Risparmierei la solita pappardella sul fatto che i film di boxe sono sempre dei capolavori, mentre i film con sfondo calcistico sono generalmente mediocri (tendenza che poi è stata smentita con gli ultimi esempi british 'Il mio amico Eric' e 'Il maledetto United'). Rifletterei piuttosto sul fatto che 'The Fighter' rappresenta esattamente quel genere di pellicola che esalta gli americani, apparentemente anti-convenzionale ma alla fine molto rassicurante. Non metto in dubbio la grandiosità delle interpretazioni di questo film nè l'ottima ambientazione proletaria, molto credibile. Non metto in dubbio neanche la caratterizzazione dei diversi personaggi, davvero tutti molto interessanti e riusciti. Mi sembra, però, che tutto questo faccia da contorno a un contenuto un po' povero e prevedibile. Il film ha degli squarci di intensità drammaturgica notevoli e, purtroppo, si perde in un finale da Volemoce Tanto Bene che risulta forzato e paraculo. Può darsi che questo tipo di sentimento sia lo specchio di una Hollywood pervasa dalla freschezza obamiana ma è anche lo specchio dell'America? Sicuramente, non è lo specchio dell'italia berlusconiana. E poi, questa storia dell'American Dream ha davvero un po' rotto le palle. Non voglio essere troppo cattivo con un film che è comunque un prodotto godibilissimo. Christian Bale è un attore monumentale e quando fa l'anoressico fuori di testa è devastante (da recuperare il sottovalutato 'The Machinist'). Ottima la mamma Melissa Leo e anche Amy Adams non fa soltanto la figura di gran gnocca. Ed è in parte pure Mark Wahlberg, molto equilibrato e intenso. Inizialmente, il film doveva essere girato da Darren Aronofsky, che poi ha virato su 'The Wrestler' e 'Il cigno nero'. Forse, sarebbe stato un capolavoro. David O. Russell, invece, ha una impronta troppo american way of life che pone 'The Fighter' un gradino sotto sia all'eleganza de 'Il discorso del re' che alla ferocia di 'The Social Network' e del sopracitato Aronofsky, gli altri candidati all'Oscar. Ciononostante, non mi sento di dire che 'The Fighter' sia più brutto che bello ma è davvero molto, troppo pacioccone.
Caro Dalto, qui mi vedi sostanzialmente d'accordo.
RispondiEliminaIo il film l'ho guardato in scarico, sullo schermo piccino del mio portatile, distrattamente. Quà e là la mia attenzione è stata catturata in qualche modo. Mi ricordo di aver percepito la regia in modo particolare, nel senso che sfruttando molto (troppo) la telecamera "mobile" riusciva a trasmettere le emozioni soggettive in maniera diretta. Forse, riguardandolo con attenzione, si riuscirebbero a isolare i vari movimento-tema assegnati ai vari personaggi e alle varie situazioni, forse. C'è da dire che questa è una scelta indicativa del rapporto che il regista ha deciso di instaurare con lo spettatore: forse che ormai il cinema ha rinunciato a risvegliare il piglio critico dello sguardo dello spettatore? Forse che questo è davvero sopito irrimediabilmente? (Leggendo i tuoi articoli direi proprio di no e allora si potrebbe compiangere la mancanza di una prospettiva intellettuale al lavoro, la mancanza di un cinema, come si dice, d'Autore.)
Insomma, guardando il film col mio occhio anestetizzato di spettatore di seriestreamingtelevisive, direi che The Fighter è, nel complesso, un bel film emotivo che lascia i pensieri tra parentesi quadre sollazzando il sentimento instintuale di chi guarda.
xSaluti a Daltox
Ciao!Domani sera lo andrò a vedere, poi vi faccio sapere la mia sul BHO...BLOG! ;-D Bel Blog Dalto! Bravo!
RispondiEliminahttp://manu-bhoblog.blogspot.com/2011/03/fighter-di-do-russel.html
RispondiEliminabella ragazzi! notevole il bho...blog
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