mercoledì 16 marzo 2016

I Magnifici Sette: Gennaio - Marzo 2016

Steve Jobs - Danny Boyle: terzo capitolo di Aaron Sorkin su uomini visionari e sulla contemporaneità, dopo The Social Network e Moneyball. Tre atti shakespeariani, cinici, senza cuore, travolgenti. Una canzone rap tradotta in immagini, parole mitragliate, vere e proprie rasoiate che attraversano uno dei personaggi più controversi e decisivi per quello che siamo oggi. La vita è sempre dietro le quinte, sul palcoscenico va in scena solo una versione dei fatti, quella più commerciabile e concorrenziale.

The End of the Tour - James Ponsoldt: folgorante gioco di specchi, stima reciproca e invidie tra lo scrittore David Foster Wallace e il giornalista David Lipsky. Riflessioni dolorose di un'anima fragile, controversa e geniale su successo, depressione e relazioni umane, delineando i contorni di un'America innevata di fast food, televisione e grandi magazzini. Il distacco tra noi stessi e gli altri, tra noi stessi e la realtà, l'importanza che diamo alla percezione che gli altri hanno di chi siamo: sono solo parole, ma fanno male e tramortiscono.

Anomalisa - Charlie Kaufman, Duke Johnson: flusso di coscienza in stop motion dell'intellettualissimo Charlie Kaufman che, nella dimensione animata, trova la chiave poetica per esprimere al meglio le proprie ossessioni e la propria idea di cinema. Aeroporti, viaggi in taxi, stanze d'albergo, solitudini: tra sogno e realtà, teniamo stretti nel cuore le anomalie delle nostre vite, e ci commuoviamo per Girls Just Wanna Have Fun.

1981: Indagine a New York - J.C. Chandor: fino a che punto possono coesistere la rettitudine e un mondo sempre più orientato verso il mito dell'affermazione economica e la violenza? Un magnifico Oscar Isaac è il self-made man che non rinuncia al confronto e alla razionalità, e che ribadisce l'onestà come base fondamentale del proprio successo. Attorno a sé, le regole della sopraffazione, della competizione e del sangue hanno preso il sopravvento.

L'ultima parola - Jay Roach: Papà, ma è vero che sei comunista? Sì. Jay Roach dirige un biopic tanto classico quanto emozionante, rispolverando la sacrosanta funzione pedagogica del cinema: non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire. Il Bryan Cranston di Breaking Bad è un Dalton Trumbo indimenticabile e avrebbe meritato molto di più di DiCaprio l'Oscar per miglior attore protagonista.

Fuocoammare - Gianfranco Rosi: Orso d'oro a Berlino, dopo il Leone per Sacro GRA, per uno dei più grandi documentaristi di oggi. Lo sguardo di Rosi è umile e mai retorico né ricattatorio, e ha il coraggio di credere ancora nella forza etica della Settima Arte attraverso la potenza delle immagini. E così l'occhio pigro del piccolo Samuele assume un significato universale, che parte da Lampedusa e arriva a riflettere sul valore della dignità umana.

Desconocido - Dani de la Torre: thriller privato e politico, pura adrenalina dinamitarda in questa giornata d'ordinaria follia di un direttore di banca senza scrupoli ma buon padre di famiglia, bloccato con i figli da una telefonata anonima dentro la sua automobile. Un'ora e quaranta in apnea, ribaltando i ruoli e mischiando le carte in tavola: non è soltanto cinema di genere, ma un grande esempio di rigore hitchcockiano e militanza anarchica.





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