venerdì 24 gennaio 2014

The Wolf Of Wall Street

Sloop John B dei Beach Boys nella versione punk dei Me First And The Gimme Gimmes. Everlong dei Foo Fighters. Mrs. Robinson rifatta dai Lemonheads di Evan Dando. E poi: One Step Beyond, Gloria di Umberto Tozzi, Insane In The Brain dei Cypress Hill. Basterebbe citare solo una parte della soundtrack rassemblata da Randall Poster per rendere l'idea degli umori che ha voluto dare Martin Scorsese al suo 'The Wolf Of Wall Street' per raccontare ascesa e caduta del broker Jordan Belfort, l'operatore di Borsa che è riuscito a fare montagne di soldi in tempi molto brevi, senza faticare troppo, e dedicando la maggior parte delle sue attività a droghe e orge. Il film è un party di tre ore, senza attimi di cedimento, nel quale i personaggi non mettono mai in discussione la convinzione che la vita sia facile. A Scorsese non interessano le conseguenze della loro idiozia e della loro avidità, preferisce evidenziare i loro puri e semplici gesti quotidiani: sniffare cocaina, fumare crack, giocare al tiro al bersaglio con i nani, spendere e scopare senza alcun tipo di limiti e di freni inibitori. Il risultato è quello di un'opera cinematografica esaltante, in grado di inquadrare in maniera esemplare la vitalità e la gioia di chi sta serenamente fottendo il mondo intero. Un mio caro amico lo ha efficacemente definito come un 'Quei bravi ragazzi' all'ennesima potenza, ma senza controllo. Prima di Scorsese, nessuno aveva mai osato raccontare l'universo della finanza e dei suoi burattinai con tanto gusto per l'assurdo e per il demenziale. A tal proposito, l'interpretazione di DiCaprio è probabilmente la più comica e brillante della sua carriera e, non a caso, il suo braccio destro è impersonato da Jonah Hill, l'attore di film come 'Suxbad' e 'In viaggio con una rockstar' (dei "classici" dell'Apatow Factory). Soltanto nella mezz'ora finale, 'The Wolf Of Wall Street' sfiora passaggi più drammatici (come nella magistrale sequenza del litigio tra Belfort e la moglie, che si conclude con l'incidente in macchina in compagnia della figlia). Ma è un'illusione. Scorsese sceglie di chiudere con Belfort, uscito di prigione dopo aver scontato niente di più di 22 mesi, che tiene un corso di business motivazionale in modo mattatoriale, utilizzando la stessa carica e la stessa forza demagogica con la quale arringava i suoi uomini a trionfare a ogni costo. In maniera beffarda e inquietante, l'ultima inquadratura è sui suoi allievi (ovverosia, su noi spettatori) che lo guardano affascinati e ammirati. Se dovessi scegliere quale film di Martin Scorsese portare su un'isola deserta, opterei per 'The Wolf Of Wall Street'. Lo sceglierei per la sua trascinante colonna sonora, innanzitutto. Lo sceglierei per le performance irrefrenabili di DiCaprio e di Hill, e per la gnoccaggine di Margot Robbie. Ma, soprattutto, lo sceglierei perchè sotto gli strati di divertita e divertente commedia di cialtroni, si cela un consapevole senso di rassegnazione per la misera natura umana.

Emiliano Dal Toso


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