domenica 27 ottobre 2024

Obbligatori: Ottobre 2024

The Apprentice - Ali Abbasi
Non è il film politicizzato contro Donald Trump che i democratici si aspetterebbero, ma una commedia bromance, capitalista e cialtrona in stile anni Ottanta, che evolve in un cinico melodramma demenziale e imprenditoriale, tra il mostruoso, il patetico e il ritratto feroce di un americano idiota. Un film divertente, che non indigna ma ricostruisce con sarcasmo l'irresistibile ascesa di un uomo potente e umanamente ridicolo. Il fuoriclasse è Jeremy Strong nel ruolo dell'avvocato Roy Cohn, tragico bastardo che da principale sponsor "trumpiano" diventa vittima della sua tossica tracotanza, ma è convincente anche Sebastian Stan, prima acerbo e poi arrogante palazzinaro pieno di soldi e pieno di sé. 

Joker Folie à Deux - Todd Phillips
Joaquin Phoenix e Todd Phillips sono troppo intelligenti per non aver deciso scientemente di distruggere l'immaginario che avevano creato, di autosabotarsi, di svincolarsi dalla confezione commerciale. Il protagonista rivendica la sua identità come Arthur Fleck, respingendo le provocazioni e le etichette dei media, distanziandosi dal popolo che lo acclama come Joker, ribellandosi all'avvocato che vorrebbe far passare la sua infermità mentale, mentre Fleck confessa i suoi omicidi, la sua colpevolezza: Joker vive, canta e balla davvero soltanto nella sua testa. Un tradimento a chi dopo il primo film lo aveva reso una bandiera "anti-sistema", un simbolo punk, un modello ultras. Un film essenzialmente "jokeriano".

La storia del Frank e della Nina - Paola Randi
La sorpresa italiana della stagione. Un po' romantico e sognatore come Jules e Jim, un po' sgangherato e adolescenziale come Jack Frusciante è uscito dal gruppo, con uno spirito antagonista e di periferia come Forza cani e Fame chimica. Finalmente, un film su una Milano emarginata e popolare, ancora umana, descritta con guizzi cinefili molto fantasiosi, alternando bianco e nero e colore, formato quadrato e panoramico. E poi, un terzetto improbabile di protagonisti istintivi e bellissimi, giovani e ribelli: su tutti, svetta il personaggio di Frank, interpretato da Samuele Teneggi, anticonformista e intellettuale, che si muove sempre e soltanto in direzione ostinata e contraria.



lunedì 23 settembre 2024

Obbligatori: Settembre 2024

Il tempo che ci vuole - Francesca Comencini
La regista omaggia papà Luigi, maestro di cinema popolare, raccontando il rapporto controverso con lui, passando per liti rabbiose e sensi di colpa. Dall'allegra infanzia sui set all'adolescenza drammatica, in cui la protagonista attraversa gli anni delle contestazioni e dell'eroina. E nonostante gli scontri, sarà quel padre sempre più anziano e tremolante a salvarla dall'inferno, rimanendo con lei per tutto il tempo che ci vuole. E insegnandole che dopo i fallimenti si riprova sempre, e si fallirà meglio. Un film privato, semplice, sul rapporto più bello che ci sia: quello tra un genitore e la sua bambina. Straordinaria prova di sensibilità e tenerezza da parte di Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano. 

Limonov - Kirill Serebrennikov
Un biopic sghembo, spigoloso, poco lineare, su un personaggio complessivamente sgradevole, che nasce da incendiario e muore da rossobruno, e che si muove sempre in direzione contraria: un poeta a cui fa schifo questo mondo ma che ama la vita. Un giovane teppistello criminale in Unione Sovietica, un fiero oppositore del capitalismo e dell'individualismo degli Stati Uniti. Il ritratto di un folle autolesionista in lotta contro tutto, che Serebrennikov racconta con una regia febbrile e sorprendente, e che Ben Whishaw incarna con il furore tipico dei goderecci e degli incazzati, mentre sullo sfondo scorrono le contraddizioni della Storia, per arrivare fino alle tenebre della Russia putiniana.

Campo di battaglia - Gianni Amelio
Il miglior film di Amelio degli ultimi vent'anni. Due punti di vista opposti: quello del medico patriottico, inorridito davanti ai "finti malati", che costringono i più valorosi a combattere e andare a morire in guerra; e poi quello del medico umano ed empatico, pronto a rischiare il proprio ruolo pur di aiutare chi è malamente sopravvissuto al fronte e non vuole più tornarci. Un film sull'etica e sull'orrore del conflitto bellico, ma anche la sintesi di un Paese sempre stratificato, diviso, complesso, fatto di uomini diversi e di dialetti appartenenti a terre e lingue lontane. Eppure, è proprio questa commistione a riprodurre la ricchezza dei contrasti del popolo italiano.





sabato 7 settembre 2024

Venezia 81: I Magnifici Sette

The Room Next Door - Pedro Almodovar (Concorso)
Pedro alla prova del suo primo film in lingua inglese: la sfida è straordinariamente vinta. Un puro "almodrama" femminile, che affronta una delle più importanti battaglie del nostro presente: quella per il diritto di decidere come e quando morire. Sorretto da due attrici meravigliose come Tilda Swinton e Julianne Moore, mai sovraccariche, coniuga l'amore disperato per il melodramma con il cinema civile, scuote e commuove con la citazione ricorrente della neve di James Joyce, allestisce un geometrico e colorato set che rimanda alle pulsazioni e alle confessioni del suo cinema più commovente. Riflettendo sull'immortalità dei sentimenti, che rimangono indelebili anche dopo le uscite di scena.

Harvest - Athina Rachel Tsangari
 (Concorso)
Psichedelia nel tardo medioevo. Un dramma corale e avvolgente, su un una terra violentata e un mondo destinato a essere cancellato in nome del progresso, della modernità, del profitto. Il pascolo, l'aratro e gli steccati rimarranno soltanto un ricordo. Un villaggio di agricoltori attende la sua fine, mentre l'umanità che la abita si abbandona a danze e riti pagani, feste del raccolto, ubriacature, deliri orgiastici, follie autodistruttive e trip lisergici. La greca Tsangari realizza una pellicola radicale su un popolo destinato alla deportazione e all'annientamento esistenziale, evidenziando l'impotenza di uomini perdenti, burattini di un disegno più grande di loro: l'industrializzazione è l'anticamera dell'Apocalisse. 

Ainda Estou Aqui - Walter Salles (Concorso)
L'orrore del fascismo e della dittatura militare, la tragedia dei desaparecidos, ma anche la forza e la volontà di una donna per mantenere viva la memoria e cercare fino alla fine di raggiungere la verità e la giustizia. Salles ritorna a un cinema popolare, narrativamente asciutto, limpido e lineare, capace di emozionare con la giusta dose di indignazione. Il merito è condiviso con la straordinaria protagonista, una Fernanda Torres addolorata e sempre combattiva, colma di dignità e determinazione. Una commedia famigliare che si evolve in dramma politico. E sullo sfondo, ieri come oggi, il Brasile divide i suoi conflitti tra allegria e nostalgia, tra gioia e lacrime, tra libertà e repressione.

Maria - Pablo Larrain (Concorso)
L'usignolo greco, la diva maledetta, la voce angelica. Un biopic sontuoso e dolente. Una donna depressa e dipendente dai farmaci, consapevole che il suo tempo sta per finire. Perché la sua vita è sempre stata la sua voce, e l'opera è sempre stato il suo mondo. Vivendo in una bolla sfarzosa, dopo una giovinezza poverissima, quando i militari pagavano per trascorrere ore con lei, non per scoparla, ma per sentirla cantare. Pablo dirige il film più bello di una trilogia dedicata donne del Novecento iconiche e prigioniere, dopo Jackie e Spencer: un ritratto che scartavetra l'anima di chi è condannato a essere l'artista (la Callas), molto prima di essere la donna (Maria). Prova enorme di Angelina Jolie.

Il tempo che ci vuole - Francesca Comencini (Fuori Concorso)
Il più bel film italiano della Mostra. La regista omaggia papà Luigi, maestro italiano di cinema popolare, raccontando il rapporto controverso con lui, passando per liti rabbiose e sensi di colpa. Dall'allegra infanzia sui set all'adolescenza drammatica, in cui la protagonista attraversa gli anni delle contestazioni e dell'eroina. E nonostante gli scontri, sarà quel padre sempre più anziano e tremolante a salvarla dall'inferno, rimanendo con lei per tutto il tempo che ci vuole. E insegnandole che dopo i fallimenti si riprova sempre, e si fallirà meglio. Un film privato, semplice, sul rapporto più bello che ci sia: quello tra un genitore e la sua bambina. Straordinari Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano. 

Broken Rage - Takeshi Kitano
(Fuori Concorso)
Un Kitano completamente fuori controllo. Un film di un'ora, pensato con follia e audacia, in cui nella prima metà è un classico gangster movie su un sicario diviso tra la yakuza e la polizia, mentre nella seconda è la stessa storia ripetuta quasi scena per scena, ma in versione parodica e demenziale. Non solo un divertissement: un capolavoro di sintesi, un manifesto del senso del maestro giapponese per il cinema e per la vita, da sempre divisi tra il serio e il faceto, tra Sonatine e Takeshi's Castle, tra il romanticismo per i drammi dell'esistenza e del destino e la loro presa per il culo, con la consapevolezza che tutti noi siamo soltanto gente di passaggio. E allora, tutto sommato, è molto meglio ridere.

Horizon - An American Saga - Kevin Costner (Fuori Concorso)
Un'operazione impossibile e commovente, una dichiarazione d'amore sconfinata nei confronti del cinema classico. Costner sogna di realizzare l'opera western definitiva, quella in cui si raccontano sia i  colonizzatori che gli indiani, con i convogli carichi di speranza: c'è chi si sposta per ambizione e chi per disperazione, inseguendo il progetto di fondare una nuova comunità. Muovendosi verso un sogno chiamato America. Nonostante i massacri, il sangue, gli scalpi dei nemici. Un progetto anacronistico, in direzione ostinata e contraria, pensato in quattro capitoli (per ora ce ne sono due), forse anche di più. Una narrazione fluviale necessaria, per portare avanti l'idea che il Cinema non possa avere una fine.




domenica 25 agosto 2024

Obbligatori: Luglio-Agosto 2024

La morte è un problema dei vivi - Teemu Nikki
Erroneamente etichettata come dark-black comedy, in realtà è una bromance romantica e disperata, con tanti momenti di poesia nichilista e due protagonisti magnifici e sconfitti dalla vita. Cinema finlandese di oggi che guarda alla New Hollywood e all'America degli anni Settanta, come nell'omaggio manifesto a Il cacciatore, e nella celebrazione dei perdenti che deriva dalle lezioni di Schatzberg e Schlesinger: non è mai furbo e consolatorio, ma picchia duro e non concede scorciatoie. Attenzione a Teemu Nikki, perché dopo Il cieco che non voleva vedere Titanic, si conferma un autore capace di alternare uno sguardo cinico e una sensibilità umana con un'abilità graffiante e struggente. 

When Evil Lurks - Demian Rugna
Un horror potente, sconvolgente, nerissimo: tante idee, pochi mezzi e nessun compromesso. Il Male che si espande nella campagna argentina non risparmia nessuno e non fa distinzioni di età, sesso e religione, fregandosene della famiglia e degli innocenti. L'argentino Rugna imbastisce almeno un paio di sequenze orrorifiche memorabili, ma si cura di costruire attorno a loro una cornice narrativa impeccabile e inesorabile, dove i due fratelli protagonisti appaiono sempre più inermi di fronte alla diffusione del morbo sovrannaturale. Lavorando con gli archetipi delle possessioni demoniache e del cinema degli zombie, propone una commistione originalissima e pessimista, dove l'uomo soccombe davanti all'assurdo.

Coppia aperta, quasi spalancata - Federica Di Giacomo
Coraggiosa e sperimentale incursione psico-documentaristica di Chiara Francini, che dopo aver affrontato l'opera teatrale di Dario Fo e Franca Rame in una tournée di successo, viviseziona il testo confrontandosi con le critiche e i modi di vivere di poliamorosi e femministe: grazie allo sguardo realista della filmmaker Di Giacomo, ne viene fuori un'irresistibile, e spesso esilarante, ritratto di un'umanità ben più variegata e caotica di quella raccontata nella commedia degli anni Ottanta. Da una parte, l'attrice famosa, il volto televisivo legato a una cultura cattolica e conservatrice; dall'altra, un microcosmo di persone alla ricerca della felicità: un'operazione leggera, ma intellettuale e ironica.



domenica 9 giugno 2024

Top Ten: Classifica Primo Semestre 2024

10 - Marcello mio - Christophe Honoré
Sgangherato, frammentario, libero e struggente: tra meta-cinema e autofiction psicanalitica, una riflessione filiale sul ruolo schiacciante e ossessivo del genitore, sull'immedesimazione mimetica, sul suo fantasma e sulla sua iconografia, sulla naturale consequenzialità tra realtà, finzione, immaginazione e sogno. La prova di Chiara Mastroianni è impressionante ed è coadiuvata da un gruppo di amici e famigliari che prendono parte al gioco tra lo sbigottimento e il divertimento. Ma Honoré riflette anche sull'identità di genere, e l'omaggio a Marcello risulta un pretesto per sperimentare l'unione di diversi linguaggi, esponendosi al rischio di confondere, ma provocando molti frammenti emozionanti.

9 - Enea - Pietro Castellitto
Nato per essere detestato: è il film-bersaglio di un trentenne figlio di papà, proveniente dalla borghesia radical-chic di Roma Nord, che racconta ambienti, famiglie e situazioni che conosce da vicino. Ma Castellitto ribalta genialmente le attese, annulla ogni pericolo di critica sociale e di sguardo moralista, e riflette con autoironia e disincanto sulla consistenza della superficie, generando uno spaccato umanista, ridicolo e surreale, che trova un'aderenza romantica e nichilista al suo approccio anarchico e sregolato. Le trovate e i dialoghi sono esilaranti: un Muccino semiserio e sotto acido, ma anche una parodia di un Sorrentino con il peso schiacciante dei genitori ancora in vita. E tutti i caratteristi sono una goduria.

8 - May December - Todd Haynes
Imperdibile ring femminile interpretato dalle meravigliose, enigmatiche, tossicissime, Natalie Portman e Julianne Moore, che s'inseguono e si confondono: grazie a Dio, esistono registi e sceneggiatori come Todd Haynes che scrivono ancora oggi film su anti-Barbie manipolatrici, perverse, immorali e detestabili. Stia lontano chi crede che Margot Robbie, nel film più marchettaro di ogni tempo, sia un simbolo di lotta contro il patriarcato. Il significato del titolo è un modo per indicare un rapporto sentimentale in cui la differenza di età è talmente ampia che i membri della coppia rappresentano mesi molto lontani all'interno dell'anno, proprio come sono maggio e dicembre.

7 - El Paraiso - Enrico Maria Artale
Un rapporto sentimentale tra madre e figlio nella periferia di una Roma delinquenziale e derelitta, sviluppando un maxi complesso di Edipo in uno scenario tra gangster, spaccio di droga e balere kitsch alla fine del mondo: un palpitante, disperato e trascinante melodramma tra il Tevere e la Colombia, con sprazzi di passione almodovariana, desideri inconsci e repressi, amore materno eterno destinato a soffocare. Un raro esempio di cinema italiano che racconta i margini dell'esistenza con affetto brutale per i personaggi, senza cinismo e furberie da "favolacce": strepitosi Edoardo Pesce, ragazzone in cerca di una seconda possibilità, e Margarita Rosa de Francisco, mamma tossica e vampiresca.

6 - Tatami - Guy Nattiv, Zar Amir Ebrahimi
Di diritto, uno dei film sportivi più potenti e importanti di ogni epoca. I mondiali di judo in Georgia sono il teatro delle prove di forza e di coraggio di una ragazza iraniana e della sua allenatrice, ribelli alla richiesta e alle minacce del loro governo dittatoriale di ritirarsi dalla manifestazione per non incontrare l'avversaria israeliana. Un esemplare racconto di sport inteso come specchio delle condizioni civili, politiche e umane di un Paese, e come una delle pochissime vie di fuga possibili. Cinema di denuncia, attuale, diretto e interpretato con la rabbia e l'orgoglio di chi lotta per un mondo migliore. Impossibile pretendere qualcosa di più urgente a livello geo-politico.

5 - Memory - Michel Franco
La più bella storia d'amore degli ultimi anni. Jessica Chastain interpreta una madre sola ed ex alcolista, tampinata da un uomo da cui è convinta di aver subito molestie sessuali all'epoca del liceo. Ma l'apparenza inganna: lui, Peter Sarsgaard, soffre di demenza ed è incapace di ricordare quello che è accaduto poco prima. Ma non dimentica emozioni e sentimenti. Ragionando sulle diverse conseguenze con cui il passato e la memoria determinano il nostro modo d'essere, il regista Michel Franco illumina il punto di contatto tra due anime perse e lesionate, due solitudini che assieme diventano una moltitudine. E a sorpresa dirige un'opera finalmente delicata, sensibile, commovente.

4 - Civil War - Alex Garland
Una distopia che getta un'inquietante lente d'ingrandimento su quello che potrebbe esplodere in una società vittima dei populismi e delle demagogie, abituata all'orrore delle immagini e sempre più lontana dal senso di umanità. Uno sguardo crudo e consapevole, lucidissimo, non tanto per lo scenario politico e apocalittico descritto, fin troppo manifesto, ma per la riflessione sull'importanza di continuare a fotografare, documentare, raccontare anche le macerie e il nostro annientamento. Un grande film sul giornalismo, e sulla resistenza delle agenzie di stampa come fonte primaria di informazione. Il miglior film di Garland, coadiuvato dalle ottime prove di Kirsten Dunst, Wagner Moura e Cailee Spaeny.

3 - Green Border - Agnieszka Holland
Un'immersione fisica e visiva, urgente, disperata, senza respiro, nella vergognosa condizione dei migranti nell'oscurità della foresta che fa da confine tra Polonia e Bielorussia, dove esseri umani alla ricerca di una vita migliore vengono seviziati, umiliati, torturati e ignorati, nel migliore dei casi. Tre punti di vista diversi: quello dei rifugiati siriani, ma anche di una guardia di frontiera e di un gruppo di attivisti. Action, horror, war movie e survival movie: non è Hollywood, ma l'irreale e bestiale politica odierna capace di offrire sostegno umanitario soltanto se conviene. Con un finale dichiaratamente anti-imperialista e anti-americano: non è un caso che sia stato ignorato dall'Academy.

2 - Il ragazzo e l'airone - Hayao Miyazaki
Un viaggio esplorativo verso la liberazione dal dolore e l'ingresso nell'età adulta: è l'opera di Miyazaki più personale, quella in cui le potenzialità immaginifiche del cinema d'animazione raggiungono l'apice creativo, allegorico e impressionista. Un Alice nel Paese delle meraviglie luttuoso e maschile, un trip allucinante e spigoloso che rappresenta un crocevia necessario per la lotta di ciascuno contro l'abbandono. La poesia e la sensibilità rimangono intatte, grazie a un bestiario caotico e visionario che supera le barriere della fantasia, ribadendo l'amore salvifico per il mondo animale e la necessaria convivenza con la natura, ma è anche uno strappo doloroso con gli appigli dell'infanzia, che lascia attoniti e senza difese. 

1 - Estranei - Andrew Haigh
Un frastornante viaggio interiore nell'incancellabile immaterialità dei fantasmi delle persone che abbiamo amato e che abbiamo perso. Haigh realizza un capolavoro dell'anima, dove l'amore del protagonista si diffonde in una dimensione onirica senza tempo, che sovrappone l'eternità del passato con l'illusione del presente. Un melodramma famigliare che non ricatta ma pugnala solo quando è necessario, obbligando a fare i conti con la realtà di ciò che resta e con le assenze. Una lettera d'amore indirizzata verso un'aldilà sempre più popolato, in contrasto con i dolori e le solitudini dell'aldiquà. Ma è anche un film sul processo creativo di chi scrive, sulle parole nascoste come unica, possibile elaborazione del lutto.



martedì 28 maggio 2024

Obbligatori: Maggio 2024

Marcello mio - Christophe Honoré
Sgangherato, frammentario, libero e struggente: tra meta-cinema e autofiction psicanalitica, una riflessione filiale sul ruolo schiacciante e ossessivo del genitore, sull'immedesimazione mimetica, sul suo fantasma e sulla sua iconografia, sulla naturale consequenzialità tra realtà, finzione, immaginazione e sogno. La prova di Chiara Mastroianni è impressionante ed è coadiuvata da un gruppo di amici e famigliari che prendono parte al gioco tra lo sbigottimento e il divertimento. Ma Honoré riflette anche sull'identità di genere, e l'omaggio a Marcello risulta persino un pretesto per sperimentare l'unione di diversi linguaggi, inclusa una parentesi televisiva, esponendosi al rischio di confondere, ma provocando molti frammenti emozionanti.

Abigail - Tyler Gillett, Matt Bettinelli-Olpin
Che sorpresa: un ritorno dell'horror che diverte, senza simbolismi e metafore, che gioca con archetipi classici sui vampiri e non risparmia trovate cruente ed eccessive, tra decapitazioni e corpi che esplodono in una villa isolata e blindata, mantenendo sempre un ritmo magistrale. Ottime Melissa Barrera, nel ruolo di un'ex tossica dal cuore buono, e soprattutto la piccola e spaventosa Alisha Weir, vampiro sanguinario che finge di farsi rapire e poi si avventa sui suoi rapitori. La coppia di registi, reduce dagli ottimi reboot di Scream, si conferma perfettamente capace di manovrare gli stereotipi e riadattarli, proprio come nello stile del loro maestro e padre putativo Wes Craven. 

Furiosa - A Mad Max Saga - George Miller
Chi scrive, non è certamente un grande fan della saga. A ogni modo, questa volta il trip visivo è davvero stupefacente, così come la costruzione tecnico-realizzativa delle scene action: uno spettacolo di puro cinema, roboante e tonitruante, che racconta i vari momenti della crescita della protagonista, interpretata dalla sempre favolosa e carismatica Anya Taylor-Joy, caratterizzata da un furente desiderio di vendetta. Più lineare e narrativamente denso dell'osannato film precedente (Fury Road), che rasentava la monotonia ed era sostanzialmente un unico ed estenuante inseguimento. Divertente anche Chris Hemsworth, nei panni di un personaggio che sembra parente del suo Thor.




domenica 21 aprile 2024

Obbligatori: Aprile 2024

Tatami - Guy Nattiv, Zar Amir Ebrahimi
Di diritto, uno dei film sportivi più potenti e importanti di ogni epoca. I mondiali di judo in Georgia sono il teatro delle prove di forza e di coraggio di una ragazza iraniana e della sua allenatrice, ribelli alla richiesta e alle minacce del loro governo dittatoriale di ritirarsi dalla manifestazione per non incontrare l'avversaria israeliana. Un esemplare racconto di sport inteso come specchio delle condizioni civili, politiche e umane di un Paese, e come una delle pochissime vie di fuga possibili. Cinema di denuncia, attuale, diretto e interpretato con la rabbia e l'orgoglio di chi lotta per un mondo migliore. Impossibile pretendere qualcosa di più urgente a livello geo-politico.

Civil War - Alex Garland
Una distopia che getta un'inquietante lente d'ingrandimento su quello che potrebbe esplodere in una società vittima dei populismi e delle demagogie, abituata all'orrore delle immagini e sempre più lontana dal senso di umanità. Uno sguardo crudo e consapevole, lucidissimo, non tanto per lo scenario politico e apocalittico descritto, fin troppo manifesto, ma per la riflessione sull'importanza di continuare a fotografare, documentare, raccontare anche le macerie e il nostro annientamento. Un grande film sul giornalismo, e sulla resistenza delle agenzie di stampa come fonte primaria di informazione. Il miglior film di Garland, coadiuvato dalle interpretazioni di Kirsten Dunst, Wagner Moura e Cailee Spaeny.

Cattiverie a domicilio - Thea Sharrock
Un inaspettato ritorno in grande stile della miglior commedia british, sorretto dalle prove irrefrenabili di Jessie Buckley, splendida immigrata irlandese sboccata, ribelle e scarruffata, e di Olivia Colman, magistrale e insopportabile zitella inglese bigotta e sottomessa dal maschilismo famigliare e dal tradizionalismo sessista. Con una scrittura sempre intelligente, arguta e appuntita, perfettamente bilanciata tra dramma sociale e umorismo, che riesce ad attraversare il giallo e il processuale coniugando leggerezza e conflitti ancora contemporanei di genere e di classe, e agganciando riflessioni sulla repressione domestica e sulle frustrazioni quotidiane alla base del fenomeno degli haters.