Si versano più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non accolte.
Nella primavera del 2003, a poche settimane di distanza l'uno dall'altro, vidi al cinema 'La Venticinquesima Ora' di Spike Lee e 'Ubriaco D'Amore' di Paul Thomas Anderson, due film meravigliosi che, col tempo, sarebbero diventati tra i miei preferiti in assoluto. All'epoca, dopo averli visti, notai in entrambi la presenza di Philip Seymour Hoffman. Ero un quindicenne sbarbato e non ero al corrente di cosa fosse 'Boogie Nights', di cosa fosse 'Happiness', di cosa fosse 'Magnolia'. Mi ero accorto, però, che l'arrogante titolare di un'agenzia di sesso telefonico del film di Anderson era lo stesso che nel film di Spike interpretava l'amico professore di Edward Norton, quello timido e intellettuale. Da quindicenne sbarbato, ricordo che mi sorprese il fatto che lo stesso attore avesse interpretato due ruoli talmente differenti: da una parte un cattivo, dall'altra un impacciato insicuro. Nel corso degli anni, ho avuto modo di recuperare i film sopra citati e di vederne altri nei quali era presente Philip Seymour Hoffman. Sarebbe facile rimarcare, ora, che tutti i suoi personaggi, in fondo, avessero un malessere, una sofferenza interiore, ma sarebbe poco corretto. Philip Seymour Hoffman era un attore in grado di interpretare qualunque ruolo. Poteva essere tormentato, autodistruttivo, sicuro di sè, gigione, sopra le righe. Poteva recitare per chiunque e fare qualsiasi cosa volesse. La sua scomparsa è una perdita enorme per chiunque abbia amato, o almeno apprezzato, il cinema americano degli ultimi quindici anni. Philip bucava lo schermo. Anche chi non è un grandissimo appassionato di cinema ma ha visto almeno un suo film ha bene in mente chi fosse. Perchè in qualsiasi film, in qualsiasi interpretazione, Philip non passava inosservato. Sapeva, sempre, farsi voler bene. In questi giorni dopo la sua scomparsa, ho rivisto 'Il Dubbio', 'Truman Capote' e 'The Master'. Ho visto, per la prima volta, l'inosservato 'Una Fragile Armonia'. Non sono riuscito a trovare un vero filo conduttore, al di fuori del suo eccezionale, formidabile talento. Nonostante i soli 46 anni, quella di Phil è stata una carriera sufficiente per poter essere considerata tra le più ammirevoli. Avremmo ovviamente voluto continuare a emozionarci, divertirci, commuoverci grazie a lui, grazie alla sua naturale gentilezza ed eleganza, che riusciva a trasmettere anche ai personaggi più sgradevoli. Purtroppo è finita qui, ma potremo comunque abusare quando vorremo della filmografia di quello che è stato un attore semplicemente immenso.
Emiliano Dal Toso
Emiliano Dal Toso
Credo, a mio umilissimo parere, che ne 'Il dubbio' abbia dato il meglio di se.
RispondiEliminaGiorgio.