5 - Belli ciao - Gennaro Nunziante (voto 7)
Spernacchiati frettolosamente dalla critica chic che li aveva già bocciati in quanto televisivi e populisti, Pio e Amedeo si mettono al servizio della scrittura garbata e dei tempi comici di un maestro del cinema popolare come Nunziante. Ed è finora la commedia italiana più divertente dell'era pandemica: gli archetipi degli scontri territoriali tra Nord e Sud si condensano con un'ironia pungente nei confronti del finto benessere e dell'ossessione per l'approvazione social, e la leggerezza di fondo risulta una boccata d'aria persino anticonformista.
4 - Tout s'est bien passé - Francois Ozon (voto 7)
Dramma famigliare, trascinato dalle interpretazioni di Sophie Marceau e André Dussollier, in cui Ozon riflette sulla libertà di scelta, sulla possibilità di limitare il dolore e la sofferenza, e su un diritto che dovrebbe ritenersi necessario in una società moderna, laica, progressista e individuale. Ma è anche un film raro e prezioso sul momento della vita in cui i figli devono prendere decisioni, talvolta irrevocabili, per i genitori, costretti a fare i conti con i propri affetti speciali. Ci si può commuovere, ma non c'è mai un passaggio di lacrimevole retorica.
3 - Scream - Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett (voto 7)
La coppia di registi si approccia al classico anni Novanta di Wes Craven con il piglio dei fan e degli allievi perfetti: il gioco è portato all'esasperazione metanarrativa, aggiornando i riferimenti a tutti i nuovi fenomeni dell'horror. Ma il ricalco dell'operazione è particolarmente riuscito e divertente, proprio per la capacità di non prendersi sul serio, di dialogare con lo spettatore in maniera autoreferenziale e di indovinare molte sequenze sporche e gustosamente slasher, celebrando una sorta di nostalgia liberatoria da fan club per adepti.
2 - What Do We See When We Look At The Sky? - Alexandre Koberidze (voto 8)
Rarefatta, poetica, innaturale commedia sentimentale, in cui due giovani adulti che si sono innamorati da poco non possono più riconoscersi a causa di un incantesimo che ha mutato i loro volti. Un cinema libero, che si avvicina al tocco minimalista, surreale e stilizzato di Kaurismaki, ma che si ferma anche a contemplare la placida quotidianità di Kutaisi, seconda città della Georgia, tra bambini che giocano a calcio spensierati, il fiume che scorre, la gente che si trova insieme per guardare i Mondiali. Un'esperienza che immerge in una realtà fuori dal tempo.
1 - True Mothers - Naomi Kawase (voto 8)
Magico e dolente, parte come un algido dramma borghese su una coppia che non può avere figli, e poi vira in maniera decisa e sorprendente sui binari di un romanzo adolescenziale struggente, su una figlia e madre mancata, una ragazza ribelle in fuga dalle rigidità, dagli scandali, dai dogmi della società e della famiglia d'origine. E sulla ricerca di un rifugio dove condividere il dolore di ciò che è stato negato. Kawase trova punti di contatto con Madres Paralelas e La scelta di Anne, ma il suo sguardo è unico ed empatico, libero e sfumato, ricco di suggestioni oniriche, attento agli ambienti e ai misteri della natura.