giovedì 28 dicembre 2017

The Neon Demon Vs. Noi siamo infinito

Se lei non fosse stata bella non l'avresti nemmeno guardata

Rivisto per la seconda volta dopo più di un anno e mezzo dalla sua uscita, The Neon Demon mi ha fatto paura. Dopo la prima visione, mi aveva colpito il deragliamento visivo concepito da uno straordinario manierista (e furbo citazionista) come Nicolas Winding Refn, che quando azzecca la direzione della sua malattia psico-visionaria può essere considerato a ragione uno dei cineasti più interessanti di inizio millennio. Bellezza, moda, competizione, morte: nella sua messinscena kitsch, plastificata, sgradevolmente pop e schiettamente piatta, il film è una celebrazione funerea svuotata di ogni pensiero intellettuale, a immagine e somiglianza dei suoi corpi femminili, modelle zombie che si muovono meccanicamente verso l'autodistruzione. Un'opera scandalosa nella forma e nella sostanza, senza sfumature, disumana, che non sembra neppure diretta ad alcun target di pubblico. Forse perché quanto di più vicino al Male e al demonio del nostro presente, alla vera spia della nostra solitudine: l'ossessione per la relazione tra la nostra immagine e gli altri. Rivisto invece per la seconda volta dopo quattro anni, mi sembra ancora più chiaro come Noi siamo infinito cerchi quasi utopicamente di salvaguardare il fattore umano come unico spiraglio di sopravvivenza ai giudizi esterni: l'amicizia in età adolescenziale è il solo momento di purezza e autenticità nel vuoto pneumatico dell'esistenza. Una pellicola senz'altro struggente, pensata sicuramente anche per commuovere il pubblico teen. Ma permeata di reale dolore in ogni suo passaggio, come se il mondo che lega i tre protagonisti fosse nient'altro che una bolla magica ed effimera che li protegge in modo parziale dal resto delle persone, dai traumi del passato e dall'incertezza per il futuro. Entrambi i film, sia quello di Refn che quello di Stephen Chbosky, mi sembrano limpidi e fragili: nel primo caso, si tenta una diagnosi del male di vivere; nel secondo, si ipotizzano i farmaci emotivi per combatterlo.

Emiliano Dal Toso



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