Il cinema si ama anche per le sue facce. Malgrado sia un eterosessuale convinto, non posso negare che subisco fortemente il fascino di alcuni uomini del cinema contemporaneo. Mi piacciono soprattutto quelli che hanno sul loro volto i segni delle sconfitte, che nascondono tra le rughe i demoni dell'anima. Lasciando perdere i mostri sacri del cinema che fu, una delle facce che più mi trasmette il senso di fascino e tormento interiore è sicuramente quella dell'irlandese Colin Farrell. Colin è un vero duro. A 18 anni si trasferì in Australia per lavorare come cameriere e venne sospettato di omicidio. Tornò in Irlanda e decise di fare l'attore. Si vocifera che, una volta, nel bagno di un aereo per Los Angeles si sia scopato una hostess di volo. Robe da fuoriclasse. Colin è un Maschio, con quell'aria un po' puttana da perenne doposbronza. Non a caso, le sue interpretazioni migliori sono quelle in cui è un alcolizzato: 'In Bruges' e 'Sogni e delitti'. Ma anche ne 'La regola del sospetto', 'Intermission' e 'Miami Vice' sembra di avere a che fare con quell'amico figo, che piace alle donne ma che occulta un disagio esistenziale che gli impedisce di essere un vincente. A me gli attori che fanno i vincenti stanno sul cazzo. Solitamente, sono i bambini prodigio, tipo Daniel Radcliffe, ex Harry Potter, che ora è cresciuto e si è permesso di interpretare Allen Ginsberg in 'Giovani ribelli'. Ma vai a cagare, fighetto di merda. Anche Brad Pitt, indubbio sex symbol, mi sembra stia prendendo una strada molto interessante, da bellissimo e perdente. Lo dimostrano ruoli come quello di Billy Beane ne 'L'arte di vincere', allenatore di una squadra scalcinatissima di baseball, mollato dalla moglie, che nonostante tutto vive ancora lo sport con romanticismo. Solitamente, i romantici sono perdenti, anche se sono attori hollywoodiani desiderati dalle donne di tutto il mondo. Ma già in quel capolavoro di 'L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford' si poteva intuire l'attrazione di Brad nei confronti delle figure controverse e tormentate. Un altro attore da copertina che ho recentemente rivalutato è Mark Wahlberg. Mark non è certamente un potenziale candidato agli Oscar, ma nelle sue recenti interpretazioni ha dimostrato di possedere una notevole dose di autoironia ('Pain and Gain', 'Cani sciolti'). Non dimentichiamo nemmeno che è uno degli attori feticcio di James Gray, regista che ama raccontare storie di uomini a metà, per i quali il fascino per il lato oscuro della vita è superiore a quello della propria morale. Concluderei con Bradley Cooper, attore che negli ultimi 'Il lato positivo' e 'Come un tuono' ha tirato fuori inedite sfumature, tra psicopatologie e sensi di colpa. Bradley è un bello, niente da dire. Ma è uno di quei belli che stanno simpatici, perchè sai che se non ti fanno rimorchiare saranno comunque sempre degli ottimi compagni di sbronze.
Emiliano Dal Toso
Emiliano Dal Toso
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