martedì 3 dicembre 2013

Flop Ten - Le Delusioni Del 2013

E' solo un gioco ma in pochi lo capiscono.

10 - La Grande Bellezza - Paolo Sorrentino
Il secondo film sbagliato di Sorrentino di fila, oltretutto con molti dei difetti del precedente: programmaticità, manierismo, facili bersagli. Il ritratto della Roma altoborghese all'insegna della decadenza dei costumi è davvero scontato, inondato di una retorica sulle conseguenze del berlusconismo fuori tempo massimo. E un senso registico di onnipotenza non aiuta nemmeno nei passaggi più intimisti e malinconici.

9 - Gangster Squad - Ruben Fleischer
Una grande delusione per chi aveva apprezzato il lavoro precedente del regista, l'atipica commedia horror Benvenuti a Zombieland. Sceneggiatura zoppiccante, un'estetica che vorrebbe rimandare ai comics ma che risulta soltanto estetizzante e, a tratti, ridicola. E, soprattutto, un cast a dir poco insopportabile: Josh Brolin non ci è mai stato simpatico, su Gosling stendiamo un velo pietoso, Sean Penn è fintamente sopra le righe.

8 - Gli Amanti Passeggeri - Pedro Almodovar
C'era una volta Pedro Almodovar. Se Sorrentino ha inanellato due film brutti consecutivi, Almodovar ne ha tirati fuori due imbarazzanti. Una serie infinita di macchiette e di trovate che non fanno mai ridere, dialoghi che suscitano imbarazzo. E quello che un tempo era un erotismo passionale e travolgente, ora è diventato sciatteria e volgarità. Altro che cinepanettoni.

7 - Giovane E Bella - Francois Ozon
Uno dei film peggiori che abbia mai visto sull'età dell'adolescenza. Vuoto, inconsistente, non ha mai il coraggio di prendere una posizione nè un punto di vista. Banalissimo, poi, nelle dinamiche psicologiche: il patrigno che comincia a provoleggiare con la figliastra quando scopre che, di nascosto, si prostituisce non si può vedere. Uno dei pochi casi in cui hanno ragione quelli che sostengono che il cinema francese sia "da fighetti".

6 - Educazione Siberiana - Gabriele Salvatores
Salvatores lo abbiamo sempre amato, tanto che gli abbiamo dedicato anche una Retrospettiva. Ma la traduzione cinematografica del (discreto) romanzo di Lilin è piattissima e noiosissima. Certi passaggi sembrano addirittura girati controvoglia, come se fossero destinati a una fiction di Raiuno. E questo, per uno dei nostri premi Oscar, è un peccato imperdonabile.

5 - The Canyons - Paul Schrader
Clamoroso bidone dal regista di 'American Gigolo' e sceneggiatore di 'Taxi Driver' e 'Toro scatenato'. Sembra di assistere a una puntata scadente de 'L'ispettore Derrick' in versione soft porno, ma con una fotografia peggiore. Si respira un'aria da patinato marcio. Completamente inespressivo il protagonista James Deen, meravigliosamente sfatta Lindsay Lohan, maialona di proporzioni cosmiche.

4 - Il Grande Gatsby - Baz Luhrmann
Forse, il vero grande flop del 2013. C'erano buone aspettative per la rivisitazione in chiave pop del grande romanzo di Francis Scott Fitzgerald ma il risultato è stato a dir poco deludente, eccessivamente kitsch e ridondante. Ma, soprattutto, mai davvero coinvolgente ed emozionante. E se il Jay Gatsby di Di Caprio può avere un suo fascino, il Nick Carraway di Tobey Maguire è da prendere a schiaffi.

3 - Bling Ring - Sofia Coppola
Qualche anno fa pensavamo di aver trovato una giovane regista che avesse il dono di raccontare con ironia e leggerezza le piccole cose, le "schiume dei giorni", i turbamenti giovanili. Comincio a pensare che ci sbagliavamo. Dopo il vuoto pneumatico di 'Somewhere', ecco un altro film che non è niente, privo di spessore e di reale interesse, sociologicamente inutile.

2 - Giovani Ribelli - John Krokidas
Il regista è un signor Nessuno, che ha avuto la presunzione di esordire con un film sulle radici della Beat Generation, infangandolo di feuilleton tra personaggi insopportabili, che vengono caratterizzati come figli di papà pseudo-trasgressivi. Non c'è mai uno slancio davvero provocatorio o un'evoluzione narrativa più complessa di quella degli episodi di Dawson's Creek. Ginsberg, Borroughs, Kerouac, rivoltatevi nella tomba.

1 - Solo Dio Perdona - Nicolas Winding Refn
Mi sembra che Winding Refn sia il più grande fraintendimento del cinema del nuovo millennio. Un po' come Ricardo Quaresma fuoriclasse assoluto: se 'Drive' aveva ingannato con i suoi omaggi al cinema degli anni 80, con 'Solo Dio Perdona' la mediocrità è manifesta, quella tipica di chi ha l'arroganza di mostrarsi come un grande artista, perchè tanto si è già artisti, si è già autori, si è già geni, quando invece non si è altro che dei miseri dilettanti. Nicolas, pensavi di essere Van Basten, invece sei Ze Eduardo.

PEGGIOR ATTORE: Ryan Gosling (Solo Dio Perdona, Gangster Squad)
E' talmente scarso che, ormai, comincia a farmi un po' di simpatia. Un uomo che ha deciso di fare della fissità e della monoespressività un marchio di fabbrica.

PEGGIOR ATTRICE: Lindsay Lohan
(The Canyons)
Non un'attrice, ma una vacca. In calore. Forse, era proprio quello che voleva il regista di 'The canyons' per il ruolo di una ninfomane viziata. E chi meglio di Lindsay poteva interpretarlo.













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