5 - Il ritratto del duca - Roger Michell (voto 7)
L'ultimo film di Michell, regista medio scomparso un anno fa, è il suo migliore, il più politico e divertente, un gioiellino anarchico che prende le difese di un pensionato di Newcastle degli anni Sessanta, che si dichiarò colpevole del furto di un quadro di Goya esposto nella National Gallery, per protestare contro le disparità sociali. Humour, brio, intelligenza, ritmo: quando la commedia inglese riesce a valorizzare temi come solidarietà, comunità e orgoglio di classe è impareggiabile.
4 - Jackass Forever - Jeff Tremaine (voto 7)
Il franchise televisivo e cinematografico più demenziale e sadomasochista di sempre partorisce un nuovo capitolo, forse il più estremo. Si sa, non è roba per tutti, e impressiona la quantità di organi genitali messi in mostra, vittime di dolenti ritorsioni animalesche. Ma dietro all'apparente follia senza senso di questi stuntmen autolesionisti, si accarezza una dichiarazione d'amore nei confronti della vita, un'energia punk esplosiva che, in tempi tanto difficili, sembra volerci suggerire di godere fino in fondo del nostro tempo terreno.
3 - Il palazzo - Federica Di Giacomo (voto 8)
Un documentario ironico, a tratti geniale, sulle velleità artistiche di un gruppo di romani borghesi, che ruotano attorno alla figura dell'ambizioso regista Mauro Fagioli, morto prima di portare a termine il film dei suoi sogni realizzato con materiale girato nell'arco di vent'anni. Si ride moltissimo, mai per prendere in giro i personaggi, nonostante il ritratto preciso di una comunità divisa tra eccessi di intellettualismo e confusione esistenziale. Una visione unica, malinconica, affettuosa, che non teme di confrontarsi con i nostri fallimenti.
2 - Parigi, 13 Arr. - Jacques Audiard (voto 9)
Il film più estetizzante di Audiard, ma anche il più febbrile e vitale: nel quartiere parigino di Les Olympiades, nuovo feudo hipster e multiculturale, si intrecciano i fantasmi e i desideri sessuali di un terzetto di giovani adulti, integrati socialmente ma insicuri a livello economico ed emozionale. Una fotografia realista di una generazione, autentica e priva di autocommiserazione, che unisce la classicità del bianco e nero con la modernità dei linguaggi, il fattore umano con le relazioni via chat, immergendosi nella schiuma dei giorni e nella consistenza della superficie.
1 - Licorice Pizza - Paul Thomas Anderson (voto 10)
L'ennesimo capolavoro di un regista incredibile: un romanzo di formazione semplice, lineare e magico come il Cinema, capace di decifrare il filo invisibile e i sentimenti che legano un adolescente che vorrebbe essere più grande e una quasi adulta attratta dall'eternità delle prime volte e del colpo di fulmine. Sullo sfondo scorrono i feticci e le promesse degli anni Settanta, il miraggio del successo economico e individuale, le corse verso un mondo facile e illusorio. E poi, la solita incantevole maestria nella costruzione delle scene, nell'osservazione, nel dare peso e valore alla leggerezza delle immagini.
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