venerdì 23 febbraio 2018

Top 5: Febbraio 2018

5 - The Post - Steven Spielberg (voto 7)
Uno Spielberg che più classico non si può, nostalgico dell'impegno anni Settanta: coppia di rassicuranti star, indignazione, ode alla libertà di stampa. Ma il rischio è che la nobilissima confezione parli al passato più di quanto sembra, risultando oggi anacronistica: il miglior fantasy del regista americano? Difficile però non ammirare la precisione stilistica e la limpidezza del discorso politico e retorico, prosecuzione ideale dei precedenti Lincoln e Il ponte delle spie.

4 - Final Portrait - Stanley Tucci (voto 7)
Un'analisi dettagliata dei meccanismi e dei piccoli passaggi emotivi che caratterizzano la nascita di un rapporto di stima e amicizia tra due uomini sicuramente lontani, per età e carattere, ma legati da un reciproco fascino nei confronti delle rispettive debolezze. Geoffrey Rush è magistrale, capace di restituire tutte le nevrosi e gli imprevedibili colpi di genio e follia di un individuo solitario, un po' scorbutico ma pieno d'ironia, che forse ha soltanto necessità di un conforto e un abbraccio maschile.

3 - Hannah - Andrea Pallaoro (voto 8)
Costruita interamente sulla straordinaria potenza espressiva di Charlotte Rampling, un'opera rigorosa e sensibile, che descrive con minuzia di particolari il dolore quotidiano di una donna rimasta sola, evitando scene madri e psicodrammi isterici. Un'idea di cinema forte e precisa, chiara e adulta, all'altezza del confronto con autori come Michael Haneke e Tsai Ming Liang. Assurdo che si punti il dito proprio contro questo cinema italiano, finalmente libero da compromessi.

2 - The Disaster Artist - James Franco (voto 9)
La miglior espressione del genio irrefrenabile e spesso disordinato di James Franco, nei panni di Tommy Wiseau, regista pretenzioso e privo di talento oltre che individuo a dir poco misterioso. Un'esilarante e intelligente, debordante prova sul confine sottile che separa successo e insuccesso, bellezza e bruttezza, riflettendo sulla contemporaneità: l'abbattimento delle scale di merito e di valore, che permette a chiunque di avere le luci della ribalta, perché il sapore del trash spesso è più gustoso.

1 - Il filo nascosto - Paul Thomas Anderson (voto 9)
Il più sottile e raffinato lavoro di PTA, che riconosce i limiti della Settima Arte di poter spiegare e rappresentare le dinamiche relazionali e la complessità degli esseri umani. L'inafferrabilità e l'invisibilità sono ciò che legano lo stilista Woodcock e la sua musa, vittima, moglie e poi carnefice Alma: l'amore non è uno scontro, ma la tessitura di un intreccio che non segue un percorso logico e razionale. Il capovolgimento dei ruoli è continuo e imprevisto, ma la forza ipnotica del regista, ormai alla stregua dei più grandi di sempre (Kubrick, Hitchcock, Bergman), non ha eguali. Funzionale il supporto delle musiche di Johnny Greenwood.



1 commento:

  1. Il cinema è nato in fiera e cento anni dopo è tornato lì. Molte persone guardano film https://cb01.vet/western/ su Internet.

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