mercoledì 1 maggio 2013

Riflessioni Spiazzanti: L'Inganno

Non credo di aver imparato pressochè niente dal cinema. Il cinema non insegna, non offre esperienze, è soltanto una proiezione della realtà. Riconoscersi, identificarsi in un personaggio non significa essere quel personaggio. Non ho appreso niente dai miei film preferiti, dopo averli amati non sono diventato una persona migliore, più saggia o meno sprovveduta. Il cinema non lascia niente se non l'emozione del momento. E' un'illusione pensare che il cinema possa cambiare le persone. Semmai, può cambiare la vita di chi il cinema lo fa, dall'interno. C'è un distacco netto tra chi lo vive come regista o attore e chi lo vive come spettatore. Per non parlare di chi lo vive come critico, credo il modo peggiore, meno adatto per essere in grado di coglierne l'umore e il significato. Dopotutto, i film sono compravendite di umore e di stati d'animo. Prendo i lavori degli ultimi dieci anni che ho amato di più: 'Old Boy', 'Into The Wild', 'Black Swan' e 'The Master'. A posteriori, Park Chan-Wook mi ha forse entusiasmato per i suoi insegnamenti, per le sue frasi del tipo "Piangi e piangerai solo, ridi e il mondo riderà con te?" Oppure 'Old Boy' è diventato uno dei miei film preferiti per il suo malsano intreccio narrativo di incesto, vendetta e tradimenti? Direi che non c'è bisogno di suggerire una risposta. Il viaggio nelle terre selvagge di Christopher McCandless mi ha toccato il cuore perchè "la felicità è autentica solo se condivisa"? Oppure, quando ripenso al film di Sean Penn, mi sale un brivido perchè mi riconosco (o mi piacerebbe riconoscermi) nella sofferta ma impavida ingenuità del suo protagonista? Per non parlare, poi, degli altri due titoli. 'Black Swan' è un trionfo onanista di autodistruzione. Come potrà mai insegnare qualcosa, far crescere o far migliorare una persona un film come 'Black Swan'? Aronofsky è pura forma che si compiace del grigiore e del nichilismo che contiene. Ed è per questo che va amato. Arriviamo, infine, a 'The Master'. Il film parla del processo di crescita intellettuale, umana e spirituale di un'anima persa grazie agli insegnamenti del suo illuminante maestro o si tratta, invece, dell'incontro e del rapporto controverso di due uomini soli, irascibili e spaesati? Mi rendo conto che possa essere abbastanza spaventoso per chiunque domandarsi sinceramente quali siano le ragioni per cui si ama tanto un'opera cinematografica. I film che hanno la pretesa di insegnarmi qualcosa, di solito, li trovo noiosi e poco interessanti. Eppure, se i nostri criteri di giudizio fossero più sani e morali magari vivremmo in un mondo migliore. O peggiore.

Emiliano Dal Toso

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