mercoledì 14 novembre 2012

Ballata Dell'Odio E Dell'Amore (voto 9) IL FILM DEL MESE

Attenzione, questa recensione contiene un linguaggio osceno. Il tono è volutamente eccessivo e sopra le righe (come, d'altronde, il bellissimo film di cui si parla). Se prendete tutto sul serio, non leggetela e andate su MyMovies.

'Ballata dell'odio e dell'amore' è una furia. E' un film intriso di violenza, che sporca gli occhi e invade la Storia. Presentato al Festival del Cinema di Venezia del 2010, venne attribuito del Leone D'Argento da un entusiasta Quentin Tarantino. Tra i giurati, c'era anche Gabriele Salvatores che dichiarò che dopo la visione del film di Alex De La Iglesia gli tornò immediatamente la voglia di girare e di fare cinema, ma quello con i coltelli che parla di bastardi e di figli di puttana, e la scelta è ricaduta sulla traduzione cinematografica del best seller 'Educazione Siberiana'. Il settimo lavoro del regista spagnolo aggredisce lo spettatore, visivamente, emotivamente, e lo spoglia di ogni pretesa intellettualistica. Il Cinema, la Politica, la Vita non hanno mezze misure, sono pagliacci tristi e pagliacci scemi. Quello che conta sono le bombe, gli attentati. Quello che rimane sono le sconfitte, i traumi, le delusioni. L'amore è stupido, forse è un desiderio di rivalsa, certamente non muove il sole e le altre stelle. Forse, è solo la mancanza di una scopata. 'Ballata dell'odio e dell'amore' ci insegna che la verità non sta mai nel mezzo. Nelle cose, c'è sempre un giusto e uno sbagliato, un felice e un infelice, un buono e un cattivo, una vittima e un carnefice. La diplomazia, la democrazia, il contraddittorio vanno lasciati a chi se li può permettere, a chi non ha mai sofferto abbastanza, a chi se ne può andare affanculo. Noi vogliamo il sangue, noi vogliamo lo schermo che si sporca di rosso, vogliamo i terroristi, vogliamo il grand guignol, vogliamo il porno, vogliamo il cazzo duro e vogliamo la figa bagnata. Cuore e amore fanno rima con dolore. 'Ballata dell'odio e dell'amore' attraversa quarant'anni di Spagna, all'insegna della dittatura, della frustrazione, della sottomissione. Averle subite non porta desiderio di pace, porta sete di vendetta. La razionalità è una illusione. Questo sta alla base di tutto ciò che dovrebbe essere punk, anarchico, questo sta alla base del significato di quel cinema che pretende di essere cinema dell'orrore, cinema di guerra, cinema di battaglia. Chi non è d'accordo, ha sempre un divano su cui appassionarsi alle primarie del centrosinistra.

Emiliano Dal Toso



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