mercoledì 22 gennaio 2014

Femmine: Frances Ha

Frances Ha' fotografa un pezzo di vita di una romantica ventisettenne aspirante ballerina, diluendo la sua storia in disimpegnate sonorità anni 80 e in un bianco e nero impermeabilizzante. Il film risulta leggero e disimpegnato, pur raccontando di uno dei passaggi più complessi nella vita di un individuo: il momento in cui, all'alba della maturità individuale, tutte le certezze ci abbandonano e ci si ritrova a dover fare i conti con se stessi e con quello che si vuole diventare "da grandi". La protagonista del film, Frances (una splendida Greta Gerwig), non aveva alcuna intenzione di intraprendere questo percorso. Amava la sua vita spensierata, incarnata nel suo rapporto con Sophie, migliore amica e compagna di vita, àncora per la giovinezza. Eppure, si trova suo malgrado a dover affrontare la realtà quando Sophie decide di lasciare l'appartamento che condividono da sempre per cambiare stile di vita: si allontana da Frances e dalla vita festaiola e giocosa e si fidanza con un ragazzo "serio" che le dà stabilità e sicurezza, come molte donne scelgono di fare. Una migliore amica è come uno specchio, che riflette una certa immagine di quello che si è, immagine che è andata a costruirsi in anni di rapporto di un'intimità e profondità fortemente viscerale. Sophie decide di allontanarsi da questa immagine per costruirsene una nuova, indipendente da quella precedente, che meglio rappresenti la sua individualità. Frances si troverà, quindi, costretta a fare altrettanto. Abbandonata dalla sua migliore amica, senza un ragazzo, senza un lavoro vero, in una casa vuota che non può più mantenere, Frances non potrà evitare a lungo di fare i con la sua (adorabile e femminile) natura di ragazza imperfetta, "infidanzabile", socialmente inadeguata, rimasta indietro. Il percorso è tutt'altro che facile e spesso Frances opporrà resistenza alternando nostalgia e rancore verso l'amica che l'ha costretta in questa situazione. Ballando sulle notti insonni, sulle direzioni sbagliate, sui conti che non tornano, sulle piccole umiliazioni e delusioni, Frances riuscirà a mettere insieme i pezzi e a farsi donna, senza comunque perdere quella sfumatura di incompletezza (come il suo cognome troncato in Ha. sulla casella delle lettere) che la caratterizza. 'Frances Ha' di Noah Baumbach è un film ben riuscito, malgrado venga penalizzato dalla sua natura un po' sperimentale: gli orpelli stilistici rischiano di offuscare la vicenda narrativa in corso e talvolta comportano un allontanamento dello spettatore dalla realtà emotiva rappresentata. E' un peccato che il fattore di maggiore originalità del film sia anche quello che comporta una perdita allo stesso in forza ed efficacia espressiva.

Linda Grazia Pola



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