Sarò molto indulgente con un film come 'Hesher è stato qui', opera prima di Spencer Susser, classico prodotto da Sundance Film Festival con la provincia americana in primo piano e difficoltà esistenzial-adolescenziali a fare da supporto insieme a personaggi di grande efficacia e simpatia. Sarò indulgente perchè sono un tifoso di Joseph Gordon-Levitt sin dai tempi di '10 cose che odio di te' e, oltretutto, il giovane trentenne americano nel corso degli anni si è rivelato un vero e proprio attore di grandissima versatilità, capace di passare dal tenero innamorato di '500 giorni insieme' a pellicole come 'Inception' e, ora, lo troviamo qui nei panni di un metallaro rozzo e volgare, che si intrufola nella casa di una famiglia disastrata, con padre sotto psicofarmaci dopo la morte della moglie, preadolescente tormentato vittima di bullismo e nonna mezzo genio mezza rincoglionita. Sarò indulgente, poi, perchè c'è anche Lei, la meravigliosa Natalie Portman, della quale sono sempre innamorato e anche quando cercano di renderla una cessa porta con sè la luce nei suoi occhi e nel suo sorriso. Il film ha qualche punto debole nella sceneggiatura, un po' faticosa, fragile, scattosa. Riesce, però, a possedere una propria poetica grezza e distruttiva, grazie a Hesher, vero "soggettone", personaggio ai limiti, descritto con grandissima sincerità e verità. Il cinema non ha mai raccontato il mondo dei metallari in maniera adeguata; Susser prova a farne un ritratto estremo, tratteggiando aspetti riprovevoli (linguaggio sboccato, peti a volontà, passione per gli incendi dolosi) e altri di grande umanità. Sulla carta, effettivamente, 'Hesher è stato qui' poteva diventare un indimenticabile cult movie. Si limita a essere una visione carina, piacevole e agrodolce. La consacrazione definitiva di Gordon-Levitt, però, la aspettiamo con l'imminente '50 e 50', uno dei film più attesi dell'anno per il sottoscritto, nel quale farà coppia con un altro attore dal talento straordinario come Seth Rogen, pronto sulla rampa di lancio per raggiungere l'Olimpo degli dei della comicità americana.
Emiliano Dal Toso
Emiliano Dal Toso
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