"Le cazzate sono come le ciliegie: una tira l'altra." Questa battuta illuminante non è farina del mio sacco ma degli sceneggiatori di "Immaturi-Il viaggio" che in questo modo regalano ai critici più spietati degli ottimi agganci per iniziare una stroncatura. "Immaturi" (capitolo 1) era stato, a mio modo di vedere, una grande 'ciliegia', e, prima di vederlo, ero convinto che il sequel sarebbe stato una 'ciliegia' ancora più grossa. Non è stato così e ancora adesso mi sto interrogando sul perchè. In verità credo di aver individuato un elemento chiave che mi ha portato a questo giudizio. Quello che non andava nel primo film era il fatto che il mondo della scuola (una classe è costretta a ripetere l'esame di maturità dopo 20 anni per un cavillo burocratico) veniva usato solo come pretesto per raccontare le vicende sentimentali e le storie di un gruppo di quarantenni perdigiorno. Nel secondo capitolo non è più la scuola ma il viaggio di maturità ad essere preso come schermo per raccontare tutt'altro. Il punto è che il primo pretesto non funzionava perchè troppo irreale, assurdo direi, mentre il secondo funziona benissimo perchè fin troppo reale. Il gruppo dei protagonisti presi dalla Sindrome di Peter Pan va in vacanza non per condividere un periodo di tempo in compagnia dei vecchi compagni di scuola ma per farsi gli affari suoi. Ognuno vuole stare per conto suo ed è proprio quello che succede a molti, nella vita di tutti i giorni, andiamo in vacanza o facciamo qualsiasi altra azione pensando prima a noi stessi e poi agli altri. Una grande immediatezza nella narrazione, una sceneggiatura efficace e divertente e una regia con movimenti di macchina e soluzioni molto raffinate sono i corollari che fanno di "Immaturi 2" una commedia estremamente piacevole. Certo, Raoul Bova non dovrebbe recitare per evitare di far danni, alcuni siparietti comici si sono già visti in altre occasioni e i luoghi comuni trionfano bellamente. E se è vero che il cinema italiano si è arenato negli ultimi anni nella palude del genere comico, è altrettanto vero che molti lo criticano erroneamente a priori. Il mio invito è: liberiamoci di tutti i possibili pregiudizi e iniziamo a giudicare le cose per il valore che effettivamente hanno. In fondo, solo cambiando le nostre prospettive possiamo diventare finalmente maturi.
Alvise Wollner
Alvise Wollner
Nessun commento:
Posta un commento