martedì 4 giugno 2019

Top Ten: Classifica Primo Semestre 2019

10 - Green Book - Peter Farrelly
Il buddy movie è più disneyano che farrellyano: piacione e trasversale, adatto per accontentare i gusti di tutti. L'America vintage ritratta è favolistica e la confezione è edificante e politicamente corretta, ma è impossibile rimproverare ulteriori difetti: la coppia di interpreti è grandiosa, i dialoghi sono effervescenti e il tono non è mai retorico e didattico ma garbato e accattivante. E il finale natalizio, tra Frank Capra e Un biglietto in due, rientra nella miglior tradizione della commedia americana.

9 - Ricordi? - Valerio Mieli
Nove anni dopo Dieci inverni, Mieli si fa perdonare la lunga attesa con un'opera seconda visionaria, densa di allegorie e significati, ambiziosa e vertiginosa, che sorprende per alcune prodigiose soluzioni registiche e per le prove di un malinconico Luca Marinelli e di una luminosa Linda Caridi. E compie il piccolo grande miracolo di riuscire a tradurre in immagini le irrazionali alchimie che alimentano un legame sentimentale e gli interrogativi e le briciole che restano dopo averlo vissuto.

8 - Oro verde - C'era una volta in Colombia - Ciro Guerra, Cristina Gallego
Un originalissimo e rutilante affresco rurale e malavitoso, dove le tradizioni della comunità indigena e contadina dei wayuu del deserto di Guajira vengono calamitate dai moderni codici di comunicazione, quelli della criminalità e della legge del mercato. Un ambizioso e shakespeariano racconto antropologico ed etnografico in cui i rituali tribali e le culture arcaiche si evolvono e si scontrano con la nascita dei cartelli del narcotraffico, perciò con l'avidità e con il sangue.

7 - Climax - Gaspar Noé
Venti ballerini si ritrovano in un collegio in disuso per le prove di uno spettacolo. Il consumo collettivo di una sangria corretta con l'acido lisergico scatena il delirio e l'autodistruzione. Un gesto cinematografico che non ha bisogno di visti e di permessi: Gaspar Noé vuole rianimare gli organi e verificare la resistenza di chi guarda, mettendo in discussione la passività di un ruolo sempre più rassicurato e inebetito dagli standard delle serie tv. Un'esperienza psicovisiva sconvolgente.

6 - Il traditore - Marco Bellocchio
Il film che non t'aspetti del regista di Bobbio: un punto di vista sulla mafia inedito e dinamico, che parte come un episodio di Narcos e si evolve in una tragicommedia processuale folgorante, un teatrino di maschere criminali che rappresenta un Paese in cui la forma mentis è intrinsecamente corrotta. Buscetta non è un eroe, né una vittima e neppure un pentito delinquente, ma soltanto un testimone senza patria che attraversa le ambiguità e le zone oscure di una redenzione impossibile.

5 - Il corriere - Clint Eastwood
Clint all'ennesima potenza: il tempo che passa, i rimorsi e i rimpianti di un'esistenza trascorsa a sottovalutare gli affetti personali, oppure a non avere il coraggio di viverli. Una lettera d'amore sincera e commovente e che, oltre alle confessioni personali dell'autore, percorre le strade di un'America sempre più razzista e paranoica, che tende a ghettizzare ogni minoranza, tra "nonni", "lesbiche", "negri" e messicani. Gli perdoniamo anche quell'eccesso di elogio alla famiglia.

4 - Peterloo - Mike Leigh
Un monumento storico urgente e necessario sul massacro di St. Peter's Field del 1819, dove un gigantesco corteo di operai manifestò insieme a contadini, artigiani e donne per chiedere pane e suffragio universale. Lo sguardo di Leigh però è distaccato e perciò ancor più straziante e struggente e la morale non è di certo pacifista: nelle disparità, il confronto è sempre impari, l'unica possibilità è lo scontro. Una lucidità tagliente per un cinema di parola e di accuratissima ricostruzione politica.

3 - I fratelli Sisters - Jacques Audiard
Audiard approda in America e realizza il film dei sogni di ogni cineasta europeo, rivitalizzando la colonna vertebrale dei nostri padri e, con rispetto e ammirazione, sconfessando la sua poetica: gli uomini sanno essere anche fragili, sodalizzare, abbandonare le armi, tornare a casa. In epoca di "girl power" a ogni costo, il regista francese mette a nudo i sentimenti e i dubbi che ognuno nasconde sotto il costume di cowboy, preferendo i battiti del cuore alle fondine per la pistola.

2 - Dolor y gloria - Pedro Almodovar
Trasparente e incredibile autobiografia di Pedro, che mettendo in scena la propria crisi artistica ritrova lo struggimento e le lacrime che incendiano il suo cinema: un colpo al cuore che travolge e che ingloba ogni tema e ogni aspetto del senso del regista spagnolo per l'arte e per la vita. Ricordo, sogno, emozione: l'atto creativo è il luogo dove finalmente i dolori trovano un bel posto. Banderas è  di un equilibrio espressivo superlativo, il monologo teatrale di Alberto Crespo è già nella Storia.

1 - La casa di Jack - Lars von Trier
La summa poetica di Lars. Etichettato come provocatore, von Trier realizza il film definitivo sul dolente conflitto interiore tra autocontrollo e pulsione. Un'operazione di chirurgia all'interno delle inquietudini dell'animo umano, capace di sviscerare ciò che nella vita di tutti i giorni è inaccettabile e scandaloso e di estirparlo abbattendo imposizioni etiche. Un raggelante Dante/Matt Dillon si fa guidare da Verge/Bruno Ganz verso la dannazione eterna, in una mezz'ora finale di rutilante meraviglia visiva. Un nuovo inno all'umanesimo e un'altra beffarda e divina commedia di un illusionista finissimo e un cineasta fondamentale.



1 commento:

  1. Quindi amo le storie che fondamentalmente hanno sia la specificità e l'astrazione. È come la vita. Tutti sanno che non c'è solo quello che c'è sulla superficie, che le cose accadono che non vediamo nella realtà, ma le sentiamo, e queste sono cose che i film https://cineblog01.gdn possono dire.

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