaforme casalinghe. Jennifer Aniston e Jason Sudeikis non sono mai stati così divertenti, la disintegrazione del modello tipico della famiglia americana è attuata in maniera impietosa e irriverente, le gag sono originali e non lasciano un attimo di tregua.
4 - Ted - Seth MacFarlane, 2012
Se l'idea di mettere in bocca a un orsacchiotto di peluche parolacce e di farlo drogare non è così originale, è difficile resistere al numero infinito di invenzioni comiche e di riferimenti alla pop culture energicamente ordinati in una catena irresistibile di situazioni politicamente scorrette. Il film che ha sancito la fine definitiva della bromance degli anni Zero? Può darsi: in fondo, dietro alle risate con un amico immaginario, si nasconde sempre la miseria della solitudine umana.
3 - Scemo & + scemo 2 - Bobby & Peter Farrelly, 2014
Non fa ridere, la maggior parte delle gag è ripugnante, spiazzante e di pessimo gusto. Dopo aver rivoluzionato un genere con il primo film del 1994, i Farrelly celebrano la morte del comico, rimpiazzata dal cinismo del web e dall'esibizionismo di YouTube. Ma è una chiusura del cerchio esemplare: funerea, anarchica, suicida. Niente sarà più come prima: le strade si dividono e Peter trionferà a Hollywood con il politicamente corretto di Green Book.
2 - Facciamola finita - Seth Rogen, Evan Goldberg, 2013
Folle, eccessivo, geniale debutto alla regia del grande Seth Rogen, che prende in giro se stesso e la sua compagnia di amici con cui è approdato al cinema, immaginando una fine del mondo assurda, che non ha pietà di niente e di nessuno. Sanissima volgarità, un numero impressionante di rimandi e citazioni, una sequenza infinita di trovate esuberanti e distruttive. A posteriori, è un altro film che rappresenta la fine di un intero genere e di una comicità libera da restrizioni morali.
1 - The Disaster Artist - James Franco, 2017
La miglior espressione del genio irrefrenabile e spesso disordinato di James Franco, nei panni di Tommy Wiseau, regista pretenzioso e privo di talento oltre che individuo a dir poco misterioso e inspiegabilmente ricco. Un'intelligente e debordante prova sul confine sottile che separa successo e insuccesso, bellezza e bruttezza, riflettendo sulla contemporaneità: l'abbattimento delle scale di merito e di valore permette a chiunque di avere le luci della ribalta, il talento non conta più.