giovedì 2 maggio 2013

Riflessioni Spiazzanti: La Noia

Molti critici cinematografici sostengono che un film non si possa mai definire noioso, perchè la noia è un fatto soggettivo. Quel che è noioso per me non è noioso per te, quel che non è noioso per me è noioso per te. Non sono assolutamente d'accordo: la noia è un fatto oggettivo. Bisogna fare proprio i fighetti per pensare che Abbas Kiarostami o Apichatpong Weerasethakul possano essere meno noiosi di Michael Mann o di Quentin Tarantino. Ciononostante, è vero che la noia è tanto detestabile quanto rispettabile. Tutte le poche decisioni importanti della mia vita le ho prese mentre guardavo un film che mi annoiava e la mia mente partiva per altri luoghi. In alcuni casi è andata bene e le decisioni si sono rivelate sagge: stavo guardando 'The Number 23' di Joel Schumacher quando ho preso in considerazione per la prima volta l'ipotesi di iscrivermi a giurisprudenza. In altri casi è andata molto meno bene: ero al cinema di fronte a 'Jack Reacher - La prova decisiva' quando ho deciso che alle ultime elezioni avrei votato Partito Democratico. Dirò di più. Ci sono film che adoro pazzamente che sono noiosi. La noia, a volte, crea atmosfera, rilassa, coccola, rassicura. Posso fare alcuni esempi. 'Melinda e Melinda' di Woody Allen è un film noiosissimo ma che amo vedere e rivedere. Sarà per la presenza di Will Ferrell, uno dei miei idoli, sarà per quella, notevole, di Radha Mitchell, sarà per il solito sottofondo jazz alleniano, resta il fatto che adoro sbadigliare di fronte a 'Melinda e Melinda'. Un altro esempio può essere certamente 'Last Days' di Gus Van Sant. Si tratta obiettivamente di una noia mortale. Ma anche in questo caso, mi fa sempre piacere rivederlo. E' impressionante la straordinaria gestione che Van Sant ha della noia. Per dieci minuti riprende il suo protagonista (palesemente ispirato a Kurt Cobain) strafatto che lentamente si addormenta sul pavimento, per altri dieci riprende lo stesso che si aggira rincoglionito senza meta per sentieri e ruscelli. Magnifico. Chi mi conosce bene saprà che il mio film preferito di Wes Anderson è 'Il treno per il Darjeeling', il più noioso. Eppure, quel perenne umore di stasi, di passività, di malinconoia (sia sempre lodato marcomasini) che hanno i tre fantastici protagonisti è una delle cose più belle e autentiche che abbia mai visto sullo schermo.

Emiliano Dal Toso

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